La Sepoltura nell'Antico e Nuovo Testamento

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"Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è resuscitato il terzo giorno secondo le Scritture e apparve..." Da questo credo è derivata la genealogia di fede cristiana.

"fu sepolto", in greco "etàfe", in latino "sepultus est". La tomba nell'Antico Testamento era vista come la bocca degli inferi verso cui tutti i defunti precipitavano.

Il sepolcro di Cristo è il sigillo della sua vita terrena, il segno che è stato veramente uomo (*) perché è morto; ma è anche il segno di quell'evento straordinario che si manifesterà proprio in quella tomba, la risurrezione di Gesù.


(*) Con quello che ne deriva, dal punto di vista simbolico, concreto, sociologico, per la questione femminile, nell'essere esclusa dal concetto di divinità. Nota di Lunaria

Già il profeta Isaia evocava il mausoleo faraonico che veniva costruito a Gerusalemme: "egli si taglia in alto il sepolcro, si scava nella rupe la sua tomba... ma il Signore ti scaraventerà giù nello strapiombo" I sepolcri erano scavati nella roccia o allestiti in grotte naturali in terreni privati, giardini (non esisteva il cimitero come lo intendiamo oggi). Tre erano i modelli di tomba.

I loculi a fornaretto (Kokim), scavati nella roccia per due metri di lunghezza e mezzo metro di altezza; gli Arcosolia di stile romano, con nicchie semicircolari ricavate nella parete con un piano d'appoggio per la salma; sepolture a bancone, lungo i tre lati della camera mortuaria.

Una lastra circolare che correva su una guida bloccava l'ingresso dei sepolcreti più illustri, per gli altri bastava una pietra detta golel, fissata da un'altra più piccola.

A Gerusalemme, le tombe dovevano essere lontane dalle mura almeno 50 cubiti, cioè 25 metri.

Le sepoltura, a causa del rischio di putrefazione per il calore, avveniva nella stessa giornata del decesso.

Il funerale avveniva senza la presenza di un ministro di culto ma solo con lamentatrici professionali, flautisti e con gli amici del defunto.

Il corpo veniva lavato e magari unto con olio (**) (non si toglievano i visceri come avveniva in Egitto); gli aromi erano destinati alle personalità famose.

Questa prassi è seguita anche per Gesù: Marco e Luca ricordano le donne che si erano recate in quel mattino per ungere con profumi il corpo di Gesù. Giovanni ci ricorda che Nicodemo aveva portato una miscela di mirra e di aloe di circa cento libbre, 32-34 kg, per attribuire a Cristo una sepoltura regale.

Il cadavere era avvolto in un lenzuolo, detto in greco sindon, ma Giovanni cita anche il sudario, un fazzoletto per il volto, (***) e delle bende (othonia) cioè delle strisce di lino per bloccare il mento, i piedi, le braccia.

La salma veniva portata alla tomba su una barella o sullo stesso giaciglio dove era spirata: per tre giorni ci si recava al sepolcro per verificare se la morte era definitiva: Lazzaro era già al quarto giorno, e quindi era definitivamente cadavere.

Dopo un anno si riesumavano le ossa che venivano unte con olio e vino e raccolte in sacchi o ceste per la sepoltura nelle "case delle ossa", cioè gli ossari, posti sempre in caverne, segnalate all'esterno da tinteggiature di calce per evitare l'impurità rituale da contatto: i famosi sepolcri imbiancati menzionati a Matteo 23,27.


(**) è noto il racconto evangelico dove Maria (sorella di Lazzaro e Marta, stando al vangelo di Giovanni) reggendo un vasetto con una libbra di profumo pregiato, il nardo, molto costoso, irrompe al banchetto a casa di Simone il lebbroso e cosparge i piedi di Gesù con quel profumo. Alla reazione sdegnosa di Giuda (secondo il vangelo di Giovanni) che fanno notare lo spreco, Gesù replica con una frase che collega quel gesto alla Pasqua: "Lasciala fare, perché lo doveva conservare per il giorno della sepoltura", cioè la donna ha unto in anticipo il corpo di Gesù per la sepoltura. Non è chiaro, invece, quante siano le donne sotto la croce, visto che l'elenco delle donne varia da evangelista a evangelista: Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Joses, Salome (per Marco), la madre di Gesù, la sorella di quest'ultima, Maria di Cleofa (da identificare con la sorella di Maria o da considerare come un'altra donna?), Maria di Magdala per Giovanni; compaiono anche la madre dei figli di Zebedeo e Giovanna. Nel vangelo apocrifo di Filippo si legge: "Tre persone camminavano sempre col Signore: Maria sua madre, la sorella di lei e la Maddalena, detta la sua compagna. Maria, infatti, era sua sorella, sua madre, sua compagna. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli e spesso la baciava sulla bocca." Ma queste righe non vanno lette come se fossero una descrizione reale ed erotica, ma come linguaggio mistico. I vangeli canonici tacciono sull'incontro tra Maria e Cristo risorto. Ne parlano solo i vangeli apocrifi, come il Vangelo di Gamaliele e un frammento copto del V-VII sec. "Il Salvatore apparve sul grande carro del Padre di tutto il mondo e nella lingua della sua divinità gridò "Maricha, marima, Thiath!", che significa "Mariam, madre del Figlio di Dio!" Mariam ne capiva il senso perciò si volse e rispose "Rabbonì, Kathiath, Thamioth!, che significa "Figlio di Dio onnipotente, mio Signore e mio Figlio!" Il Salvatore le disse: "Salve a te che hai portato la vita a tutto il mondo! Salve, madre mia, mia santa arca, mia città, mia dimora, mio abito di gloria del quale mi sono vestito venendo nel mondo! Salve, mia brocca piena d'acqua santa!... Tutto il Paradiso gioisce per merito tuo. Ti assicuro, Maria, mia madre: colui che ti ama, ama la vita." Poi il Salvatore aggiunse: "Va' dai miei fratelli e di' loro che sono risorto dai morti e che andrò al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro..." Maria disse a suo figlio: "Gesù, mio Signore e mio figlio unico, prima di andare nei cieli da tuo Padre, benedicimi perché io sono tua madre, anche se vuoi che io non ti tocchi!" E Gesù, vita di tutti noi, le rispose: "Tu sarai assisa con me nel mio regno."  Il Figlio di Dio si innalzò, allora, sul suo carro di Cherubini mentre miriadi di angeli cantavano: Alleluja! Il Salvatore stese la mano destra e benedisse la Vergine."

(***) Nel Medioevo nascerà la leggenda della Veronica che asciugando il volto sudato e insanguinato di Cristo, vide impressa la sua fisionomia nel panno.