Nota di Lunaria: trascrivo un brevissimo commento al celebre quadro di Giorgione, che ho letto su un vecchio volume mastodontico dedicato all'arte del Rinascimento e integro con altri quadri su questo tema e con una poesia che mi piace molto.
Sì certo, è un post erotico che solo Lunaria può pensare di fare...
Ovviamente ci vogliono:
1) Lo spettro di Shelley ma anche il fantasma di Tarchetti
2) Velluto nero, pizzo e sudari ovunque
3) Campagna inglese ottocentesca e voglio anche Arum maculatum, Dulcamara, Aconito, Edera tutte intorno alle tombe e alle rovine diroccate di abbazie e sepolcri
4) Procella che squassa l'aere in lontananza, ma l'aria deve già essere umida e si deve già intravedere la bruma, anche se in maniera quasi impalpabile
5) Linguaggio italiano colto e letterario e in lode di donne dai capelli corvini (non le bionde stile Laura e Beatrice), lo voglio alla Tansillo\Marino\Monti\Foscolo\Alfieri. Inoltre, voglio anche un po' di inglese colto, alla Milton.
6) Sottofondo di "Dusk and Her Embrace" dei Cradle Of Filth
7) Paesaggio con "Strane rupi, aspri monti, alte tremanti ruine, e sassi al ciel nudi e scoperti\superbo orror, tacite selve, e tanti negri antri erbosi in rotte pietre aperti"
8) Ci deve anche essere il precipizio e il castello arroccato uguale identico a quello dipinto da John Martin, meglio ancora se ha la tonalità turchese che gli hanno conferito gli Azerlath per la copertina del loro cd.
9) Voglio l'upupa svolazzante come si legge in Foscolo "e uscir del teschio, ove fuggia la Luna, l'upupa, e svolazzar su per le croci sparse per la funerea campagna"
10) Ci devono anche essere le Argiope bruennichi che tessono la tela.
11) ... Offresi a manca vista di monumenti, a'quai le sponde squallor di stagnante acqua accerchia e lambe. Questa che Morte in suon lugubre onora, d'umido musco e dell'ellera tenace avviticchiata torre, a cui di costa percuoton raggi lividi di Luna..."
Solo così mi attizzo.
***
La celeberrima "Tempesta" di Giorgio da Castelfranco detto Giorgione (1477-1510), oltre l'enigma del contenuto, ci comunica un messaggio destinato a influenzare la pittura moderna: il colore, con le sue infinite potenzialità: ogni elemento sembra perdersi nel "pan-ico grembo della Natura".
Nella veduta in profondità (illuminata dal bagliore improvviso del lampo)
si vedono due figure: un giovane soldato e una donna seminuda che allatta un bambino.
Il tutto sembra calato in un'atmosfera sospesa e fantastica e non tanto d'ambito realistico o mitologico (sebbene Wickhoff abbia dimostrato che si tratta di Adrasto e Ipsipila, tratti da un poema di Stazio).
Nota di Lunaria: Il tema della Procella, ovvero la Tempesta, è tipico del Pre-Romanticismo e del Romanticismo, ma venne descritto, con versi di sublime bellezza, anche dalla poesia barocca del Seicento, che apprezzo molto... (e si trova qualche riferimento alla tempesta anche nella poesia del '500...) https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/09/poesia-barocca-del-seicento.html
per esempio Cesare Rinaldi in "Amor verace"
Sciogli, ardito nocchier,
vela d'argento, sopra nave di perle e d'or con testa,
né temer d'atre (1) nubi, atra tempesta,
o strider d'onda o strepitar di vento..
1) oscure
e in "Tornavan gli Austri" (1)
Tornavan gli austri in densa nube
e'l gelo piovea fuoco, a l'un l'altro consorte.
Chiuso l'uso d'argento, apria le porte ai mostri
de la notte orrido il cielo,
tessean per l'aria al crin d'Aletto (2)
un velo mille gran serpi in mille globi attorte.
Spiravan gli antri e l'aure Orror di Morte
e pregnante di tosco (3) era ogni stelo.
1) Venti del Sud
2) personaggio mitologico
3) veleno
LA TEMPESTA IN UNA POESIA DI LUDOVICO ARIOSTO
Chiuso era il sol da un tenebroso velo,
che si stendea fin all'estreme sponde
de l'orizonte, e murmurar le fronde
e tuoni andar s'udian scorrendo il cielo; (1)
di pioggia in dubbio o tempestoso gelo, (2)
stav'io per ire oltra le torbid'onde
del fiume altier che'l gran sepolcro asconde
del figlio audace del signor di Delo (3)
quando apparir su l'altra ripa il lume
de' bei vostri occhi (*) vidi e udi' parole
che Leandro potean farmi quel giorno. (4)
E tutto a un tempo i nuvoli d'intorno
si dileguaro e si scoperse il sole;
tacquero i venti e tranquillossi il fiume
Note:
1) Chiuso era il sol... scorrendo il cielo: vi è una singolare efficacia rappresentativa dell'imminente tempesta, ottenuta dall'Ariosto in questa quartina: il cielo chiuso da nubi tenebrose fino all'estremo orizzonte, l'impetuoso soffiare del vento che fa stormir le fronde e il cielo senza sole solcato di lampi e di tuoni.
2) di pioggia... tempestoso gelo: mentre attendevo incerto la caduta della pioggia o della grandine
3) stav'io per ire... di Delo: stavo per attraversare il Po, che nasconde il sepolcro di Fetonte, figlio di Apollo (del signor di Delo) caduto nelle acque del fiume, colpito dal fulmine di Giove, quando pretese di guidare per un giorno il carro del Sole.
(*) Ariosto, ovviamente, sta pensando agli occhi di Lunaria, la Donna da lui amata
4) che Leandro... quel giorno: che mi sentii quel giorno in grado di attraversare il fiume a nuoto, come Leandro varcava a nuoto l'Ellesponto per recarsi da Ero, che egli amava.
Qui di seguito alcuni dei miei dipinti preferiti
Aggiornamento: ringrazio un lettore, Alan, per avermi detto il nome del pittore: trattasi di Salvatore Fergola "Un sifone nel golfo di Procida"
Questo invece è un dipinto che adoro, ma non conosco il nome del pittore... da certi particolari, potrei datarlo al Settecento:
è stato usato per la copertina di un cd dei Die Verbannten Kinder Evas