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La novella in versi "Parisina" fu una delle ultime opere di Byron compose prima dell'esilio: scritta nell'autunno del 1815; il soggetto è tratto dalle "Memorie per la Storia di Ferrara" e da una novella di Bandello. Anche lo storico Gibbon in "Antichità della Casa di Brunswick" cita la vicenda di Parisina.
Si tratta di una fosca storia d'amore e di morte, ambientata nel Rinascimento italiano.
Il marchese di Ferrara, Niccolò III d'Este scopre la passione adulterina tra Ugo suo figlio e la bella Parisina Malatesta, la sua sposa.
I due vengono gettati nelle segrete del castello e poi decapitati.
Byron non se ne discosta granché dalla trama, ma muta per ragioni metriche il nome di Niccolò in Azzo, altro appellativo tipico degli Estensi e la scoperta dell'amore adultero avviene nella camera nuziale, dove Parisina, reduce da un convegno con Ugo, mormora nel sonno il suo nome.
Accertata la colpa dei due, Azzo condanna il figlio alla decapitazione e Parisina dovrà assistere all'esecuzione.
"Parisina" venne accolto male, dal pubblico e dalla critica, che volle vederci dietro addirittura l'apologia dell'incesto, come un riflesso della vita scandalosa di Byron; in realtà nel poemetto gli stessi protagonisti deplorano il loro smarrimento quindi l'intento dell'operetta è morale e non di giustificazione dell'adulterio incestuoso.
Vedi anche: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/09/byron-commento-al-manfredi-caino.html
I
è l'ora in cui di tra le fronde s'ode l'acuta nota dell'usignolo; è l'ora in cui i voti degli amanti sembrano dolci in ogni sussurrata parola; e le molli brezze e le vicine acque suonano melodiose all'orecchio solitario. La rugiada ha leggermente bagnato ogni fiore; e nel cielo si sono raccolte le stelle; e sull'onda l'azzurro è più profondo, e sulle foglie è una sfumatura più bruna, e nel cielo regnano quelle chiare tenebre così dolcemente oscure ed oscuramente pure, che seguono al declinare del giorno mentre il crepuscolo svanisce sotto la luna.
It is the hour when from the boughs the nightingale's high note is heard; it is the hour when lovers' vows seem sweet in evey whisper'd word; and gentle winds, and waters near, make music to the lonely ear. Each flower the dews have lightly wer, and in the sky the stars are met, and on the wave is deeper blue, and on the leaf a browner hue, and in the Heaven that clear obscure, so softly dark, and darkly pure, which follows the decline of day, as Twilight melts beneath the moon away.
II
Ma non per ascoltare la cascata Parisina lascia la sua sala, non per mirare la celeste luce la donna s'inoltra nell'ombra della notte; e se ella s'asside nel boschetto estense, non è per amore dei suoi fiori sbocciati; essa sta in ascolto - ma non per udire l'usignolo - benché il suo orecchio attenda un canto altrettanto dolce. Un passo si avanza furtivo attraverso il folto fogliame, e la guancia di lei impallidisce, ed il cuore le batte veloce. Una voce bisbiglia tra il fruscio delle foglie, ed il rossore le ritorna alle guance, e le si gonfia il seno: ancora un momento - ed essi si incontreranno - il momento è passato - l'amante è ai suoi piedi.
But it is not to list to the waterfall that Parisina leaves her hall, and it is not to gaze on the heavenly light that the lady walks in the Shadows of night; and if she sits in Este's bower, 'tis not for the sake of its full-blown flower she listens - but non for the nightingale - though her ear expects as soft a tale. There glides a step through the foliage thick, and her cheek grows pale - and her heart beats quick. There whispers a voice through the rustling leaves, and her blush returns, and her bosom heaves: a moment more - and they shall meet - 'tis past - her lover's at her feet.
III
E che cosa è per essi il mondo che li circonda, con tutti i suoi mutamenti di tempo e di stagione? Le sue cose viventi - la sua terra - il suo cielo - nulla sono dinanzi alla loro mente, al loro occhio. (...) Pensano essi alla colpa, al pericolo, in quel tumultuante sogno?
And what unto them is the world beside,with all its change of time and tide? Its living things - its earth and sky - are nothing to their mind and eye. (...) Of guilt, of peril, do they deem in that tumultuous tender dream?
XV
Le campane del convento suonano, ma tristi e lente, ondeggianti qua e là, con profondo boato nella grigia torre quadrata. Cupamente esse penetrano fino nel cuore! Odi! Si canta l'inno, il canto per i morti sotterra, o per i vivi che presto saranno morti! Per l'anima di un essere dipartito l'inno funebre echeggia e le vuote campane suonano a morto. (...)
The Convent bells are ringing but mournfully and slow; in the grey square turret swinging, with a deep sound, to and fro, heavily to the heart they go! Hark! The hymn is singing - the song for the dead below or the living who shortly shall be so! For a departed being's soul the death-hymn peals and the hollow bells Knoll (...)
XVI
è ancora un'ora bella, prima che sia tramontato il sole estivo che sorse su quel tragico giorno e lo schernì col suo più fermo strale, ed i suoi raggi vespertini irradiano in pieno la condannata testa di Ugo (...)
It is a lovely hour as yet before the summer sun shall set, which rose upon that heavy day, and mock'd it with his steadiest ray: and his evening beams are shed full on Hugo's fated head (...)
XVII
(...) "No - tuoi sono il mio sangue, la mia vita perduti - incatenate sono queste mani - ma lascia che io muoia almeno con lo sguardo libero. Colpisci!" E nel pronunziare questa parola, piegò la testa sul ceppo; questi furono gli ultimi accenti che Ugo pronunziò: "Colpisci!" e fiammeggiante il colpo cadde - la testa rotolò - e, sgorgante sangue, il tronco macolato e palpitante s'abbatte indietro tra la polvere che ogni turgida vena saturò della sua sanguigna pioggia; un istante gli occhi, le labbra fremono, convulsi, veloci - indi per sempre si fissano.
(...) "No - yours my forfeit blood and breath -these hands are chain'd - but let me die at least with an unshackled eye; strike" and as the word he said, upon the block he bow'd his head; these the last accents Hugo spoke: "Strike" and flashing felle the stroke roll'd the head - and, gushing, sunk back the stain'd and heaving trunk, in the dust, which each deep vein slaked with its ensanguined rain; his eyes and lips a moment quiver, convulsed and quick - then fix for ever.