Percy Bysshe Shelley: una poesia inedita

Una poesia inedita di Percy Bysshe Shelley, datata 1816, dedicata alla Donna Amata dal Poeta: Lunaria.


Lunaria, Mia Diletta, Chiarore Stellare delle italiche sponde... 

Rimembri ancora il Nostro Primo Incontro?

Mentre il vento sospingeva le nuvole tempestose

e la densa bruma ricopriva le vallate; 

nella foschia si poteva ancora scorgere la falce di luna

che illuminava fiocamente come un barlume spettrale.

E Tu, ti aggiravi, tra le Ombre del Vespro.

Aleggiava il Tuo Passo, lieve, 

attorno a quella rovina Ti appoggiasti, per un istante, a quel muro diroccato, 

e l'Edera ombreggiava i Tuoi Capelli così Foschi, 

come Viva Tenebra.

Oh, Ti Amai, perdutamente mi innamorai di Te.

Chi è Costei, mi chiesi, un'apparizione degna del "Macbeth", 

Forse Demonia miltoniana, così ammaliante eppur lucifera? (1)

E così, Ti contemplavo, Tu, Sulfurea in Vesti Acherontee.

Tu mi udisti gemere.

L'Amore così si annunciava a Te, mia Diletta.

O Tremenda BELLEZZA,

Io fui in Tuo Potere.

Mi guardasti, e mi specchiai nei Tuoi Occhi, come fresche acque

così limpide che Petrarca stesso mai contemplò in Laura negletta.


Mi indicasti quei Cuckoo Pint (2) poco distanti dalle felci,

lo spadice eretto nell'ampia brattea, e io intesi.

Oh, sì, intesi.

La brezza notturna soffiava tra le verdi foglie sagittate 

e il terreno era già tiepido... (3) come letto nuziale.


Giacqui con Te, riverberando nel Crepuscolo,

spogliai il Tuo Corpo Niveo

così riverso sulle foglie autunnali e sul muschio,

tutta già rorida di rugiada, e ancora più rorida al tocco delle mie mani.

E così, tra i gigari e le dulcamare,

poco distante dal roseto,

il Nostro Amplesso fu Oceano. 


No, non temetti i Tuoi Baci,

Oh Divina,

posi, instancabile, le labbra sul Tuo Seno,

palpitavo intrecciando le mani nelle Tue Chiome Serpentine,

stringevo i Tuoi Fianchi per farTi ancora più mia,

con falene come fiaccole che ci ondeggiavano attorno

e la cadente torre di alabastro poco distante che svettava verso il cielo purpureo. 

Solo gli spettri videro Il Nostro Amplesso, così stillante, quella notte.


Poi, un fragore di temporale, una procella improvvisa, simile a quelle della mia Patria,

un mulinare di vento, ci costrinse a cercar rifugio

sotto l'arco di quel cenotafio, e Tu Ancora Più Bella Mi apparisti, come una Persefone Infera, 

Mia Sposa Morente (4), così Diafana, così Crepuscolare, 

ancor più Bianca delle tele di ragno tra le crepe sepolcrali, 

tanto che esclamai: "Oh, il Crepuscolo e il Suo Abbraccio!"(5)

Il Crepuscolo e l'Abbraccio di Lei, Lei Sola, LUNARIA!


Note:

(1) Lunaria è talmente seducente da sembrare sovrumana; Shelley cita Shakespeare e Milton, in riferimento alle loro celebri opere dedicate a streghe, spettri e demoni.

(2) Cuckoo Pint, nome inglese del Gigaro, ovvero Arum maculatum, pianta delle zone boscose; le foglie, di un bel verde, appaiono maculate e verso maggio la pianta forma uno spadice verdognolo-giallognolo, il fiore. Per la forma di questo fiore, fin dall'antichità a questa pianta, che è velenosa, furono attribuite proprietà afrodisiache. "Essi avevano mangiato così tanto Wake Robin, nome con il quale era conosciuto l'Arum maculatum, che non riuscirono a dormire dall'amore", così scrisse Jon Lyly nel suo "Metamorphosis" (1601) In Arum maculatum, un'ampia brattea, chiamata spata, circonda un'infiorescenza allungata terminante a clava, lo spadice, che emette un odore di sostanza organica in decomposizione. Tale odore, insieme al lieve calore emanante dallo spadice, attira gli insetti e questi vengono intrappolati dai peli che si trovano nello spadice, sopra i fiori maschili. I fiori sono disposti in due gruppi: quello superiore è formato dai fiori maschili, quello inferiore dai fiori femminili. Gli insetti prigionieri girano attorno ai fiori, raccogliendo e depositando il polline, finchè non muoiono o non riescono a liberarsi. Questo può accadere quando la spata avvizzisce, dopo la fecondazione. Nel passato, le radici venivano raccolte per il loro alto contenuto di amido e nel secolo XVII erano usate per irrigidire i colletti alti a piegoline, allora di moda. Le bacche rosse di questa pianta, che sono velenose, possono rivelarsi letali se ingerite dai bambini: infatti, Arum maculatum e Arum italicum sono chiamati anche "pan di biscia". L'altezza della pianta varia dai 30 ai 45 cm. Fiorisce da aprile a giugno." 

(3) Arum maculatum ha la particolarità di riscaldarsi. Si noti come per il Poeta, totalmente innamorato di Lunaria, Arum maculatum sia una metafora per descrivere la passione erotica: infatti Shelley dopo aver parlato del suolo già riscaldato dai gigari, possiede l'Amata Lunaria. L'Amplesso tra i due è enfatizzato dalla forma erotica di Arum maculatum, che è stato il preludio al loro connubio. 

(4) "My Dying Bride", l'espressione originale usata da Shelley 

(5) "Dusk and Her Embrace", nel testo originale.