Trama: Le antiche mura di Viterbo custodiscono un segreto: una comunità di angeli che da secoli convive pacificamente con gli abitanti della città. Vittoria ha sedici anni, è un angelo, ma è diversa da tutti i suoi simili: è senza ali e per tutta la vita si è sentita un'esclusa, un'estranea persino nella propria famiglia. Questa consapevolezza l'accompagna sempre, mentre la sua esistenza scorre tranquilla giorno dopo giorno tra scuola, amici, e litigi con la sorella maggiore. Ma quando arriva in città Guglielmo, un ragazzo misterioso dagli occhi magnetici, il mondo di Vittoria viene sconvolto, e lei scopre che l'amore può rivelarsi il peggiore dei demoni.
Commento critico di Lunaria: "Angel" è un romanzo del 2009 ed è ascrivibile al genere Urban Fantasy: in pratica, contiene tutti gli stereotipi inevitabili del genere (l'adolescente problematica\il bel tenebroso\la vita da teen ager tra amici e scuola\l'amore contrastato) ma a differenza di altre opere, molto più strombazzate in giro, come questo
e questo
scritti con uno stile narrativo a tratti tedioso, dispersivo ed impaludante oltremodo, "Angel" si riscatta con uno stile narrativo piacevole e discorsivo (niente di aulico e ricercato, intendiamoci, ma di una semplicità ed immediatezza che non risulta irritante, anche se l'uso prolungato del presente narrante può dare una sensazione di stranezza, visto che solitamente si è abituati a leggere un romanzo con l'uso quasi esclusivo del passato prossimo; tuttavia passata la prima perplessità, l'io narrante al presente risulta convincente e dà l'impressione di "registrazione diretta degli eventi" che si stanno svolgendo sotto i nostri occhi; inoltre l'Autrice ne approfitta per fare brevi riflessioni lapidarie sull'amore e sul dolore che ricordano un po' certi frammenti di poesia alla Ungaretti). Di per sé la trama sa di "già sentito" e non potrebbe essere altrimenti, essendo l'Urban Fantasy un genere che ripropone ossessivamente sempre lo stesso canovaccio, ma l'Autrice pur prediligendo uno stile narrativo semplice è riuscita a coinvolgere senza sfornare capitoli impaludanti (difetto che invece ha tutta la saga di "Fallen" e a tratti anche quella del "Diario del Vampiro", almeno dal quinto episodio in poi) e quindi ha reso avvincente la vicenda che comunque non può che rimandare, volente o nolente, a "Twilight" e ai suoi cloni. Ma c'è modo e modo di riproporre "la stessa minestra" e devo dire che "Angel" riesce a coinvolgere e si legge tutto d'un fiato, i personaggi sono meno bidimensionali di quanto ci si aspetterebbe e l'Autrice di tanto in tanto ha inserito anche degli stralci presi da Platone o Catullo, che le sono serviti per descrivere il tormento d'amore che provano i due protagonisti. Non gli autori che ti aspetteresti di trovare citati in un Urban Fantasy, per cui è sicuramente una marcia in più che rende merito a questa giovanissima scrittrice.
Per quanto riguarda la trama in generale, qui e lì c'è qualche tono a tratti horror (gli angeli che vengono uccisi), certamente il tutto è molto contenuto e suggerito, non si scade mai nell'horror puro, così come in "Angel" mancano delle vere e proprie disgressioni sulla natura degli angeli o dei demoni (diciamo che qualche concetto teologico, non necessariamente di matrice cristiana, avrebbe reso la trama più complessa ed interessante). Molto coinvolgente e suggestiva la scena dell'incontro di Vittoria e Guglielmo al giardino della vecchia casa in rovina, con tutti i rovi, le rose e le piante infestanti che hanno ricoperto le statue in pietra degli angeli.
In conclusione: "Angel" propone il solito canovaccio inevitabile dell'Urban Fantasy, ma sa emozionare e coinvolgere per 342 pagine. è da preferire a volumi più spessi ma alquanto barbosi a tratti, come la saga di "Fallen", e quindi ne consiglio la lettura. Se cercate una bella storia d'amore e una semplice lettura piacevole di evasione, "Angel" è un libro che assolve egregiamente questo compito.
Peccato però per quel titolo, così banale e anonimo, e la copertina, che a dir la verità non mi piace moltissimo.
Gli altri libri dell'Autrice:
Gli stralci più belli:
"A volte pensare per me è qualcosa di profondamente doloroso (...) è semplicemente uno di quei giorni in cui il mondo gira male, quantomeno il mio, e io lo guardo da lontano, sentendomi un'estranea. Un'estranea in mezzo a un mondo di uguali."
"Esiste su questa terra la mia metà? Il riflesso di un angelo senza ali, qualcuno abbastanza forte da sopportare, abbastanza paziente da comprendermi, esiste? Se esiste lo voglio incontrare."
"Cammino per il giardino, pur non sapendo esattamente che direzione prendere, supero un bellissimo salice (...) mi fermo accanto a un cespuglio di rose, i cui rami ornati di fiori si sporgono in avanti e si intrecciano quasi a formare una cascata. Allungo una mano sulla pianta e accarezzo con le dita un fiore rosso scarlatto, morbido come il velluto e dal colore intenso come il sangue. (...) Faccio due passi avanti per vedere su cosa abbiano ramificato queste splendide rose e mi trovo dinnanzi lo spettacolo più incantevole che natura e anni di incuria avrebbero mai potuto creare in questa villa dimenticata, lontano da tutto e da tutti. I rami di quei fiori scarlatti si sono abbracciati e intrecciati lungo la superficie di una statua di marmo bianco. Rovi e spine si sono rincorsi sopra la statua di un angelo di marmo, sulle sue ali spiegate che ora a malapena si intuiscono, petali e arbusti abbracciano il profilo di pietra candida. Un angelo piegato di marmo bianchissimo, con ali spiegate coperti di rose rosse e di spine."
"Ignorarlo diventa ogni giorno più facile e al contempo più doloroso. Ma ci si abitua a tutto: alle situazioni piacevoli come a quelle disperate. Il corpo assorbe tutto, lentamente ma inesorabilmente, manda già entusiasmo e malessere, gioia e lacrime; divora ogni traccia e un bel giorno ti svegli e ti accorgi che non è rimasto più niente. Niente. Io attendo fiduciosa che quel giorno arrivi."
"è la mia tortura.
Ripeto.
La mia tortura.
Odiare e amare, la stessa cosa, nello stesso istante.
Sospiro e affondo il viso nel cuscino.
Chissà se anche Catullo aveva sedici anni quando l'ha pensato per la prima volta."
"Quante lacrime può versare un corpo umano prima di prosciugarsi e morire? (...) Dimenticare: questa è la cosa da fare, la cosa giusta. Prendi ogni ricordo, ogni secondo, ogni sensazione (...) legali insieme, stringi bene, bruciali senza guardarli mentre anneriscono e diventano cenere."
"In quell'istante Guglielmo allontana gli occhi da lei e li posa su di me. Dolore, tristezza, rammarico, amore... è tutto lì: tutto in un ultimo intenso sguardo, sporco di lacrime e sofferenza, il suo ultimo sguardo, per me, solo per me. Il suo ultimo secondo. Voglio che sia anche il mio."
"Amo un demone, amo un demone, io, che sono un angelo. Amo il mio opposto, il mio negativo, il mio veleno e il migliore dei miei antidoti."
Sullo stesso argomento, vedi anche: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2018/10/recensione-dark-heaven-la-carezza.html
RECENSIONE A "DEVILISH"
Trama: Un'estate è passata da quando Vittoria ha scoperto che Guglielmo, il ragazzo che ama, è un demone. Sfidando regole e convenzioni della città degli Angeli, ha deciso di difendere questo legame proibito, senza però conoscerne il prezzo. Perché Eva, il demone che ha già cercato di riportare Guglielmo nell'Averno, ha solo atteso il momento giusto per reclamare la sua preda. Adesso la città è sconvolta da eventi misteriosi, lunghe crepe spaccano la terra tremante, l'acqua delle fonti sprigiona il suo veleno e si tinge di nero, l'immagine e le parole delle anime defunte echeggiano nel silenzio della strada. Il patto tra l'inferno e la terra è stato infranto e solo Vittoria, l'angelo senza ali, può trovare la chiave per salvare se stessa e la persona che ama.
Commento critico di Lunaria: "Devilish" è il seguito di "Angel",
In "Angel", avevamo lasciato Vittoria e Guglielmo sani e salvi dopo il tremendo scontro con la demone Eva, e "Devilish" nei primi capitoli inizia parlando proprio del rapporto di fidanzamento vero e proprio di Vittoria e Guglielmo. La loro passione è molto tenera e risulta persino "casta" perché l'elemento erotico qui è del tutto assente (l'Autrice ha descritto il tutto un po' "come un Amor Cortese"). Un'altra scelta dell'Autrice, che si notava già in "Angel", è stata quella di non presentare quasi nessun'ombra di inquietudine o di malvagità in Guglielmo, tanto che effettivamente risulta un po' debole (e tendente allo sdolcinato) come personaggio, se ci si aspetta di trovare un protagonista maschile "bello, tenebroso e tormentato"; al di là delle piume nere, in Guglielmo non c'è traccia di ambiguità (che invece era presente in Damien, il protagonista maschile della saga "Dark Heaven"
E non si capisce bene che distinzione ci sia tra lui e gli altri angeli, visto che effettivamente Guglielmo è perfettamente integrato e per niente escluso, al di là del millenario pregiudizio che tiene gli angeli sempre lontani dai demoni... Non è neanche ben chiaro "la genesi" di tutto questo, come abbiano avuto origine tanto gli uni quanto gli altri (Dio non compare neppure menzionato), se sono immortali pur avendo un corpo umano (a meno che non si uccidano a vicenda, come capitava nel primo libro quando Eva dava la caccia a Guglielmo, uccidendo Alessia, avendola scambiata per Vittoria), come mai Guglielmo sia un demone buono, ed Eva no... Insomma, domande che restano in sospeso, nel senso, il tutto è stato introdotto in maniera vaga e sintetica, però forse sarebbe stato meglio scrivere un antefatto, pseudo-teologico, tanto per spiegare meglio l'origine degli angeli sulla terra (e dei demoni esiliati) e dare una maggiore complessità alla vicenda.
Ecco, magari si poteva movimentare un po' la psicologia del personaggio maschile mettendoci un po' di brivido e di ambiguità; rendendolo più tenebroso, ma accattivante; di per sé comunque tutti i personaggi descritti dall'Autrice sono ben caratterizzati (certo, non ci troviamo di fronte ad un'opera di una profonda riflessione esistenziale nero pece alla Cioran, ma è anche giusto così, essendo una lettura di intrattenimento) e ci si affeziona abbastanza a loro, anche se alcuni sembrano "messi lì tanto per riempire" (Paride, il sindaco, la sorella di Vittoria, Nora...) perché effettivamente non hanno propriamente un ruolo importante (Paride poi ha esaurito tutto il suo interesse, come personaggio, già nel primo libro e in questo secondo libro non è neanche più un nemico e anche la spiegazione del suo "ravvedimento" non è molto convincente), sono sintetici, a malapena fondamentali (al di là dei loro rapporti di parentela o amicizia con Vittoria o Guglielmo).
Esattamente come "Angel" anche "Devilish" è narrato tutto al presente che dà l'impressione di "registrazione diretta degli eventi" che si stanno svolgendo sotto i nostri occhi; ed esattamente come il primo libro, qui e lì l'Autrice inserisce brevi monologhi di Vittoria.
Rispetto al primo libro, l'Autrice ha messo anche qualche brivido dal sapore apocalittico nella trama (l'acqua nera pece che trabocca, la discesa negli Inferi, il riferimento a Samhain, i fantasmi, il cielo cupo...) ed è un peccato che abbia citato tutti questi elementi in sintesi, anche perché sono le parti migliori del romanzo (improntato, come si è detto, più all'azione dei personaggi che devono contrastare l'arrivo dei demoni sulla Terra, guidati dalla vendicativa Eva che medita vendetta contro Vittoria). Per esempio non sarebbe stato male ampliare di più il soggiorno di Vittoria negli Inferi o il colloquio con Thanatos (e approfondire anche lui), o narrare più nel dettaglio la sua natura di Iride (una vera sorpresa che giunge inaspettata all'interno della storia): lo sviluppo di tali elementi avrebbe alzato sicuramente il valore complessivo del romanzo e avrebbe fatto anche la differenza rispetto a romanzi analoghi, specialmente perché sarebbe stata occasione di sfoggiare un po' di conoscenze mitologiche classiche sugli Inferi e, perché no, anche rielaborarli a piacimento. E invece, proprio sul più bello, cioè quando ci si aspetterebbe un po' più di descrizione del mondo sotterraneo (magari virando anche sull'horror) ecco che il tutto si conclude in sole 7 pagine! Peccato, perché l'Autrice ha evitato il più ovvio e stereotipato "inferno cristiano" per narrare un inferno mitologico classico (Cerbero, le arpie...) che si sarebbe prestato ad uno sfoggio pressoché infinito di fantasia...
In conclusione: "Angel" era un buon romanzo, e se lo avete apprezzato, "Devilish" vi piacerà, anche se rispetto ad "Angel" dà l'idea di essere più sintetico, come se l'Autrice non avesse sfruttato in pieno tutte le sue potenzialità o avesse tenuto a freno la fantasia (come già dicevo, scrive molto meglio rispetto ad una Lauren Kate, che da tanto è prolissa e ridondante scade spesso nell'"effetto palude"... per cui de Spirito se lo poteva permettere di scrivere "anche di più" senza il rischio di risultare prolissa...)
Peccato però per la copertina, che non mi piace, come già dicevo anche per "Angel".
Ad ogni modo, lo comprerò presto (l'avevo preso in biblioteca) perché ci tengo ad averlo nella mia biblioteca personale di libri ^_^ e come saga mi è piaciuta (mentre sto trovando terribilmente noioso "L'ombra del male", della più nota Lisa Jane Smith, che pure è basato "sul viaggio nell'Oltretomba infero" ma è terribilmente tedioso)
Infine... chissà se mai l'Autrice scriverà un seguito o un remake di questa sua saga, magari aggiungendo cose nuove...
P.s Non ho letto "Destinazione Tokio Hotel", che suppongo siano tra i gruppi preferiti dall'Autrice. Comunque io, che trovo troppo pop i Tokio Hotel, assocerei "Angel\Devilish" piuttosto agli HIM, se dovessi scegliere un sottofondo musicale non troppo pop ma neanche funereo o catacombale...
Gli stralci più belli:
"Io esisto, sussurra il volto bagnato e pallido della mia amica, affiorato dai gorghi neri. Le parole si mescolano all'acqua e gli occhi le brillano di bagliori verdi. (...) Tu... sei morta, dico in un soffio e sento che gli occhi si fanno lucidi, perché è proprio il viso della mia amica quello che mi sta parlando dall'acqua nera di una fontana. (...) Continua a guardarmi, i suoi occhi verdi sono diventati più profondi, sembrano pozzi infiniti sul viso evanescente e livido."
"Sono una ragazza - o qualcosa del genere - che cade, si rialza, sbaglia e ha paura. Un angelo senza ali che ha paura di rimanere per sempre incompleto. (...) Quando sono con lui, il buio fa un passo indietro, sembra abbia il timore di lambirmi."
"Si raccontava che una di quelle spaccature fosse il punto di accesso per l'Averno. E Thanatos si trova lì, oltre questa apertura, il punto di contatto tra il nostro mondo e... tra questo mondo e il loro. Thanatos rappresenta l'anello di congiunzione e di divisione, siede sul suo trono di pietra e amministra la vita e la morte."
"Il buio è un panno fresco capace di avvolgermi, darmi l'illusione di stare meglio quando il dolore si fa talmente forte da urlare, e non mi rendo conto se sto urlando davvero o se il grido scoppia solo dentro la mia testa che sta impazzendo."
"Guglielmo è condannato a fare ritorno nell'Ade per essere rimasto al fianco di sua zia, rinnegando la propria appartenenza. La sua anima è dannata. Ma forse esiste un modo per liberarlo da questa condanna per far sì che la sua anima non sia più tale (...) La nebbia e la notte sono mantelli che mi nascondono, e il vento la mia strada sicura fino a casa di Guglielmo."