La Portatrice di Ceneri (racconto) con sottofondo di My Dying Bride

Un racconto che lessi da ragazzina, e che oggigiorno apprezzo ancora di più... Un consiglio: leggetelo con sottofondo di questo album dei My Dying Bride (che mi ha tenuto compagnia mentre lo trascrivevo) che è uno dei miei album preferiti della Mia Sposa Morente... 💜💀




L'alta, solenne donna nera reggeva l'urna delle ceneri con entrambe le mani. I capelli ricciuti, color ebano, le arrivavano alle spalle. Il suo corpo era coperto di tela grezza; i suoi piedi erano scalzi. Non possedeva nulla, al mondo, tranne l'urna.

Mentre attraversava il villaggio gli abitanti ammutolirono e si fecero da parte, impauriti da quella presenza temuta e indesiderata, che annebbiava la loro vista e faceva irrigidire i loro corpi. Tuttavia le permisero di passare.

La Portatrice di Ceneri camminava a testa alta, lo sguardo fisso di fronte a sé. Davanti a lei, la gente taceva; dietro di lei, la gente mormorava, segnandola a dito. All'improvviso Luke, l'uomo più coraggioso del villaggio, le si parò di fronte. La Portatrice di Ceneri, però, non cercò di aggirarlo, e la cosa mandò Luke su tutte le furie.

"Chi sei? Perché sei venuta qui?", chiese.

Gli altri, meno coraggiosi, gli si fecero intorno. 

Ormai la Portatrice di Ceneri, anche se avesse voluto, non avrebbe più potuto girargli intorno. "Vengo in pace", disse la donna. "Lasciatemi andare in pace."

"Prima dimmi chi sei", ordinò Luke, più baldanzoso, ora che non era più solo e che aveva udito la voce di lei, bassa e carezzevole. "E dimmi di chi sono le ceneri che porti e perché le porti."

La donna osservò Luke con fermezza, senza battere ciglio. Spostò leggermente la testa, per esaminare i giovani e i vecchi che le sbarravano la strada, alle spalle di Luke: c'erano neonati in braccio alle loro madri, uomini robusti e giovani donne.

"Lasciatemi passare", disse la Portatrice di Ceneri, con voce tranquilla.

Luke si chinò per raccogliere un sasso e gli altri lo imitarono. I loro occhi brillavano, accesi.

"Rispondi alle mie domande e ti lascerò passare."

"Sono la Portatrice di Ceneri. Non cerco guai, ma solo pace... Lasciami passare."

"Di chi sono le ceneri nell'urna? Di un amante? Di un marito?", chiese una voce diversa. Altri mormorarono la stessa domanda.

La donna non rispose. Che cosa avrebbe potuto dire, per convincere quella gente? Aveva detto la verità tante e tante volte, ma ne aveva ricavato solo sassi e percosse.

Era stata colpita e, dunque, aveva dovuto colpire.

Era stanca, esausta… aveva la morte nel cuore. Stanca di viaggiare; stanca di nuove città, di nuovi villaggi e di nuovi volti; ma soprattutto, stanca di imbattersi sempre negli stessi pregiudizi.

Luke le si avvicinò; i suoi occhi brillavano, avidi. "Di che cosa vivi? Porti con te solo la tua urna. Non credo sia piena di cenere; sento odore di oro e gioielli."

La Portatrice di Ceneri strinse a sé l'urna.

"Dammela!"

"No, non posso", disse tristemente, ben sapendo che, anche quella volta, sarebbe stata sconfitta.

Luke si girò, rivolgendosi agli altri.

"Prendetela e tenetela stretta, amici miei! Porta ricchezze per tutti noi. Lo sento!"

La Portatrice di Ceneri fu rapidamente atterrata; molte mani le impedivano di muoversi.

"Non apritela. Per favore, non apritela", cercò di dire, nonostante avesse la bocca piena di sangue.

La folla ammutolì. Luke teneva in mano l'urna; con avidità, ne sollevò il coperchio e vi guardò dentro.

La Portatrice di Ceneri chiuse gli occhi, sforzandosi di liberare il grido che aveva dentro, perché tutti lo sentissero. Eccolo, infine: un ululato da far gelare il sangue… se ci fosse stato qualcuno ad ascoltarlo.

Poi venne il pianto… così triste…

La Portatrice di Ceneri si alzò in piedi e, prima di guardarsi intorno, si asciugò gli occhi con il dorso della mano.

Non c'era più niente, più nessuno.

Richiuse l'urna, la sua urna senza fondo, piena di ceneri, piena di anime.

Con lentezza, la raccolse: era più pesante, ora; come lei, fin dall'inizio, sapeva che sarebbe stato.

E riprese il suo cammino solitario.