Uno stralcio tratto da "La Colomba del Castello" dei Delly, (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/04/la-colomba-del-castello-dei-delly.html) (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/10/i-romanzi-della-rosa-e-dei-delly.html) che, in queste righe, ci ricorda molto i romanzi alla Ann Radcliffe e la poesia cimiteriale (https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2013/06/thomas-gray-elegia-scritta-in-un.html) (https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/08/la-poesia-sepolcrale.html) (https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2021/01/nuovi-commenti-allopera-del-foscolo.html)
(https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2021/03/monumenti-funebri.html)
"Chiacchierando, continuarono ad avanzare. Uscirono dal parco passando da un cancelletto e si trovarono nella landa. Percorrendo un sentiero sassoso, giunsero a una pineta di vaste proporzioni, che Ginetta non conosceva ancora. Sulla landa l'aria era viva e fresca, nonostante il sole; ma penetrando sotto i pini, Ginetta fu colpita dal tepore che vi regnava. Un acutissimo odore di resina imbalsamava l'aria; dal suolo ricoperto di un fitto strato erboso sorgevano alte felci ed eriche stupende. Venendo dalla landa soleggiata, l'ombra che qui si stendeva, sembrava intensa. Un largo sentiero che l'erba invadeva era tracciato fra i pini e scendeva in dolce pendio. A un tratto Ginetta vide dinanzi a sé un lungo e basso edificio di granito nero, dall'aspetto stranamente lugubre, soprattutto con quello sfondo di cupa verzura, che proiettava all'intorno un'ombra funerea. Si avvicinarono all'uscio di querce, semiaperto. Anna lo spinse, ed entrarono nella lunga e bassa galleria lastricata di granito, rischiarata da alte finestre ornate di vetri bianchi offuscati dalla polvere e dai ragnateli. Da ciascun lato erano allineati i sepolcri di granito che portavano scolpito, su una lastra di marmo, il nome del morto. Un nauseante odore di muffa fluttuava nell'aria umida. La signorina Francesca era là, ritta dinanzi a una tomba sulla quale appoggiava le mani congiunte. Ella si volse e disse sottovoce: "Anna ha voluto farvi fare questa funebre visita, signorina? Che triste luogo di sepoltura hanno scelto i miei antenati, non vi pare?" L'aspetto lugubre del luogo è parso loro senza dubbio in armonia con l'uso a cui volevano destinarlo. Quanto a me, non ho mai capito perché si voglia, di proposito, rendere tristi le vicinanze dei sepolcri. Vidi un giorno, in Italia, un cimitero così soleggiato, così fiorito, così luminoso, che mi sarebbe piaciuto molto riposare là! Tali luoghi ci rammentano meglio la misericordia di Dio e le bellezze del Paradiso. Qui pensiamo soprattutto alla giustizia, all'abisso eterno dell'espiazione... è vero!, disse Ginetta. E in quell'istante ella rivedeva col pensiero il piccolo camposanto di Kersanlic, situato all'ombra della vecchia chiesa e profumato, nella bella stagione, dalle viole e dalle rose, a cui si univano gli effluvi del mare. Che differenza tra la tomba dei suoi cari genitori, tutta fiorita, sormontata dalla croce redentrice, e quel freddo sepolcro!"
"Il conte Carlo Marcill e la figlia riposavano ora accanto ai loro antenati nel cupo sepolcro avvolto dall'ombra funebre dei pini. Ma il conte Roberto si proponeva di fare inalzare nella cappella del castello, restituita al culto cattolico, un sontuoso mausoleo di marmo bianco, per colei che tutti chiamavano la piccola santa, la colomba del castello di Rudsay."