"Potenti vampiri e loro amanti" è una sorta di pseudobiblion, ovvero libro immaginario, che nella finzione narrativa viene letto dalla protagonista di "Segreti di mezzanotte", Cassie Andrews.
L'autrice, di entrambi, è Jennifer St. Giles
La donna entrò nella tetra chiesa di pietra, timorosa di ciò che avrebbe potuto trovare, ma troppo sola nella vita per rinunciare a parlare di nuovo con quell'uomo. In precedenza mentre pregava davanti all'altare per ottenere l'amore che non aveva mai conosciuto, era arrivato lui. Si era inginocchiato davanti all'altare e aveva pregato ad alta voce, quasi allegramente, invocando il sangue benedetto dell'Agnello. I suoi modi disinvolti con Dio l'avevano indotta a smettere di pregare. L'aveva studiato, notando il suo abbigliamento, tutto nero, con un tocco di bianco conferito dal colletto (...) Dopo aver parlato per un po', lui si era alzato, accennando a un incontro importante. Poi, prima di andarsene, l'aveva invitata a raggiungerlo quella notte stessa per pregare di nuovo. E lei lo aveva fatto. (...) Esitò per qualche istante, osservando la luce che tremolava sulle pareti. Poi, dopo essersi guardata alle spalle, cominciò a scendere i gradini (...) invece di provare paura, si sentì spinta verso di lui, attratta dalla sua solitudine che eguagliava la propria. Con passo incerto, si avvicinò e toccò le parole sconosciute e le forme geometriche scolpite sul sarcofago. (...) Presa da un impulso irresistibile, mise entrambi le mani sulla pietra. Le vibrazioni cominciarono a scuotere il sarcofago e, in un'esplosione di luce, il coperchio si sollevò. L'uomo che aveva incontrato poco prima, ancora riccamente vestito di nero, si drizzò.
"Sei venuta" disse afferrandola per le braccia, con un atteggiamento ancor più tenebroso di prima. Lei urlò, spaventata dalla luce minacciosa dei suoi occhi. Lui sorrise, mettendo in mostra i canini aguzzi. "Non temere. Il tuo piacere sarà grande. Come lo sarà il mio."
Cercò con le labbra la vena pulsante della sua gola e lei gemette.
[...]
Invece di affondare i denti nel collo della donna, il vampiro passò le labbra sulla vena pulsante e le sfregò delicatamente la pelle coi canini. "Sento il calore del tuo sangue, Milady. Posso quasi gustarne l'abbondanza. Mi fai ribollire il sangue per il piacere della caccia e il bisogno di una compagna", disse il vampiro, attirandola nel suo letto di velluto fino a che lei fu in ginocchio fra le sue gambe. Anche la donna lo sentiva, sentiva il suo calore, sentiva il richiamo del desiderio che provava per lei. Aveva conosciuto solo il disprezzo per la sua semplicità, il peso del rifiuto e il morso della solitudine. (...) "Guardami", le ordinò.La spinta crescente del desiderio che provava lei stessa la indusse a cedere. Sollevò lo sguardo, e lui le sorrise, fissandola negli occhi con un'intensità che le arrivò all'anima.
"Sei mia, mia bella". (...) "Chi siete?" sussurro lei.
"Chiamatemi Armand. E come Salomone banchettò col suo amore, così farò io con voi per l'eternità." Le abbassò il vestito dalle spalle mettendo a nudo il seno e le pulsazioni del suo cuore. Poi si chinò ad assaporare la morbidezza cremosa delle sue carni.
[...]
"Chi siete?"
Lui sorrise, mostrando i denti aguzzi.
"Drago, un vampiro che non ha bisogno di una nazione né della ricchezza, ma solo dell'amore di una donna. Una donna che mi ami per me stesso e non per l'immortalità che rende grevi i miei giorni."
[...]
Mi s'inginocchiò accanto, lo sguardo bruciante che mi attraversava gli indumenti. "Ti offro tutto ciò che sono e tutto ciò che ho. Vieni con me stanotte."
(...) Si alzò in piedi e mi prese fra le braccia. "Sei mia. Non ci sono scuse questa volta."
Come aveva già fatto, mi trasportò velocemente lungo il corridoio fino alla sua camera, ma questa volta mi depose sul letto delicatamente. Chinatosi, mise la labbra sulle mie.
[...]
La giovane regina si girò, scostandosi con animo straziato da Drago, l'uomo che l'avrebbe strappata alla sua gravosa vita virginale per darle l'immortalità, l'unico del cui amore sincero sarebbe stata sempre certa.Tutti gli altri la volevano per un'altra ragione, per il potere, per la ricchezza o per diventare re. SOlo lui l'avrebbe amata per quello che era.
"Andate, vi prego. Per noi non ci sarà mai felicità. Sono vincolata a questa vita e voi a un'altra."
"Sette notti, mia regina vergine. Un'altra settimana per convincervi che il mio amore vale tutto ciò che vi lascereste alle spalle."
(...) Con le lacrime che le scendevano, lei gli premette le dita sulle labbra e lui ne mordicchiò delicatamente le punte con i canini, attento a non lacerare la pelle facendo sgorgare il sangue che desiderava disperatamente mescolare al proprio. Avrebbe potuto forzarla, premere la bocca assetata sulla sua gola e farla propria. Ma così avrebbe distrutto quella parte di sé che lo rendeva capace di amare.
Vedi anche:
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/04/storie-di-vampiri.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/01/intervista-col-vampiro-caccia-al.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/06/gotico-di-sangue.html