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John Keats morì a Roma di consunzione a 24 anni, il 23 febbraio 1821, e fu sepolto nel romantico e solitario cimitero dei protestanti di quella città, sotto la piramide che è la tomba di Caio Cestio, e le grandi mura e le torri, ora in desolata rovina, che limitavano l'ambito dell'antica Roma. Il cimitero è uno spazio aperto tra le rovine, e d'inverno è coperto di violette e di margherite.
A pensare di esser sepolti in un luogo così dolce, ci sarebbe da innamorarsi della morte…
Fu proprio in quel dolce luogo che furono sepolte, solo un anno più tardi, le ceneri di Shelley.
Il corpo fu arso dai suoi amici sulla spiaggia di Viareggio nel modo degli Antichi Greci. Aveva fatto naufragio sul suo battello mentre si recava da Livorno alla Spezia. Il cimitero romano lo accoglieva sotto l'erba fiorita di violette, accanto all'altro poeta esule.
"Cor cordium" si legge sul marmo che ricorda ai posteri questo "spirito di titano entro virginee forme" e la sua poesia.
Poesia che è fatta di iridescenze, di tenui vaporosità, di immagini lucide e cristalline, spesso disfatte e tramutate in musiche meravigliose.