Il Vampiro Ottocentesco: Lord Ruthven, Varney, Carmilla!

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La popolarità del romanzo gotico si era già affermata nella letteratura inglese molto prima che Stoker scrivesse la sua opera. 

Si potevano distinguere due tendenze di base, cioè quella razionalistica e quella realistica: la rappresentazione del terrore distinta da quella dell'orrore. 

Gli scrittori di romanzi gotici della fine del XVIII secolo, come Ann Radcliffe, rappresentano la tendenza razionalistica: l'orrore è solo apparente e tutto viene spiegato verso la fine attraverso un'analisi quasi scientifica degli avvenimenti; la storia narrata ha dato solo l'illusione del soprannaturale.

è col "Dracula" che l'orrore vi è rappresentato come parte della vita di tutti i giorni, ma già nel 1810 John Stagg aveva scritto una ballata dal titolo "Il Vampiro" nella quale l'eroina Gertrude è colpita "da pallore mortale" e "dall'appassire delle rose sulle guance" del suo amato Lord Herman. 

Herman le racconta che il suo amico Sigismund, morto da poco, gli fa visita tutte le notti; poi anche Herman muore e Gertrude vede il vampiro Sigismund apparirle quella stessa notte.

Il mattino dopo la tomba di Sigismund viene aperta: il suo coro era "ancora caldo come in vita e incontaminato" e "di sangue era tinto il suo viso, insanguinati erano i suoi terribili occhi".

Un cuneo viene conficcato nel cuore di Sigismund e la ballata termina.

Per una strana coincidenza l'immagine del Vampiro e quella del mostro di Frankenstein si formano quasi nello stesso momento e nello stesso luogo, durante l'incontro, nell'estate del 1816, di Bysshe Shelley, sua moglie Mary, la sorella di lei Jane e Lord Byron con il suo medico personale Polidori, a Ginevra, nella Villa Diodati.

L'estate umida e inclemente li costrinse a restare confinati per giorni in casa. Per svagarsi, il gruppo decise di leggere dei racconti dell'orrore tedeschi. Byron suggerì "scriviamo ciascuno una storia di spiriti."

Prima della fine dell'estate la diciottenne Mary, ispirata da una discussione filosofica sul galvanismo e sulla possibilità di instillare la vita nella materia scrisse il suo "Frankenstein", per dimostrare il fallimento della presunta scienza umana: il suo "Frankenstein" aveva lo scopo di suscitare la pietà, ma il pubblico lo intese in tutt'altro modo.

Anche Byron abbozzò un racconto su un vampiro, ma non portò mai a termine; la differenza con gli autori precedenti era che Byron lo aveva ambientato nel presente, e non in un remoto passato; il Vampiro di Byron sarebbe stato un contemporaneo, esattamente come lo sarà il Dracula di Stoker.

Anche Polidori scrisse una storia, intitolata semplicemente "Il Vampiro", pubblicata nel 1819; per un errore fu attribuita a Byron e Goethe disse che era la miglior cosa che Byron avesse scritto!

Goethe stesso si era cimentato nel racconto vampiresco con "Braut von Korinth" nel 1797.

Nel Vampiro di Polidori, il libertino Lord Ruthven, basato su Byron, viene ucciso in Grecia e diventa un vampiro.

Quando Polidori si suicidò, il mito del suo vampiro gli sopravvisse e divenne popolare.

Dopo il 1820 ci fu una vera e propria mania per i vampiri.

Charles Nodier e Cyprien Bérard scrissero un'opera in due volumi intitolata "Vampire" e il romanzo, adattato a libretto per la musica di Piccinni da Nodier, T.F.A. Carmouche e Achille de Jouffray apriva la stagione musicale al Teatro di Parigi. 

Lo spettacolo fu un successo e venne imitato con "Vampire" e "I tre Vampiri"; J.R. Planché portò il melodramma di Nodier ambientandolo nella Scozia, dandogli il titolo "Il Vampiro, ovvero la Sposa delle Isole" seguito da "Giovanni il Vampiro, ovvero come sbarazzarsi di lui"; anche A. Dumas padre scrisse in collaborazione con Maquet una parafrasi drammatica del vampiro Ruthven di Polidori.

Uno degli adattamenti più famosi comparve in Germania: "Il Vampiro" con musiche di Marschner e il libretto di Wilhelm August Wohlbruck, che si basava sulla traduzione di Nodier.

Fu rappresentata anche in Inghilterra e va notato che l'azione si svolge in Ungheria.

Lo sviluppo più importante sul vampirismo si ebbe con "Varney il Vampiro, ovvero la Festa di Sangue" di Thomas Preskett Prest, che apparve a puntate nel 1847; la storia si  svolge in Inghilterra, nel 1730 e Varney viene descritto come personaggio realmente esistito; molti particolari del romanzo di Stoker derivano proprio da "Varney".

Dopo "Varney" un gran successo ebbe anche "Carmilla" di Le Fanu.

Stoker renderà omaggio a Le Fanu nel racconto "L'Ospite di Dracula", dove compare la fanciulla dalle gote rosse e dalle labbra vermiglie addormentata sopra la propria bara: "Contessa Dölingen di Gratz in Stiria. Cercò e trovò la morte nel 1801."