I morti sono con noi! Benché la Terra, dura e fredda, sembri trattenerli, essi vivono ancora con noi
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Una peculiarità della cripta di West Waste, che mai avevo riscontrato in altri luoghi analoghi, era il modo elegante in cui teschi e tibie erano stati disposti intorno alle pareti a più d'un metro d'altezza. I teschi erano stati sistemati simmetricamente all'interno del basso archivolto che si trovava alla mia sinistra e gli ossi delle tibie erano stati collocati secondo lo stesso criterio, ma a destra. E l'affresco? Scrutai intorno vanamente, rendendomi conto che all'estremità opposta rispetto al punto in cui mi trovavo io c'era un archivolto molto basso e particolarmente massiccio, il cui passaggio non era decorato con le ossa; lo varcai e mi ritrovai in una stanza di dimensioni più piccole. Tenni alta la candela sopra la mia testa e la prima cosa che la fiamma illuminò fu l'affresco. Mi bastò una sola occhiata per rendermi conto che si trattava di un'opera straordinaria.
[…]
Sedetti accanto alla finestra aperta e mi sporsi per respirare un po' d'aria fresca. Era una notte di eccezionale bellezza, e guardando il panorama ansia e nervosismo si dissiparono. La luna era un cerchio perfetto e sembrava veleggiare, se mi è consentita un'espressione così poetica, attraverso un cielo calmo. I suoi raggi illuminavano ogni minimo dettaglio del piccolo villaggio come se fosse pieno giorno, inondando di luce anche la chiesa adiacente con i suoi vetusti tassi, mentre persino le brughiere si intravedevano come attraverso un foglio di carta velina. [...] In quel villaggio solitario nella brughiera […] caddi a poco a poco preda di una grande depressione. Il mio ricordo tornò alla cripta e agli innumerevoli morti che vi giacevano sepolti. Lo spettacolo della meta ultima a cui tendono la vita umana, la forza e la bellezza, non mi aveva fatto impressione sul momento ma lì, seduto accanto alla finestra, avevo l'impressione che l'aria fosse carica di morte.
[…]
Qual era il senso, mi domandavo, di lavoro e tribolazione che macinavano il mio cuore e la mia giovinezza nel mulino di un lungo e faticoso sforzo, se nella tomba stupidità e talento, pigrizia e generosità, giacciono insieme e vengono parimenti dimenticati?
Vidi la fatica che mi attendeva e il mio cuore s'irrigidì immaginando quella strada difficile che si snodava fino alla fine della vita e poi, come unica ricompensa alla fatica, la tomba.
Anche se avessi ottenuto quello che volevo, se, dopo aver consumato la mia esistenza nell'operosità, avessi raggiunto i miei obiettivi, cosa mi attendeva alla fine?
La tomba.
Presto, mentre mani e occhi erano ancora in grado di lavorare, o più tardi, quando la potenza e la vista se ne sarebbero andati; presto o tardi, ma soltanto… la tomba.