Malattia, Morte e Vedovanza in due Poeti Barocchi del '600 a confronto con le Sorelle Brontë

che ho scoperto leggendo una mega antologia della Poesia Italiana nei secoli.


Giovan Leone Sempronio (1603-1646) "Bella giovinetta morta di vaiuoli"

Dunque in quel seno, ove con man gentile

tutte le sue dolcezze Amore appresta,

morbo s'apprese ingiurioso e vile,

febre s'accese insidiosa e mesta?

Dunque in quel volto, ove con dolce aprile

due rose Amor di propria mano innesta,

mortifera cadeo grandine ostile,

dispietata fioccò dura tempesta?

Ma non fia già stupor s'oggi il mio bene

qual rosa a punto inaridisce e cade,

così poche vivendo ore serene.

Donna, che de la rose ha la beltade,

per legge di natura al fin conviene 

che della rosa ancora viva l'etade.


Ormai praticamente incomprensibili o quasi, ma per chi fosse curioso, qui ci sono le sue poesie  "digitalizzate":

https://books.google.it/books?id=ZSrJpcdAkcEC&dq=Giovan%20Leone%20Sempronio&hl=it&pg=PR2#v=onepage&q=Giovan%20Leone%20Sempronio&f=false


Giuseppe Battista (1610-1675) "Per bella donna che piange sul cadavere del marito"

Stilla per gli occhi in lagrime stemprato

su lo spento consorte Irene il core;

a tragedia sì mesta anch'io turbato

verso dalle pupille un mar d'umore.

Ella sente gran pena, io gran dolore,

troppo ella amando, io non essendo amato;

la falce ella di Morte, ed io d'Amore

maledico lo strale avvelenato.

Io cerco a lei, ed ella al cielo aita;

ella l'estinto suo brama risorto,

io ch'in lei la pietà rinasca in vita.

Ella a ragion si lagna, io non a torto;

celebriamo così, coppia smarrita,

io l'esequie d'un vivo, ella d'un morto.


Giuseppe Battista


Infine, un breve confronto con alcuni versi delle Sorelle Brontë

Anne Brontë

So che nel chiuso di un'angusta tomba
giace sepolta la tua amata forma
abbandonata a un grave sonno eterno
senza sogni, in silente oscurità.

So l'angolo preciso dove giace,
uno squallido luogo di riposo:
l'umidore si esala vaporoso
dalla lapide scura sul tuo petto.

Laggiù non brilla mai raggio di sole,
né soffio d'aria pura mai vi spira…
ma non è questo che mi tortura;
il mio amore, lo so, non è laggiù.

No, io non penso a te che ti consumi
in lenta corruzione nel sudario;
è ben altro il pensiero che mi opprime:
ti sento via da me, troppo lontano.


Charlotte Brontë

Giacciono i morti nelle fredde bare
addormentati, e non si sveglieranno;
di sorrisi e sospiri nulla appare
e le loro memorie resteranno?

Il sole a primavera ha illuminato
i fiori che accarezzano le tombe,
l'estate quei sepolcri ha riscaldato,
l'autunno li ha di foglie arabescati;

l'inverno coi suoi venti li ha sferzati
selvaggiamente con funebri cori
e un sudario di neve li ha abbracciati
pure, dormono in fondo ai nostri cuori!