"Il Cadavere Accusatore" di Carolina Invernizio

"Entrambe si inginocchiarono per vedere, e appena ebbero accostati gli occhi a quella fessura, poco mancò che non tradissero la loro presenza con un grido di terrore. Il grido venne soffocato dal rumore di una cassa che Martino traeva da una parte, onde lasciar libero uno spazio a terra. Ciò che la fanciulla e la vedova videro, bastava a terrorizzare non solo due deboli creature, ma il più forte degli uomini. Esse non si mossero: guardavano, come allucinate. Stesa sulla cassa, immobile, irrigidita, morta, illuminata dalla lampada a gas, era la signora veduta da Liletta, sempre vestita de' suoi abiti, ma senza il cappellino, e gli splendidi capelli le cadevano scarmigliati sulla fronte, sulle spalle, lungo la persona, come se la sventurata avesse sostenuto una lotta col suo assassino. Il braccio destro le cadeva penzoloni dalla cassa, e le dita sfioravano quasi il pavimento. Il volto della vittima era tumefatto, spaventevole; gli occhi smisuratamente dilatati, sembrava guardassero con terrore dinanzi a sé"



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