N.V.Gogol' ''Il Vij''


A un tratto... in mezzo al silenzio... con uno schianto si spaccò il coperchio di ferro della bara, e si levò in piedi il cadavere. Era più orrido della prima volta. Orridamente i denti battevano assieme, fila contro fila; le labbra si contorcevano in modo spasmodico e, stridendo in modo selvaggio, riversavano torrenti di sortilegi. Si levò un turbine per la chiesa, le icone si rovesciarono a terra; dall'alto rovinarono in frantumi i vetri delle finestre. Le porte si divelsero dai cardini, e una moltitudine innumerevole di mostri irruppe in volo nella chiesa di Dio. Un orrido strepito d'ali e di artigli stridenti riempì tutta la chiesa. Tutto volava e mulinava, braccando dovunque il filosofo.