Introduzione al Romanticismo Italiano in Pittura: Francesco Hayez

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In una situazione analoga politicamente a quella della Germania, con una divisione sofferta in piccoli Stati aggravata dalla presenza straniera, l'Italia respira nel secondo decennio dell'Ottocento un clima risorgimentale e i suoi ingegni più moderni sono attenti alla cultura europea, di cui leggono con amore gli autori. Le discussioni animano i caffé e giornali come "Il conciliatore" tentano di trovare un accordo tra il Classicismo di cui è impregnata la nostra cultura e lo spirito libero e popolare proprio del Romanticismo. Il fervore risorgimentale ha bisogno di essere propagandato e il Romanticismo da un lato è la conseguenza di questo clima, dall'altro lo alimenta come le opere di Verdi che, musicando soggetti storici con chiari riferimenti al presente, infiammavano gli animi nei teatri. Nei cori struggenti del "Nabucco", dei "Lombardi alla prima crociata" e più tardi nei "Vespri Siciliani", il popolo italiano rivedeva se stesso nelle proprie vicende presenti e si commuoveva.
E del melodramma che ebbe larghissimi, entusiastici consensi di pubblico, risente gran parte della produzione di Francesco Hayez, il più conosciuto dei nostri pittori romantici. Il recupero sentimentale e storico del periodo medioevale, già diffuso dalla musica verdiana, si riversa nell'arte dell'Hayez con qualche artificiosità tipica degli spettacoli teatrali. L'intento di riproporre alle masse nobili valori fa sì che il pittore non riesca a sciogliersi completamente dagli schemi neoclassici che in teoria, in quanto romantico, combatteva. Il primo quadro che lo renderà famoso, "Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri a Pontremoli" (1820)


è sì un manifesto del Romanticismo Storico, per il gesto drammatico, la coloritura accesa, l'episodio rappresentato, ma l'impianto analogo a quello neoclassico, conferisce alla scena una certa freddezza.






Tuttavia il quadro fu osannato e il successo ottenuto a Milano lo invoglia a trasferirsi in quella città, dove esprime il meglio della sua pittura nei ritratti di gentiluomini e gentildonne lombardi, in una esaltazione di nobili valori di sentimento, di intelletto, d'amor patrio.



















La società lombarda del tempo, anche se ridotta a feudo asburgico, viveva una stagione opulenta frutto di un assiduo lavoro imprenditoriale. Le dame, avvolte in fruscianti crinoline di seta nera, il colore prediletto dalla moda romantica, tenevano salotti letterari e si occupavano di beneficenza, frequentavano teatri e organizzavano grandi balli in maschera. è questa società del tempo che è rappresentata dai dipinti dell'artista, nei quali oltre alla verosimiglianza fotografica, non è trascurata l'indagine psicologica penetrante e raffinata: nella "Famiglia Borri-Stampa" viene esaltato il senso di unità e la serenità degli affetti; le figure femminili sono rappresentate con le loro rigorose e severe pettinature di capelli a bande lisce divisi sulla fronte per esaltare il pallore del viso e l'intensità dello sguardo; in queste figure è indagato tutto un mondo interiore intessuto di disciplina, struggente malinconia, ansie o frustrazioni muliebri.

Ma è a un bacio che l'Hayez ha affidato la sua popolarità. "Il bacio", riprodotto a iosa su cartoni, stampe pubblicitarie ecc., segno che ancora oggi il realismo emozionante della scena è capace di colpire la fantasia popolare che all'epoca vi aveva visto un tributo al milite risorgimentale in partenza per la seconda guerra d'indipendenza.




Nota di Lunaria: infatti, questo quadro non celebra tanto "un bacio d'amore", quanto le istanze e le aspirazioni risorgimentali, celate, per sfuggire alla censura austriaca, nel saluto del patriota all'amata.

Altri poeti romantici di questo periodo furono Antonio Fontanesi (nelle cui tele rivela il sentimento commosso che lo avvicina alla natura) e Giacinto Gigante, che si dedicò alla ricerca degli effetti naturali di luce; i suoi acquerelli, soprattutto paesaggi, hanno una freschezza  e spontaneità che lo avvicinano a Corot. Infine, una citazione anche per un pittore russo di origine francese, Karl Pavlovic Brjulov ("L'ultimo giorno di Pompei", 1833) e Giovanni Carnovali detto il Piccio.

Nota di Lunaria: per approfondimenti, vedi  http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/06/rosa-mezzera-le-cascate-di-tivoli-1810.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/06/introduzione-alla-pittura-di-friedrich.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/12/introduzione-al-romanticismo-e-alle-sue.html