Il XVII secolo venne funestato da diverse carestie, terremoti, l'eruzione vesuviana del 1631, alcune rivoluzioni del 1647 che si trascinarono fino al 1647.
Le cause della peste furono due: l'immigrazione e il divieto di costruire fuori dalle mura: la massa popolare viveva in promiscuità e sporcizia, le costruzioni erano povere e malsane, sulle strade passavano di continuo gli animali da carico.
Le strade erano polverose in estate e fangose in inverno, prive di fogne e fonti.
La carenza d'acqua, persone ammassate, avevano favorito, ben prima della peste, anche l'epidemia di difterite. Quando i soldati, provenienti dalla Sardegna, portarono la peste, le condizioni già compromesse e l'ignoranza scientifica fecero divampare il focolaio: al giorno si contavano tra le 10.000 e 15.000 vittime!
I morti venivano anche buttati a mare.
Fu il pittore Micco Spadaro a rappresentare con crudezza la pestilenza a Napoli.
Superata la peste, vi fu un incremento della popolazione e delle costruzioni.