La Peste a Napoli nel 1656


Il XVII secolo venne funestato da diverse carestie, terremoti, l'eruzione vesuviana del 1631, alcune rivoluzioni del 1647 che si trascinarono fino al 1647.

Le cause della peste furono due: l'immigrazione e il divieto di costruire fuori dalle mura: la massa popolare viveva in promiscuità e sporcizia, le costruzioni erano povere e malsane, sulle strade passavano di continuo gli animali da carico.

Le strade erano polverose in estate e fangose in inverno, prive di fogne e fonti.

La carenza d'acqua, persone ammassate, avevano favorito, ben prima della peste, anche l'epidemia di difterite. Quando i soldati, provenienti dalla Sardegna, portarono la peste, le condizioni già compromesse e l'ignoranza scientifica fecero divampare il focolaio: al giorno si contavano tra le 10.000 e 15.000 vittime!

I morti venivano anche buttati a mare.

Fu il pittore Micco Spadaro a rappresentare con crudezza la pestilenza a Napoli.

Superata la peste, vi fu un incremento della popolazione e delle costruzioni.