Introduzione al Decadentismo

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Nella seconda metà dell'Ottocento si sviluppa in Francia una corrente culturale destinata ad influire su tutta la letteratura del Novecento: il Decadentismo, che a sua volta darà vita al Simbolismo.
La borghesia, che nei primi anni dell'Ottocento si era battuta per gli ideali di libertà ed uguaglianza, adesso si fa portavoce di ideologie del tutto opposte: alla solidarietà si sostituisce la legge dell'utile a ogni costo, all'uguaglianza la disuguaglianza sia tra paesi poveri e paesi ricchi, sia all'interno della stessa nazione, fra chi detiene il potere economico e politico e chi è destinato allo sfruttamento e all'emarginazione; alla libertà si sostituisce l'esaltazione della legge del più forte che giustifica la violenza e la guerra; al principio di fratellanza lo sfruttamento coloniale di milioni di uomini.
In questa nuova realtà l'intellettuale si trova a disagio, rifiuta polemicamente sia la morale sia la visione della vita della borghesia e, avvertendo un vuoto di ideali, una mancanza di valori che diano significato all'esistenza, si sente sradicato, condannato alla solitudine e all'incomunicabilità. Si rende conto dell'inutilità dell'arte e del suo ruolo di poeta in un mondo volto esclusivamente al profitto, al cattivo gusto e alla volgarità. Si chiude pertanto in un esilio volontario, rispondendo con una sorta di autoemarginazione all'emarginazione oggettiva a cui la società condanna l'arte e chi la pratica; muta il rapporto tra letteratura e società e mutano anche il ruolo del poeta e il modo di far poesia.
Mentre il poeta romantico pur attento alla propria soggettività, sentiva di condividere i valori e gli ideali della comunità a cui apparteneva e se ne faceva coscienza e guida, il decadente sa di non poter più comunicare nessuna verità ad una società che sente estranea ed ostile e si compiace di provocare il lettore celebrando tutto ciò che la società borghese aborre e condanna: perversione, malattia, disfacimento fisico e morale, morte [Nota di Lunaria: in parte già celebrati da certa poesia barocca del Seicento; vedi anche: http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/09/poesia-barocca-del-seicento.html
 http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/la-bellezza-la-malattia-e-la-morte-in.html
 http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2018/01/la-fanciulla-perseguitata-nei-romanzi.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/la-bellezza-dellorrido-nel-romanticismo.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/amore-e-morte-nella-tragedia-italiana.html], i temi privilegiati della narrativa e lirica decadente. L'intellettuale decadente si sente diverso, malato, in una società di sani - o meglio, malati che non sanno di esserlo - ma al tempo stesso si compiace di questa sua diversità che gli consente di cogliere il marcio sotto le apparenza della salute, e affina la sua sensibilità e le sue capacità percettive.
All'attivismo borghese viene contrapposta la contemplazione: secondo Proust la vita vera è quella che si assapora attraverso il ricordo piuttosto che nel momento in cui viene veramente vissuta e Axel, protagonista del romanzo di Villiers de l'Isle Adam, afferma: "Vivere? Ci pensano i nostri servi per noi."
Tutto questo comporta naturalmente anche un nuovo stile: al linguaggio della poesia tradizionale si sostituisce un linguaggio allusivo, oscuro, soggettivo che privilegia la sinestesia e l'analogia e si affida alla suggestione evocativa dei suoni.
Il Decadentismo nacque in Francia intorno agli anni Ottanta fra intellettuali e artisti estranei ai circuiti della cultura tradizionale, che si riunivano in circoli dai nomi bizzarri come "Nous Autre", Noi Altri e "Chat Noir", "Gatto nero". Il termine fu coniato dalla critica ufficiale in senso dispregiativo nei confronti dei giovani poeti che vedevano in Baudelaire un maestro. I detrattori presero spunto dal verso iniziale di Verlaine che diceva "Je suis l'empire à la fin de la decadence", "Io sono l'impero alla fine della decadenza". I nuovi poeti assunsero questo appellativo come etichetta d'avanguardia letteraria. Nacque anche una rivista, diretta da Anatole Baju, il cui titolo era "Le Decadent". Testi esemplari del Decadentismo furono "I poeti maledetti" di Paul Verlaine e "A ritroso" di Joris Karl Huysmans. I maggiori esponenti furono Charles Baudelaire [*] http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2018/05/introduzione-ai-fiori-del-male-di.html
Paul Verlaine, Arthur Rimbaud, Stephane Mallarmé, Oscar Wilde, Giovanni Pascoli https://myricaepoesie.blogspot.com/
e Gabriele d'Annunzio http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2018/02/gabriele-dannunzio-le-poesie-e-le.html

Ma l'influenza del Decadentismo non si limita solo a questi scrittori, in realtà tutta la cultura del Novecento si è sviluppata sotto l'influsso del Decadentismo. Senza di essi non si potrebbe comprendere l'opera dei maggiori poeti e narratori moderni, da Proust a Kafka, da Ungaretti a Montale, da Joyce a Svevo, a Pirandello [e a tutta la scena Black Metal che ha nella blasfemia e nel morboso il suo concept. Nota di Lunaria]

[*] Con Baudelaire nasce la figura del "poeta maledetto", tormentato da laceranti conflitti interiori ed estraneo al mondo che lo circonda, il quale esprime il suo disagio esistenziale attraverso l'autodistruzione fisica e morale e la ricerca di sensazioni raffinate e morbose. Il gusto del male e della decadenza va però inteso come reazione all'impossibilità di attingere la purezza e la perfezione verso cui il poeta si sente profondamente attratto e che sa di non poter conquistare. Questa sofferenza che porta il "poeta maledetto" alla distruzione e alla morte precoce si traduce in un'arte altissima e perfetta attraverso la quale egli si libera dale male e dalla sofferenza della vita [**]

[**] Ne è un esempio Cioran, che scriveva

"Promossi al rango di incurabili, siamo materia dolente, carne urlante, ossa rose da grida, e i nostri stessi silenzi non sono che lamenti strozzati."

"Distruggere significa esercitarsi a non essere niente."

"Le ossessioni espresse sono affievolite e per metà superate. Un libro che esce è la tua vita o una parte della tua vita che non ti appartiene più, che ha cessato di opprimerti e logorarti."

"A furia d'insistere sulle mie miserie passate e future, ho trascurato quelle del presente. Ciò mi ha consentito di sopportarle più agevolmente che se avessi consacrato le mie riserve d'attenzione."

Nota di Lunaria: per approfondire il Decadentismo morboso e che "flirta" col demoniaco, vedi la recensione fatta a "Là-Bas, Abisso" http://intervistemetal.blogspot.com/2017/08/la-blasfemia-black-metal-la-sua-origine.html
che, ovviamente, è un testo che sta "alle origini" dell'attitudine Black Metal.