Ho preso questo Urban Fantasy del 2017, che mi ispirava... è una rivisitazione del Fantasma dell'Opera.
Su questo personaggio avevo già letto lo splendido "Il Castello Incantato" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/03/il-castello-incantato-di-anne-stuart.html
Ecco la trama: Rune Germaine ha una splendida voce, paragonabile a quella di un angelo, ma è afflitta da una terribile maledizione: quando si esibisce, infatti, si sente malata e stanca, come se la bellezza del suo canto le rubasse ogni volta un po' di vita. Sua madre, nel tentativo di aiutarla, decide di iscriverla ad un conservatorio poco fuori Parigi, convinta che l'arte potrà curare la strana spossatezza di Rune. Poco dopo il suo arrivo nel collegio di RoseBlood, la ragazza si rende conto che c'è qualcosa di soprannaturale nell'aria: il misterioso ragazzo che vede spesso in cortile, infatti, non frequenta nessuna delle classi a scuola e scompare rapidamente come è apparso. Non ci vuole molto perché tra i due nasca un'amicizia segreta. Thor indossa abiti che sembrano provenire da un altro secolo e in sua presenza Rune si sente meglio, quasi cominciasse a guarire. Ma tra i corridoi di RoseBlood c'è una terribile minaccia in agguato e l'amore tra Rune e Thor verrà messo a dura prova. Dalla scelta di Thor, infatti, potrebbe dipendere la salvezza di Rune o la sua completa distruzione.
Recensione di Lunaria: davvero bellissimo questo "Rose Blood"! Rivisitazione del "Fantasma dell'Opera" di Leroux, caratterizzato da una narrazione con parole ricche di fascino barocco e operistico. Insieme alla "Touched saga", "Rose Blood" mi ha conquistata e lo metto ai primi posti nella mia classifica di Urban Fantasy preferiti. A volte mi sono dovuta staccare dalla lettura a malincuore, perché fin dalle prime pagine mi aveva proprio incantato e facevo davvero fatica a smettere di leggerlo. Unica pecca: l'Autrice, specie a metà romanzo, divaga su qualche personaggio secondario abbastanza inutile, per la verità, di cui "non ce ne può fregare de meno", perdendosi nel raccontarci inezie o prolissità su tizio o caia, e rallentando un po' il ritmo, visto che attendiamo trepidanti che si manifesti il Fantasma e che Rune e Thor si incontrino, ci importa davvero poco dei "compagni di classe di Rune", del tutto irrilevanti, per lo più!
Sono poche le pagine dove la passione tra Rune e Thor sfocia in amplessi e baci, perché il tutto resta, per la maggior parte del romanzo, sublimato in atmosfere platoniche e "suggerito": un po' di eros carnale in più sarebbe stato gradito...
Gli stralci più belli:
"Il fatto che abbia smesso di piovere mi tranquillizza appena. La nebbia avvolge il paesaggio, calando sulla strada mentre percorriamo il ponte. L'accademia RoseBlood torreggia, cupa e spaventosa. L'architettura barocca, fosca e imponente, la fa sembrare un castello minaccioso e non un teatro dell'opera in un luogo remoto. La cupola dell'auditorium - una calotta di bronzo che si staglia nel cielo uggioso come una corona spettrale - si poggia su un tetto timpanato su cui un cavallo alato fa da guardia accanto ad Apollo. (...) In "Il Fantasma dell'Opera, un tetto simile giocava un ruolo fondamentale e romantico nella storia. è lì che Christine e Raoul si sono incontrati e dichiarati amore eterno. Erano spiati dal Fantasma (...) L'immenso edificio è ricoperto di edera e licheni. La luce dei fari viene riflessa sulla facciata bagnata, che appare di un bianco etereo, ma quando ci avviciniamo, risalta il vero colore della pietra. Il tempo l'ha erosa fino a farla diventare di un verde turchese squamoso, come la coda di una sirena. Degli antichi lampioni, quelli che ci si aspetterebbe di vedere su una cartolina vittoriana, punteggiano la terrazza anteriore ed emettono un bagliore giallo inquietante nella foschia. (...) La scuola è fianchettata su un lato da un giardino incolto. I primi fiori autunnali crescono in modo disordinato, foglie verdi e argentate, rose cremisi e dei fiori bianchi delicati si infrangono come onde su una recinzione di ferro battuto che un tempo li conteneva. Dietro al giardino, in lontananza, ci sono un cimitero e una cappella. L'edificio in pietra abbandonato sorge alto e fiero, nonostante sia vecchio e decrepito come le lapidi e le statue che lo circondano. Delle vetrate istoriate in frantumi brillano come se fossero gli artigli di una violenta creatura dell'arcobaleno che si fa strada tra la nebbia. Eppure, nonostante la sua bellezza inquietante, sembra piegarsi di paura davanti all'ombra sconfinante della foresta che incombe con l'arrivo della sera."
"Rune", mormorò sottovoce. Nei tempi antichi, le rune erano liturgie mistiche e divine che servivano a lanciare degli incantesimi. Questo spiegava perché era stregato da lei.(...) Aveva assaporato la musica, più sfarzosa del miele fresco che si scioglie sulla lingua; aveva sentito le note sulla sua pelle, che lo placavano come gocce di pioggia durante una giornata calda."
"Thorn aveva seguito gli insegnamenti del suo tutore e aveva creato le proprie maschere - alcune di tessuto, altre di ceramica - per coprire la metà destra del viso e rendere omaggio alla sua stirpe mista. Anche se non aveva nessun difetto fisico da nascondere, dentro di lui si annidava un demone che aveva timore di portare alla luce del giorno." La luce di Rune. Il bianco più puro che avesse mai visto... vero, raro... l'essenza di un angelo. Thorn lo rivoleva per nasconderlo nel proprio corpo, per scaldarlo e far risorgere la sua musa. "Vuole essere libera. L'ho percepito", aggiunse Thorn.
"La loro specie discendeva dai cacciatori... si insinuavano nelle camere buie per indossare come perle preziose sulle loro carne il respiro delle donne addormentate, dirottando i loro sogni e seducendo i loro corpi e il loro spirito, traendo energia dalla loro passione, dai loro bisogni e dalle loro paure."
"Il paesaggio incolto è formato da cespugli, rovi, rampicanti ed erbacce alte fino alle ginocchia su ciascun lato del sentiero di ciottoli. In lontananza, le rose rosse che mi arrivano al petto ondeggiano al ritmo del vento dal sapore di pioggia, come attori che ringraziano per l'encore. I fiori autunnali spuntano dalle tombe dei boccioli estivi ormai morti, che non vogliono lasciar cadere i propri abiti viola, arancione, oro e blu, nonostante quanto siano sgargianti rispetto al panorama appassito. Le nuvole formano una massa grigia che copre il cielo. Uno strato sottile di nebbia cala sulle piante e sul mio viso, come ragnatele eteree. (...) E i fantasmi. Volto lo sguardo verso le rose alla mia destra, quelle che sono morte al tocco della mano di un uomo domenica scorsa. Il modo in cui ondeggiano sugli steli, nere e pesanti, dimostra che non l'ho immaginato. Sento una morsa al petto e i passi vacillano quando noto un pezzo di tessuto grigio, legato a dei fiori dorati sotto un cespuglio spinoso."
"Dal bocciolo di petali sgorga un liquido che scorre e sgocciola, come se le rose sanguinassero dall'interno. I tuoni rombano nel cielo e una goccia di pioggia mi bagna il viso. Tremo, anche se non è la tempesta imminente a farmi rabbrividire, ma il modo in cui il sangue scende nelle fessure sulla roccia accanto ai rovi, formando delle lettere, come se la Morte stessa stesse scrivendo delle parole in corsivo davanti ai miei occhi: C-a-r-a-R-u-n-e"
"Il mio nome, scritto nel sangue, mi paralizza. Si alza il vento, freddo e brutale. (...) Non riesco a muovermi neanche quando la pioggia fredda mi colpisce, bagnandomi la testa e i vestiti. Non lo faccio, finché non vedo i petali bianchi di rosa puliti, la scritta rossa che si sparge in rivoli, le parole si cancellano, facendomi comunque sentire nauseata alla loro assenza... violata e confusa."
"[...] La sagoma che incombe su di me ha una forma diversa: spalle larghe e un corpo maschile in abiti scuri. Intenta a guardarla, non mi accorgo che ha smesso di piovere, che le nuvole si sono diradate e una luce grigia trasparente indora la stanza. Metto a fuoco la figura in piedi davanti a me prima che posso rendermene conto. Ricci e folti capelli scuri gli ricadono sulla fronte, sgocciolando sul naso della maschera bianca di porcellana che gli copre metà viso. Rivoli d'acqua scorrono sul lato scoperto del volto"
"è il giardiniere... il Fantasma. Non era soltanto la mia immaginazione, era tutto vero. Sono turbata dalla descrizione della sua deformità in ogni rappresentazione della storia, da ciò che nasconde sotto la maschera: pelle marcia gialla... nessun naso o labbro superiore... la fronte e l'occhio affossati. Ma la mia attenzione è attirata dal lato sinistro e dai lineamenti simmetrici e sensuali. è la sua metà complementare, due poli opposti, premuta sul viso immacolato di un uomo come due parti spaiate di argilla."
"Sei sempre stato tu. Le rose sanguinanti, le uniformi strappate, l'uccello morto." (...) Non ho il coraggio di chiedergli perché l'abbia fatto... forse per attirarmi qui, così lo avrei trovato. Ma perché? Poi capisco... so qual è l'unico motivo per cui vorrebbe che lo trovassi. E lo voglio anche io, lo voglio così tanto che il mio sangue brucia."
"I miei occhi incrociano i suoi, tutti gli altri sensi sono in armonia con ogni aspetto della sua realtà: la forza delle sue dita avvolte nella pelle, strette nella mia mano, il ritmo costante del suo fiato a pochi centimetri dalla mia fronte... il profumo della sua pelle calda, umida e terrosa, come il muschio nella foresta, bagnata dalla luce del sole e dalla rugiada."
"Cosa sei tu?", mormoro. La parte scoperta del suo viso muta, addolcendosi in un'espressione aperta ed eterea da sembrare quasi angelica. "Cosa siamo, vuoi dire." La sua risposta, pronunciata con accento francese, riverbera nella cappella, profonda e roca."
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