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Per il Folklore, per esempio quello del Trentino Alto Adige e l'area dolomitica in generale, il periodo di Natale ha un lato oscuro e spettrale: la credenza della "messa dei morti": si crede, cioè, che la notte di Natale i defunti si rechino in chiesa per la recita del mattutino ("maetin dei morc"), che precede di un'ora quella dei vivi. La messa è celebrata da un sacerdote fantasma. I due mattutini devono essere mantenuti rigorosamente distinti, perché i vivi non devono interferire in quello dei defunti.
Ci sono pervenuti dei racconti di incontri tra vivi e morti, come un aneddoto ambientato in Val di Fassa nella notte di Natale:
"I morti celebrano la messa di mezzanotte alle 23: escono dalle tombe e vanno a S. Giuliana per la funzione. Chi vuole vederli deve mettersi alle undici davanti alla porta della chiesa... a suo rischio e pericolo, si intende.
Una donna di Mazzin, molto curiosa, voleva vedere con i suoi occhi se i morti andassero realmente alla messa di mezzanotte a S. Giuliana e andò, di notte, alla chiesa. Vide un corteo di morti (riconobbe una sua parente, morta da poco) che si avvicinavano salendo dal sentiero. La sua parente le si avvicinò, esortandola ad allontanarsi altrimenti le sarebbe successo qualcosa di terribile;
ma prima di andare, avrebbe dovuto lasciare qualcosa dei suoi vestiti.
La donna, terrorizzata, si tolse il grembiule e scappò.
Quando il giorno dopo tornò sul luogo, trovò il grembiule a brandelli, con i pezzi sparpagliati tutto intorno. Se non fosse scappata via, le sarebbe successo quello che era capitato al grembiule!
A Venezia, "al canto del Gloria o del Sanctus, mentre le campagne si sgolavano a festa, echeggiavano gli spari dei mortaretti: un modo ben antico ricordato a Venezia nel 1438 dentro in chiesa o nelle vicinanze e perciò proibito".
Troviamo qui testimonianze del '500 sia di strepiti nelle chiese durante la messa della Mezzanotte di Natale (Sinodo di Venezia del 1564) sia secondo un Sinodo Veronese del 1542, di mascherate nelle stalle durante la Notte di Capodanno (le maschere possono rappresentare i trapassati).
La Caccia Selvaggia è un evento tremendo che ha a che fare con la presenza di anime inquiete e non placate e di entità infere, che si aggirerebbero nelle zone montane di notte, "Tra il 25 dicembre e il 5 gennaio, gli Spiriti vagano nella notte, seguiti da mute di lupi e di cani e di altri animali"
In altre zone del Veneto la Befana chiamata Rododesa, Redosola, Redosega, Marantega, Dumaza o Giampa, ha aspetto e comportamenti molto inquietanti e pericolosi.