''L'Abbazia di Crighton'' di Mary Elizabeth Braddon (1871)

 L'Abbazia di Crighton apparteneva alla famiglia dai tempi del regno di Stefano, e dell'edificio originale rimanevano ancora una curiosa ala antica e un chiostro quadrangolare in eccellente stato di conservazione.  Le stanze da questa parte della casa erano basse, piuttosto cupe e oscure [...] Quando arrivai alle nove circa di una bella serata piena di stelle, la vecchia Abbazia era magnifica. Una leggera coltre di ghiaccio imbiancava l'ampia distesa erbosa che si stendeva dalla lunga terrazza di pietra davanti alla casa fino a un semicerchio di antichi e imponenti faggi e querce. Dalla stanza della musica, all'estremità dell'ala meridionale, alle finestre dalle pesanti cornici gotiche delle antiche stanza a nord, splendeva un unico fascio di luce. La scena mi ricordava il misterioso palazzo di una leggenda germanica, e quasi mi aspettavo di vedere le luci spegnersi di colpo tutte insieme, e la lunga facciata di pietra venire avvolta da una subitanea oscurità. [...] C'era uno spettro a Crighton... un visitatore spettrale senza il quale lo splendore di una casa antica e grandiosa non era completo? Sì, avevo udito vaghi accenni a un'oscura presenza che in rare occasioni era stata vista nei confini dell'Abbazia; ma non avevo mai potuto accertarmi di persona delle sue fattezze. [...] il passaggio di fuori era piuttosto desolato. Una fiabesca foresta di alberi inghirlandati di neve, le vallate bianche e i bianchi ondulati di neve, mentre la pioggia scorreva lenta e scontrosa sopra un'oscura distesa di erba fradicia e il lugubre sfondo di un bosco brullo. Il festoso rumore delle campanelle delle slitte non rallegrava più l'aria: tutto era silenzio e desolazione. 

Vedi anche: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/09/ann-radcliffe-come-special-guest-in.html  https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/07/la-campagna-inglese-nel-racconto-cleave.html https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/06/le-scrittrici-della-narrativa-horror-la.html https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/10/zofloya-di-charlotte-dacre.html

Ann Radcliffe come "special guest" in "Luci e Tenebre"!

Ebbene sì, in questo romanzo Rosa compare menzionata la sublime Ann Radcliffe!


Trama: Inghilterra, 1818: che cosa nasconde dietro il carattere scostante e misterioso Sebastian Penhurst, il Conte Maledetto, che abita in un castello arroccato su una scogliera della Cornovaglia, tetro e sinistro come il suo padrone? Il responsabile della morte dello zio e del fratello, come tutti sospettano, o semplicemente un essere schivo, al quale Prudence, giovane scrittrice, si ispira per i suoi romanzi, perché ha intuito che sotto quella dura scorza si celano un animo nobile, un uomo affascinante e una natura calda e appassionata, tutta da scoprire?

Gli stralci più belli: 

Autunno 1818, Cornovaglia, Inghilterra

Il vento ululava. Le imposte sbattevano. Millicent svenne. Il fantasma si sollevò, visione raggelante, incombendo sul corpo di lei disteso per terra...

"Perdinci!", borbottò Prudence sollevando gli occhiali che le erano scivolati sul naso e fissando con espressione sorpresa il foglio che aveva davanti. La sua eroina sveniva troppo spesso e il fantasma assomigliava troppo all'apparizione del suo primo libro "Il misterioso Alphonse". La sua seconda fatica letteraria non stava procedendo bene.

Aveva bisogno di un'ispirazione, pensò Prudence sospirando e guardando oltre i vetri della finestra verso la fonte primaria di ogni suo impulso creativo: Wolfinger Abbey.

D'accordo i romanzi di miss Radcliffe le avevano infuso il coraggio per iniziare a scrivere, ma era l'abbazia che alimentava la sua creatività. Wolfinger Abbey si ergeva in cima alla scogliera, avvolta nella nebbia, cupo e minaccioso gigante di pietra grigia che si stagliava contro il cielo livido, dimora per secoli dei conti di Ravenscar.

Quali segreti custodiva? Prudence se lo era chiesto fin da bambina, quando aveva inventato racconti di morte e distruzione, di passioni e delitti ambientati fra le mura dell'abbazia. Correva voce che nei suoi sotterranei ci fosse un dedalo di gallerie, usate in passato da banditi e contrabbandieri. 

Con suo disappunto, Prudence non aveva però mai trovato lo sbocco di nessuna di queste.

Prudence e gli altri bambini del villaggio si erano sfidati spesso a oltrepassare i minacciosi portoni o a entrare nel cimitero dove erano sepolti i monaci che un tempo avevano vissuto nell'abbazia. [...] era deserta da tempo [...] rimaneva, antica e imponente sentinella gotica. Come menhir immutabile teneva gelosamente racchiusi a sé i suoi misteri e attendeva con pazienza sangue nuovo. 

Alcuni sostenevano che fosse abitata dai fantasmi dei marinai che erano morti naufragando contro gli scogli sottostanti. Altri dicevano che fosse maledetta dal sangue malvagio dei Ravenscar che vi avevano abitato... 






Qui trovate gli stralci più belli:


Le Danze Macabre di Hans Halbein










L'ossessione della morte e il timore del giudizio divino sono temi ricorrenti dell'arte rinascimentale come "Il Trionfo della Morte" di Brueghel o la produzione di statue raffiguranti cadaveri in tutto il loro orrore, insistendo sugli effetti della decomposizione. Le Danze Macabre  e i Trionfi della Morte ricordano ai vivi l'ineluttabilità della morte.
Così mediante una pedagogia della paura (con tanto di illustrazioni raffiguranti la sorte dell'anima dei defunti) i cristiani si preparano alla morte.

"Io sont la morte che porto corona\Sonte signora de ognia persona": inizia così la didascalia in versi che illustra la Danza Macabra (1539) sulla parete della chiesa di S. Vigilio a Pinzolo. L'affresco è firmato da Simone II, esponente dei "Frescanti di Averaria"











Atre Nubi Atra Tempesta: la Tempesta in Pittura e nella Poesia del Seicento

Nota di Lunaria: trascrivo un brevissimo commento al celebre quadro di Giorgione, che ho letto su un vecchio volume mastodontico dedicato all'arte del Rinascimento e integro con altri quadri su questo tema e con una poesia che mi piace molto. 

Sì certo, è un post erotico che solo Lunaria può pensare di fare...

Ovviamente ci vogliono:

1) Lo spettro di Shelley ma anche il fantasma di Tarchetti

2) Velluto nero, pizzo e sudari ovunque

3) Campagna inglese ottocentesca e voglio anche Arum maculatum, Dulcamara, Aconito, Edera tutte intorno alle tombe e alle rovine diroccate di abbazie e sepolcri


4) Procella che squassa l'aere in lontananza, ma l'aria deve già essere umida e si deve già intravedere la bruma, anche se in maniera quasi impalpabile

5) Linguaggio italiano colto e letterario e in lode di donne dai capelli corvini (non le bionde stile Laura e Beatrice), lo voglio alla Tansillo\Marino\Monti\Foscolo\Alfieri. Inoltre, voglio anche un po' di inglese colto, alla Milton.


6) Sottofondo di "Dusk and Her Embrace" dei Cradle Of Filth


7) Paesaggio con "Strane rupi, aspri monti, alte tremanti ruine, e sassi al ciel nudi e scoperti\superbo orror, tacite selve, e tanti negri antri erbosi in rotte pietre aperti"

8) Ci deve anche essere il precipizio e il castello arroccato uguale identico a quello dipinto da John Martin, meglio ancora se ha la tonalità turchese che gli hanno conferito gli Azerlath per la copertina del loro cd.


 9) Voglio l'upupa svolazzante come si legge in Foscolo "e uscir del teschio, ove fuggia la Luna, l'upupa, e svolazzar su per le croci sparse per la funerea campagna"

10) Ci devono anche essere le Argiope bruennichi che tessono la tela.


11) ... Offresi a manca vista di monumenti, a'quai le sponde squallor di stagnante acqua accerchia e lambe. Questa che Morte in suon lugubre onora, d'umido musco e dell'ellera tenace avviticchiata torre, a cui di costa percuoton raggi lividi di Luna..."

Solo così mi attizzo.


***

La celeberrima "Tempesta" di Giorgio da Castelfranco detto Giorgione (1477-1510), oltre l'enigma del contenuto, ci comunica un messaggio destinato a influenzare la pittura moderna: il colore, con le sue infinite potenzialità: ogni elemento sembra perdersi nel "pan-ico grembo della Natura".


Nella veduta in profondità (illuminata dal bagliore improvviso del lampo) 

si vedono due figure: un giovane soldato e una donna seminuda che allatta un bambino.


Il tutto sembra calato in un'atmosfera sospesa e fantastica e non tanto d'ambito realistico o mitologico (sebbene Wickhoff abbia dimostrato che si tratta di Adrasto e Ipsipila, tratti da un poema di Stazio).

Nota di Lunaria: Il tema della Procella, ovvero la Tempesta, è tipico del Pre-Romanticismo e del Romanticismo, ma venne descritto, con versi di sublime bellezza, anche dalla poesia barocca del Seicento, che apprezzo molto... (e si trova qualche riferimento alla tempesta anche nella poesia del '500...) https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/09/poesia-barocca-del-seicento.html


per esempio Cesare Rinaldi in "Amor verace"

Sciogli, ardito nocchier, 

vela d'argento, sopra nave di perle e d'or con testa, 

né temer d'atre (1) nubi, atra tempesta, 

o strider d'onda o strepitar di vento..

1) oscure


e in "Tornavan gli Austri" (1) 

Tornavan gli austri in densa nube

e'l gelo piovea fuoco, a l'un l'altro consorte.

Chiuso l'uso d'argento, apria le porte ai mostri

de la notte orrido il cielo,

tessean per l'aria al crin d'Aletto (2)

un velo mille gran serpi in mille globi attorte.  

Spiravan gli antri e l'aure Orror di Morte 

e pregnante di tosco (3) era ogni stelo.


1) Venti del Sud

2) personaggio mitologico

3) veleno


LA TEMPESTA IN UNA POESIA DI LUDOVICO ARIOSTO


Chiuso era il sol da un tenebroso velo,

che si stendea fin all'estreme sponde

de l'orizonte, e murmurar le fronde

e tuoni andar s'udian scorrendo il cielo; (1)

di pioggia in dubbio o tempestoso gelo, (2)

stav'io per ire oltra le torbid'onde

del fiume altier che'l gran sepolcro asconde

del figlio audace del signor di Delo (3)

quando apparir su l'altra ripa il lume

de' bei vostri occhi (*) vidi e udi' parole

che Leandro potean farmi quel giorno. (4)

E tutto a un tempo i nuvoli d'intorno

si dileguaro e si scoperse il sole;

tacquero i venti e tranquillossi il fiume


Note:

1) Chiuso era il sol... scorrendo il cielo: vi è una singolare efficacia rappresentativa dell'imminente tempesta, ottenuta dall'Ariosto in questa quartina: il cielo chiuso da nubi tenebrose fino all'estremo orizzonte, l'impetuoso soffiare del vento che fa stormir le fronde e il cielo senza sole solcato di lampi e di tuoni.

2) di pioggia... tempestoso gelo: mentre attendevo incerto la caduta della pioggia o della grandine

3) stav'io per ire... di Delo: stavo per attraversare il Po, che nasconde il sepolcro di Fetonte, figlio di Apollo (del signor di Delo) caduto nelle acque del fiume, colpito dal fulmine di Giove, quando pretese di guidare per un giorno il carro del Sole.

(*) Ariosto, ovviamente, sta pensando agli occhi di Lunaria, la Donna da lui amata



4) che Leandro... quel giorno: che mi sentii quel giorno in grado di attraversare il fiume a nuoto, come Leandro varcava a nuoto l'Ellesponto per recarsi da Ero, che egli amava.

Qui di seguito alcuni dei miei dipinti preferiti















Aggiornamento: ringrazio un lettore, Alan, per avermi detto il nome del pittore: trattasi di  Salvatore Fergola "Un sifone nel golfo di Procida" 


 Questo invece è un dipinto che adoro, ma non conosco il nome del pittore... da certi particolari, potrei datarlo al Settecento:


è stato usato per la copertina di un cd dei Die Verbannten Kinder Evas