"Il Male bussa alla porta": recensione


Trama: Cynda è rimasta sconvolta dall'abbandono del padre, che se n'è andato per vivere in un'isolata locanda del Maine, e adesso che deve passare alcuni mesi con lui è inevitabilmente gelosa della giovane matrigna, Susan, e di Todd, il fratellastro. Poi, in una tempestosa notte d'inverno, alla porta della locanda bussa un bellissimo sconosciuto, che non tarda ad ammaliare sia Cynda sia il suo fratellino. Ma a volte può essere un'imprudenza accogliere in casa propria qualcuno come Vincent Morthanos, che porta con sé la velenosa essenza del Male…


Commento di Lunaria: anche se è stato pensato per un target di lettori "adolescenti", "Il Male bussa alla porta" ben prima di "Twilight" e con toni decisamente più inquietanti, racconta la seduzione e la corruzione dell'innocenza usando la figura del vampiro come allegoria e del vampirismo con il suo tributo di sangue (femminile) da versare come metafora della perdita della verginità che viene "carpita" con l'inganno ("giocando" nel sottointeso del simbolismo dei denti del vampiro "che penetrano" per "far uscire il sangue" come "prova d'amore che Cynda deve affrontare" e ancor prima con il dettaglio del vino rosso versato sul tovagliolo bianco, "come gocce di sangue sulla neve", appena Cynda è entrata in camera di Vincent, portandogli la cena sul vassoio...) Altri temi sono l'incapacità di comunicare tra "genitori e figli", le scelte degli adulti (il divorzio) che ricadono su chi non ha voce in capitolo (i bambini nati da matrimoni poi interrotti, e colpevolizzati dai genitori perché "non accettano il divorzio e nuovi rapporti familiari") (1) e il dolore esistenziale incomunicabile (per quanti sforzi faccia, Cynda non riesce a far capire a suo padre, troppo distratto, che sta morendo per "l'infezione vampiresca" che Morthanos le ha trasmesso, tessendo intorno a lei una rete di inganni, seducendola e poi ricattandola, ritorcendole contro il padre e la matrigna) e persino l'abuso sui bambini, "aleggiano" su tutto il romanzo (il cui punto di forza, oltre al paesaggio cupo da "locanda dispersa nella brughiera, a confine con un dirupo" (2), è la caratterizzazione dei personaggi e il "diabolico triangolo" che viene intessuto tra Morthanos, Cynda e poi il piccolo Todd) anche se "non detti" (e forse non solo per "adattare la storia per un pubblico adolescenziale" ma anche per rendere molto più efficace la suspense, lasciando l'orrore "solo suggerito, sussurrato")

Qui e lì compaiono citazioni a Coleridge e Shakespeare e non poteva mancare "l'antefatto misterioso" delle morti delle fanciulle che lascia presagire la maledizione che grava sulla locanda e che si abbatterà anche su Cynda... (3)

Poco conosciuto, "Il Male bussa alla porta" l'ho letto in due giorni (non è molto lungo: 154 pagine) e lo ritengo tra i migliori romanzi horror che ho letto nel 2025, decisamente più ammaliante di tanti "Urban Fantasy" strombazzati dal marketing, asettici e scritti in serie come "La Setta dei Vampiri".

Con scene erotiche "più esplicite" nel descrivere il rapporto tra Cynda e Morthanos (4) e qualche dettaglio horror in più, (5) sarebbe stato, a tutti gli effetti, un romanzo horror-vampiresco erotico per adulti.


(1) "Dopo colazione, papà propose una passeggiata in riva all'oceano, che era poco distante dalla locanda. Nonostante il freddo, non vedevo l'ora di stare da sola con lui. Forse saremmo finalmente riusciti a trovare le parole per recuperare gli anni in cui eravamo vissuti separati"

(2) "Più andavamo avanti, più buia e solitaria sembrava la notte. Nessun negozio, nessuna casa in vista ma una cassetta postale ogni tanto, all'inizio di un vialetto. Campi nevosi e boschi. Un muro di pietra. Un vecchio granaio. Solo la luna ci illuminava la strada, entrando e uscendo dalle nuvole, come una regina incoronata di stelle. (...) Diversi minuti più tardi, papà si fermò su un'altura che sovrastava i campi candidi. L'oceano luccicava all'orizzonte. "Eccola", disse. "Locanda Underhill." Sotto di noi, alla fine di un lungo vialetto, si stagliava un edificio di pietra a tre piani. Il fumo usciva dai doppi camini. A ogni finestra brillava una candela, e quelle erano le uniche luci nell'oscurità avvolgente. "è una tradizione delle vecchie locande", spiegò papà. "Candele per guidare i viaggiatori esausti, anche se d'inverno ne capitano ben pochi, da queste parti. Pensai che in un giorno d'estate, tra campi fioriti e alberi verdi, la locanda doveva sembrare accogliente. Ma in una notte di gennaio  sotto la luce della luna, aveva un aspetto severo, cupo." (...) "Quando raggiungemmo la cima della scogliera (...) papà indicò la costa sotto di noi, le piccole isole che sembravano puntini sull'oceano e il cielo terso sopra le nostre teste. Mi avvicinai al dirupo più che potevo e abbassai lo sguardo sulle onde che s'infrangevano sugli scogli."

(3) "La locanda è piuttosto spettrale", concordai, "soprattutto di notte." "Oh, si tratta proprio di questo, già" (...) La stanza era velata dalle ombre, l'aria ferma e fredda (...) Fece una pausa, come se stesse cercando le parole giuste. Finalmente mi guardò. "Una ragazza è stata assassinata proprio qui, sessanta o settant'anni fa. Mio padre era uno dei pescatori che la trovarono in fondo alla scogliera. Uno spettacolo terribile: era rimasta in acqua così a lungo che non aveva più una goccia di sangue nelle vene, comunque era evidente che qualcuno le aveva tagliato la gola, prima di buttarla in mare." (...) Fissai le ombre che si allungavano. Dopo pranzo il tempo era cambiato, e il breve giorno invernale stava affogando in uno smorto, grigio tramonto."

(4) "Arrivata in cima alla scogliera guardai giù ansiosamente, aspettandomi di scorgere il corpo della ragazza morta che galleggiava sulla superficie dell'acqua, ma vidi solo le onde che andavano a infrangersi a riva. Una folata di vento gelido mi scompigliò i capelli e mi girai dall'altra parte. Era un posto triste e solitario, e adesso che avevo sentito la storia della signora Bigelow mi appariva addirittura sinistro. Scesi con cautela il sentiero che portava alla spiaggia e camminai per alcuni chilometri, godendomi la solitudine e la possibilità di riflettere tranquillamente. Quando tornai indietro, il sole era quasi tramontato e striava di rosso il cielo. All'orizzonte, il mare si fondeva con le nuvole scure e la schiuma delle onde brillava appena nella luce declinante. Proprio davanti a me, una figura indistinta emerse dalla foschia. La notte scendeva rapidamente e la luna era già visibile, piccola e velata. A un tratto ebbi paura. Non avrei dovuto allontanarmi così, né fermarmi a raccogliere conchiglie e rocce; avevo dimenticato quanto fossero brevi le giornate invernali. "Cynda, sei tu?" "Vincent!" "Sollevata, corsi verso di lui." "Cosa fai qui tutta sola?", domandò "è quasi buio, dovresti essere a casa" (...) Camminavamo uno accanto all'altra, in silenzio. Le onde si infrangevano e si ritiravano, e in lontananza, in fondo alla scogliera, riuscivo appena a scorgere le candele della locanda. (...) "Non volevo farti paura, Cynda." Mi prese per mano e proseguimmo. "Quando mi conoscerai meglio", disse, "alcuni lati del mio carattere potrebbero non piacerti." Alzai lo sguardo e lo fissai, eccitata dalla sua vicinanza e dal tocco della sua mano."

"Chiuse il libro, reclinò indietro la testa e sospirò. Che ragazza era Bess. Capace di amare fino alla morte. Se tu amassi qualcuno, saresti capace di morire per lui?" "Sì", bisbigliai, fissandolo. "Credo che ne sarei capace." (...) Mi accarezzò lievemente una guancia. Le dita erano fredde, il tocco leggero. "Sei così giovane", bisbigliò. "Così fiduciosa... sei proprio una cara ragazza, Cynda. Temo che potrei innamorarmi di te." Si piegò su di me e sfiorò le mie labbra con le sue."

"Circa un'ora più tardi, Vincent uscì dalle ombre della casa ed entrò nella luce lunare. (...) Mano nella mano, camminammo verso l'oceano. (...) Quando raggiungemmo la cima della scogliera, Vincent si girò verso di me. Il vento gli gettò indietro i capelli, il lungo cappotto si gonfiò come un mantello. "Non ti fa paura essere qui fuori con me, da sola, in questo posto deserto?" (...) Mi baciò ancora una volta e mi allontanò dalla scogliera, dal mare nero orlato di schiuma, dalla luna che veleggiava da nuvola a nuvola come un galeone fantasma. Tornammo alla locanda e, dopo avermi aiutata a entrare dalla finestra, lui rimase fuori, tenendo le mie mani fra le sue. "Promettimi di non parlare a nessuno dei nostri incontri", bisbigliò. "Se tuo padre o Susan lo sapessero, mi manderebbero via."

"Ricordati, sei tu che l'hai voluto", sibilò Vincent nel mio orecchio. "Non è nella mia natura resistere alle tentazioni." Senza fare nessuno sforzo per attenuare il dolore con un bacio, mi affondò i denti nella gola. Cercai di urlare, di scappare, ma lui era troppo forte. Mi tenne stretta e la stanza si rabbuiò."

(5) Compaiono anche i fantasmi delle fanciulle morte, che tentano di avvisare Cynda: "Il vento calò, la sua voce diventò un basso lamento. Fredde dita mi accarezzarono il viso e mi lisciarono i capelli. "è venuto da te", bisbigliò il vento. "Da me, da tutte noi..." Una ragazza pallida come la schiuma del mare era in piedi davanti a me, appena visibile nella neve che si muoveva vorticosamente.