Durante la sua vita, William Hope Hodgson fu definito "uno scrittore su cui si è posato il manto di Poe". Lovecraft lo definì secondo solo ad Algernon Blackwood nel delineare l'irrealtà. "Pochi lo eguagliano nell'adombrare la vicinanza di forze sconosciute e di mostruose entità attraverso cenni casuali e particolari insignificanti, oppure nel comunicare le sensazioni dello spettrale e dell'anormale legati ai luoghi" (Lovecraft)
Lovecraft, poco prima della sua morte avvenuta nel 1937, scrisse di essere rattristato dal fatto che le opere di Hodgson fossero "conosciute molto meno di quanto meriterebbero". Solo negli ultimi anni, dopo la ristampa dei suoi racconti, ad Hodgson è stata tributata la fama che non ottenne quando era ancora vivo. Nel 1914 scriveva disperato: "Non ho guadagnato nemmeno un penny dai miei ultimi libri"
William era il secondo di dodici figli, tre dei quali morirono in giovane età. Nacque il 15 novembre del 1877, a Blackmore End, nell'Essex, dove suo padre era pastore anglicano. Quando il padre morì, Hodgson, a soli 14 anni, andò a Liverpool e si imbarcò come mozzo su un veliero mercantile che compiva traversate oceaniche. A seguito di maltrattamenti subiti da parte di un Secondo Ufficiale, Hodgson divenne un cultore dello judo e fu ossessionato dallo sviluppo del corpo.
Quando era imbarcato, Hodgson si dedicava alla fotografia, fotografando cicloni e uragani. Dopo otto anni trascorsi in mare, decise che era "una vita da cani". Nel frattempo, aveva ottenuto il grado di Terzo Ufficiale ed era stato insignito dalla Royal Human Society della medaglia per atti di eroismo: al largo delle coste della Nuova Zelanda si era tuffato nelle acque infestate da squali per salvare il Primo Ufficiale della sua nave dall'annegamento. Nel 1903 iniziò a scrivere: articoli di cultura fisica e di fotografia; l'anno seguente passò alla narrativa e scrisse un breve racconto dal titolo "La Dea della Morte": ispirandosi ad una statua di Flora esposta nel Parco di Blackburn, Hodgson scrisse di una piccola città inglese, nella quale si trova una statua hindu, sottratta ad un tempio indiano. La statua si anima per vendicarsi delle persone che l'hanno rubata (Nota di Lunaria: si potrebbe fare un collegamento con il famoso racconto "La Venere d'Ille" di Prosper Mérimée). Fu la seconda storia, "A tropical horror", a far guadagnare ad Hodgson fama e rispetto da parte degli scrittori e degli editori. Su questo racconto, il critico J. Greenhough Smith scrisse: "Benché questa storia - un racconto del terrore sul mare - possa essere troppo raccapricciante per il gusto di qualcuno, è scritta con grande maestria e con un certo realismo, che attira e trattiene l'attenzione del lettore in un modo che ricorda le cose migliori di Defoe." E fu proprio dal mare, pur criticando aspramente la vita da marinaio, che Hodgson trasse l'ispirazione per i suoi racconti più belli ed agghiaccianti. La maggior parte dei suoi racconti d'orrore sul mare sono infatti ispirati alle leggende del Mar dei Sargassi. In questo modo, lo scrittore creò tutto un mondo, immaginario ma vivido, di terrore. Il suo primo romanzo fu "L'equipaggio del Glen Carrig", che verte sulla storia di un equipaggio che naufraga e trova rifugio su un'isola abbandonata, abitata da mostri terrificanti. Hodgson consolidò quindi il suo successo con "La Casa sull'Abisso" (1908)
Lovecraft lo considerava il migliore dei lavori di Hodgson; si incentrava su una casa irlandese, solitaria e mai vista, che è il punto focale di terribili forze proveniente da un altro mondo (Nota di Lunaria: tratterò questo libro in un'analisi a parte)
L'anno seguente, il 1909, fu pubblicato "I pirati fantasma": è l'affascinante racconto sull'ultimo viaggio di una nave maledetta e stregata e sui terribili esseri marini che l'assediano trascinandola alla fine verso un destino ignoto. Ma i racconti non gli procuravano denaro e Hodgson doveva guadagnarsi da vivere; passò ai racconti polizieschi, in un periodo in cui decine di scrittori cercavano di emulare il successo dello Sherlock Holmes di Conan Doyle.
Hodgson inventò quindi un nuovo tipo di detective: Carnacki, un investigatore dell'occulto, che lottava con forze provenienti dall'Altro Mondo. (Nota di Lunaria: che vedremo prossimamente)
Tra il 1910 e 1911 Hodgson scrisse quello che considerava la sua opera migliore: "La Terra dell'Eterna Notte." Si svolgeva in un futuro lontano milioni di anni, quando il Sole ormai sarà morto e la notte sarà eterna. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si offrì volontario, benché avesse quasi quarant'anni. All'inizio dell'aprile 1918, Hodgson respinse un attacco nemico; pochi giorni dopo, il 19 aprile 1918, rimase ucciso in un bombardamento. Per tutta la vita aveva scritto poesie. Nel 1920 vennero pubblicate le sue poesie in due edizioni: "Il Richiamo del Mare" e "La Voce dell'Oceano":
"Sto morendo, e il mio lavoro mi è davanti/come una matita spezzata da un coltello/così mi ha spezzato il filo crudele/del pensiero della lama affilata/che foggiò la mia vita/e che mi rese pronto e avido di parlare davanti a Te/ed ora muoio, preparato tanto da cantare"
Questa raccolta
contiene:
Il mostro
Lamie
Il mare
La bestia orribile
Dio, Dio, perché non mi aiuti?
Il Mar dei Sargassi