Da leggersi con sottofondo di
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Info tratte da
Francesco I pensò di assolvere la promessa di far erigere una cappella espiatoria a Zivido, a ricordo dei caduti.
Verso il 1517 venne acquistato il terreno per la costruzione della cappella.
Il 18 gennaio 1518 viene steso l'atto in cui il nobile Carlo Brivio cede agli agenti del re di Francia una vigna, detta di Sant'Eusebio, posta nel territorio di Zivido, nella quale si devono fabbricare una chiesa e un monastero "...ordinis Coelestinorum Franciae Observantiae, sub titulo, seu nomine Divae Sancte Mariae Christi della Victoria, in petia infrascripta terrae vineae, ubi, et in qua, ac partibus circomstantibus, fuit de anno 1515 proxime praeterito commissum praelium seu commissa pugna inter Majestatem suam, et ejus felicissimum exercitum parte una, ac gentes exercitus Domine Duci Macimiliani parte altera..."
Acquistato il terreno, si iniziarono i lavori veri e propri per l'erezione del monastero con la chiesa.
Si accedeva all'edificio dallo stradale romano, si percorreva un viale al termine del quale ci si trovava di fronte al Monastero dello Vittoria.
Sul lato, a sinistra, dopo un piccolo sagrato, vi era la chiesa di Santa Maria, dietro cui si appoggiava la costruzione dell'antica chiesa di S.Eusebio, conosciuta da secoli ed edificata certamente durante il periodo longobardo.
Terminata la costruzione, i frati iniziarono il loro triste compito: raccogliere i resti dei caduti.
Disseppellirono i sepolti a Zivido, li fecero trasportare al Monastero; poi riesumarono quelli che erano stati sepolti nei giorni successivi la fine dello scontro a settembre 1515.
Molti trovarono degna sepoltura nelle cripte sotterranee del monastero, ma la maggior parte fu tumulata lungo il viale d'accesso.
Scoppiata la peste nel 1575, San Carlo utilizzò i locali del convento come Lazzaretto, dando ricovero a 300 infermi.
Cessata la peste, san Carlo donò i beni della Vittoria all'Ospedale Maggiore di Milano.
In stato di abbandono, la ricca e nobile famiglia dei Brivio acquistarono dalla Curia il terreno dove erano state erette le chiese di S.Eusebio e di Santa Maria della Vittoria, facendo trasportare nel cimitero della loro chiesa di Zivido le ossa dei defunti che riposavano nel terreno occupato dalle due chiese con il vincolo di celebrare, ogni anno, un ufficio funebre a suffragio di quei morti, come aveva voluto il re di Francia.
Per alcuni anni l'edificio fu adibito ad abitazioni per i contadini del Brivio, poi verso il 1640 venne abbattuto per lasciare posto alle coltivazioni.
Scomparve così la testimonianza visiva voluta da Francesco I, eretta a ricordo della vittoria del 14 settembre 1515 a suffragio delle migliaia di vittime che quella vittoria comportò.
Nel 1880, don Raffaele Inganni, cappellano della chiesa di Zivido, fece delle ricerche archeologiche sull'area dove era sorto il convento: durante i lavori furono rinvenuti grandi ammassi di ossa umane, sia alla Vittoria sia nell'area antistante la chiesa di Zivido.
Altri resti furono trovati nella cripta della chiesa, sistemati in strati alti più di 70 cm, lungo i lati della tomba sotterranea.
Il sacerdote trovò poi a Melegnano due lapidi, che ricordavano la morte dei principi Francesco di Bourbon e Gilimberto Lorris, e le fece trasportare a Zivido, dove furono murate in chiesa; riuscì anche a trovare la pietra santificata dell'altare della chiesa della Vittoria, sistemando anch'essa a Zivido.
Per i posteri fece erigere un cippo-ricordo sopra la fossa che racchiudeva parte dei resti mortali dei combattenti della battaglia, trasportati a Zivido con una processione solenne.

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