Il Cimitero e l'Ossario di Melegnano

 































La Colonna della Peste:




L'OSSARIO DI MELEGNANO

Info tratte da

 

Il Monumento Ossario, opera di Donato Barcaglia, fu edificato nell'area occupata dal vecchio "Campo Morto" di Melegnano.
Il terreno venne abbandonato nel 1881, quando venne inaugurato il nuovo cimitero fuori dal borgo melegnanese.
Il vecchio cimitero rimase inutilizzato per vent'anni. Era situato nel punto dove avvennero gli scontri dell'8 giugno 1859 e dove furono ammassati i resti dei soldati francesi e austriaci (circa 800 spoglie). Successivamente vennero inumate nel Campo Morto.
Nelle vicinanze di questo cimitero, verso ponente, vi era un recinto sacro, il cimitero di Pedriano, che venne abbandonato (Nota di Lunaria: ad oggi non sono riuscita a capire dove fosse ubicato, anche se possiedo una vecchia foto del cimitero in questione); 


Ossario di Mezzano, vedi https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2025/03/il-prato-dei-morti-e-lossario.html

nel cimitero di Pedriano si rinvennero croci e scritte che indicavano resti di soldati francesi, sepolti in quel luogo, oltre a monete, armi, pugnali, cinture, raccolti nei campi limitrofi.

Dopo il combattimento dell'8 giugno 1859 furono inumate 400 spoglie di soldati, in una fossa comune a nord della Cascina Majocca. (Nota di Lunaria: dovrebbe essere presso Mediglia)
Gli ufficiali furono identificati con lapidi indicanti i nomi.
Le vecchie tombe esistenti prima dell'edificazione dell'Ossario di Melegnano furono rimosse  e traslate verso il lato est dove ancora oggi si trovano dietro il monumento del Barcaglia.





Nella parte posteriore del vecchio cimitero fu eretta una piramide di granito a forma tronca dedicata alla terza divisione di fanteria di Linea francese del generale Francesco Achille Bazaine, che proprio nel cimitero di Melegnano riportò le maggiori perdite di soldati.
Così venne descritta nel 1904 da un osservatore: "cercai e trovai subito le tombe e le iscrizioni. In fondo, fra alte erbe, seminate di gentili fiorellini, s'alza la bianca piramide di granito a quattro facce consacrata ai morti della divisione Bazaine con una targa metallica da Souvenir Française dove è scritto A nous le souvenir a eux l'immortalitè; in una delle facciate della piramide si legge Les officiers sous officiers et soldats de la III Division du I Corp de l'armée d'Italie a leurs camarades tombés victorieux en combattant pour la gloire de la France et l'indipendance de l'Italie - Marignan 8 juin 1859"
Vi sono poi altre iscrizioni sulla facciata opposta e due croci di ferro in mezzo al campo segnano le tombe di due capitani: Ferdinand Norbert de Lachevardière de la Granville e Joseph Charles August Vater Bonneu de Baufort.
Sul muro di cinta a sinistra è murata una lapide in marmo nero con i nomi dei caduti, ufficiali del 33 di linea.





L'Ossario dei Caduti di Melegnano, opera di Donato Barcaglia (1904), presenta una larga fascia di bassorilievi, interrotti da una porta divisa da un'ampia croce di ferro dorato, ornata al basso da due corone di lauro e in alto nelle inquadrature superiori formate dai brani della croce sono scolpite le parole Pax - Honor.
I rilievi rappresentano i combattimenti dell'8 giugno 1859.
All'interno vi è un altare di marmo nero sorretto da due colonne che sorreggono due capitelli dorici, la balaustra che sorregge un grande crocifisso e una coppia di candelabri ai lati; vi è poi una formella con un ritratto dedicato a "don Pietro Gaggia i Melegnanesi 1861-1902"; al centro del pavimento vi è la grata di ferro che fa trasparire la luce alla cripta sottostante. La parte inferiore della cappella è accessibile da una porta che si trova nella parte retrostante del monumento: i resti dei soldati francesi e austriaci sono sistemati dentro una cripta suddivisa in tre ordini, col pavimento in piastrelle di marmo nero.

Le statue femminili sono allegoriche e rappresentano il Valore che tiene in mano una fiaccola accesa, la Pietà che offre corone votive, ma possono anche essere interpretate come la Libertà e l'Italia che incorona i martiri.