Jane Eyre: le frasi più belle



"Quando mi destai era giorno. Un movimento insolito mi scosse dal mio torpore. Guardai. Ero sulle braccia di qualcuno. L'infermiera mi sorreggeva (...) Un paio di giorni dopo seppi che la signorina Temple, nel ritornare nella sua camera all'alba, mi aveva trovato distesa sul lettino. (...) Io ero addormentata e Elena era... morta. Essa è sepolta nel cimitero di Brocklebridge: per quindici anni dopo la sua morte la sua tomba fu coperta solamente di un tappeto di erba; ma ora una lapide di marmo grigio segna quel posto e sopra ci sono scritti il suo nome e la parola Resurgam"

"Il terreno era duro, l'aria calma, la strada solitaria. Camminai dapprima in fretta per riscaldarmi, e poi rallentai il passo per godere e analizzare il piacere che suscitavano in me l'ora e le circostanze. Quando passai sotto il campanile , le campane della chiesa suonarono le tre. Il fascino dell'ora stava nell'oscurità che si avvicinava, nel lento tramontare del sole pallido. Mi trovano a un chilometro e mezzo da Thornfield, su un sentiero noto per le rose canine d'estate, per le noci e le more in autunno, e che ancora conservava alcuni tesori color del corallo nelle bacche del biancospino e della rosa canina, ma il cui piacere migliore consisteva nella solitudine profonda ed estatica. Se spirava un soffio d'aria, non si sentiva rumore, perché non c'erano agrifogli e sempreverdi a frusciare, e i nudi biancospini e i cespugli di nocciole erano immobili come i ciottoli bianchi sparsi sul viottolo. Da ogni parte si stendevano i campi, dove non c'era ora il bestiame a pascolare; e i piccoli uccelli bruni, che volavano di tanto in tanto sulla siepe, parevano delle foglie rossicce che si erano dimenticate di cadere. (...) Dal mio posto potevo vedere in basso Thornfield. Il castello grigio e merlato era la cosa che più attirava l'attenzione nella valle, sotto di me; e suoi boschi e il roccolo nero risaltavano contro l'occidente. Mi fermai finché non vidi scomparire il sole fra gli alberi in un rosso di fiamma. Allora girai verso oriente. Dinanzi a me, sulla sommità della collina, sorgeva la luna; ancora pallida come una nuvoletta, ma ogni momento più lucente, essa sovrastava il villaggiodi Hay che, semisperduto fra gli alberi, mandava verso il cielo il fumo bluastro dei suoi camini."

"Una splendida estate illuminava l'Inghilterra. La nostra terra cinta dal mare raramente era stata favoritada una successione così lunga di giornate dal cielo tanto sereno, dal sole radioso che si poté godere in quel periodo. Sembrava che una scorta di giorni d'Italia fosse giunta dal sud come uno stuolo di eccelsi uccelli migratori, e si fosse fermata a riposare sulle colline di Albione. La fienagione era terminata; i campi intorno a Thornfield erano verdi e falciati; le strade bianche e bruciate. Gli alberi erano in pieno rigoglio; le siepi e il bosco erano coperti di fogliame cupo in contrasto con la luminosità delle praterie vellutate frammezzo. (...) Era l'ora più dolce della giornata. Il giorno aveva perduto la sua calura ardente, e la rugiada ristorava la pianura assetata e le cime riarse. (...) Presto si sarebbe ornato della luna; ma questa non era ancora apparsa sull'orizzonte."

"Whitcross non è né una città e neppure un villaggio. è un pilastro di pietra in mezzo a un crocevia, dipinto di bianco, suppongo, per renderlo visibile a distanza e nell'oscurità. Quattro strade si partono da esso, e secondo la scritta, la città più vicina è a 15 km e la più lontana a 25. Dai nomi noti di queste città apprendo in quale contea mi trovo: sono le terre continentali del nord, coperte di brughiere a attraversate da montagne. Ed eccole: da ogni lato intorno a me si stendevano brughiere, e elevazioni montane si trovavano al di là di una profonda valle che si trovava ai miei piedi. La popolazione vi doveva essere rada, e non vedevo nessuno per quelle strade, che si dirigevano verso i quattro punti cardinali, bianche, lunghe e solitarie. Sono tagliate nella landa e sui margini cresce l'erica fitta e selvaggia. (...) Entrai nell'erica, e seguii un fossato scavato nella brughiera. Affondai fino al ginocchio nelle erbe brune. Seguii le sue giravolte e trovai, in un angolo ascoso, un blocco di granito coperto di muschio: sedetti sotto di esso. Intorno a me c'erano le alte sponde della brughiera; la roccia mi proteggeva la testa: al di sopra il cielo." "(...) dopo essere stata per quasi un'ora in ascolto della sorda furia della tempesta, accesi una candela, presi "Marmion" [di Walter Scott] e ben presto la musica di questi versi

Day set on Norham's castled steep,

and Tweed's fair river broad and deep,

and Cheviot mountains lone;

the massive towers, the donjon keep,

the flanking walls that round them sweep,

in yellow lustre shone… (*)


mi fece dimenticare la tempesta.


(*) Sorgeva il giorno sulla rocca turrita di Norham, sull'ameno fiume Tweed largo e profondo. E sui solitari monti Cheviot; le torri massicce, il torrione, i barbacani fiancheggianti tutt'intorno, splendevano di luce gialla…

Nota di Lunaria: un romanzo che, nelle sue pagine ambientate nella tenuta dispersa in campagna, ricorda le atmosfere di "Cime Tempestose": "L'Angelo di Marchmont Hall"