è dal 2019 che studio la storia del territorio tra Melegnano, San Giuliano Milanese, Pedriano e Mezzano (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/san-giuliano-milanese.html) (purtroppo gli altri paesi confinanti a questi non sono ancora riuscita a raggiungerli 😭 e difatti non so che darei per vedere anche Rancate, Dresano, Mulazzano, Casalmaiocco, Tavazzano ecc., so già che li adorerei dal vivo 😍) e ho quasi finito di impaginare tutti gli appunti che presi nel 2019, quando riuscivo ad andare spesso in biblioteca.
Oggi rileggevo la cronaca della Battaglia di Marignano, e ho selezionato questi stralci, soprattutto corredati da foto "vintage" che adoro 😍
Info tratte da
"In quella notte, secondo la testimonianza di Pasquie Le Moine, il Re, stesosi su un affusto di un cannone per riposare, fece voto di erigere in quei luoghi un tempio a ricordo dei caduti, da dedicare alla Regina delle Vittorie. Alzatesi le brume del nuovo mattino, gli svizzeri si schierarono nuovamente a battaglia ed avanzarono in tre distinti corpi. Il primo con le insegne di Zurigo, marciò verso il centro dello schieramento avversario. Venne frenato da una terribile scarica di artiglieria che atterrò molti uomini, ma ciò non fu sufficiente a bloccare l'assalto degli intrepidi elvetici, i quali, superati gli spalti eretti a protezione dei cannoni, seminarono strage, uccidendo molti capi nemici, tra i quali Jacopo di Condé, Arrigo Ricurt e il Sasseo, mettendo in fuga i superstiti. A questo punto entrò in azione la cavalleria francese (tenuta sino ad allora di riserva) guidata dal Connestabile di Borbone e dal Trivulzio, che riuscì a fermare l'avanzata svizzera. Intanto sulla sinistra, nei campi verso Mezzano e Pedriano, le truppe reali guidate dal Duca d'Alençon, vennero messe in rotta dalla violenza dell'urto del secondo corpo svizzero; lo sfondamento di questo settore costituì per tutto lo schieramento francese un gravissimo pericolo, esponendolo alla possibilità di un facile aggiramento e del conseguente attacco alle spalle. La fine della feroce battaglia, che aveva mosso il Maresciallo Trivulzio a dire che quella era stata non d'uomini, ma di giganti, aveva fatto subentrare una cupa calma sui campi, cosparsi di giovani vittime immolatesi per interesse altrui. I morti non si poterono mai contare; le cifre tramandate dalla tradizione sono discorsi, a seconda delle fonti, ma si valuta con sufficiente esattezza possano essere di circa 12.000 morti, ripartiti in misura uguale tra svizzeri e francesi. Cifra spaventosamente enorme per quei tempi. Questa battaglia, senz'altro la più sanguinosa d'allora, segnò la fine di un'epoca nel modo di condurre la guerra: quella in cui prevaleva il valore singolo del combattente, per dare inizio ad un periodo nuovo, quello dell'uso su larga scala dell'artiglieria, la vera vincitrice della battaglia di Marignano (...) alle fiamme, case e cascinali sparse nelle campagne un cumulo di rovine e gli abitanti, terrorizzati, fuggiti. Per molto tempo le campagne di S.Giuliano furono un tetro scenario di morte e desolazione, regno incontrastato di lugubri uccellacci che si cibavano dei resti dei combattenti che, mal sepolti, affioravano qua e là. Tutto ciò sino a che, costruito il Monastero della Vittoria, si poté, con l'ausilio dei frati Celestini, raccogliere interamente quei miseri resti e dar loro definitiva sepoltura. Bonificato in tal modo il terreno, i contadini ebbero il coraggio di tornare a riprendere i lavori nei campi incolti da anni. Il marchese Brivio, che fu tra i più danneggiati, godette, a titolo di riparazione, una diminuzione delle tasse e più tardi fece ricostruire le case distrutte di Zivido ed il castello, ponendo mano al rifacimento della rocca, semidistrutta. Questi avvenimenti hanno fatto scorrere fiumi di inchiostro; e chi volesse maggiormente approfondire l'argomento, inquadrato in un'ampia visione storica, può leggere "La Battaglia di Marignano" scritta dal Dott. Gerosa Brichetto in occasione del 450° anniversario dello storico fatto d'arme. Nessuno meglio di lui [a giudizio di chi scrive la fonte che sto consultando. Nota di Lunaria] è riuscito a far rivivere quei lontani, tristi giorni del settembre 1515."

.jpg)
.jpg)
.jpg)