L'influsso del Teatro Elisabettiano sull'"Italiano" di A.Radcliffe

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Ann Ward Radcliffe nasce a Londra nel 1764 in una famiglia borghese e si sposò (a 23 anni) con William Radcliffe, avvocato, giornalista ed editore di "English Chronicle".
Scrisse il suo primo romanzo "The Castles of Athlin and Dunbayne" nel 1789, e "Romanzo Siciliano" nel 1790, ma cominciò a farsi notare nel 1791 con "Il Romanzo della Foresta", raggiungendo la fama con "I Misteri di Udolpho" del 1794 e con "L'Italiano o il Confessionale dei Penitenti Neri" 
del 1797 (*). 
Le sue opere vennero lette con interesse da Keats, Coleridge, Byron, Scott che risentirono del suo influsso.

Ann Radcliffe scrisse anche il resocnto di un viaggio in Olanda e Renania (1795) e un pamphlet in difesa dei diritti della donna, "The Female Advocate", 1799, oltre che "Gaston de Blondeville" e un florilegio poetico pubblicati postumi nel 1826 e 1834.
Morì nel 1823.

Ann fu una scrittrice originale, che risentì delle influenze di Shakespeare, Richardson, Prévost, Rousseau, Thomson, Young e Gray, (https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/10/dalla-poesia-sepolcrale-al-sublime.html) anche se il lettore moderno noterà qualche difetto, come la prolissità e la pedanteria tipiche dello stile narrativo di quell'epoca, nella narrazione diluita in più volumi con una descrizione minuziosa ed esasperante condita da considerazioni sulla psicologia dei personaggi.
Vi è anche una deleteria persistenza del razionalismo perché dopo aver costruito intrecci misteriosi e lugubri scenari, l'Autrice stessa li distrugge dando una spiegazione razionale a tutto, dissipando l'effetto terrifico che era riuscita a creare.

(*) Il romanzo è ambientato in Italia, anche se Ann Radcliffe non visitò mai il nostro paese... eppure rappresentò con vivida immaginazione Napoli e l'Appennino abruzzese.
Elena Rosalba è la tipica fanciulla perseguitata (già presente nelle opere di Richardson e nella letteratura sentimentale che darà origine al romanzo Rosa) e anche gli altri personaggi restano ancorati agli stereotipi letterari del loro tempo. 
La figura più riuscita è il turpe monaco Schedoni, che ha il suo precursore nel padre Ambrosio del "Monaco" di Lewis ma anche nei villain machiavellici del teatro cinque-secentesco (Kyd, Shakespeare,  https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/search?q=shakespeare Marlowe, Marston, Webster) e i cui echi vibreranno anche negli eroi byroniani e nell'Heathcliff di Emily Brontë.
L'accostamento col De Flores della tragedia di Middleton e Rowley "The Changeling" (1622) lascia intendere che Ann Radcliffe conoscesse molto bene il teatro elisabettiano e post elisabettiano.

Peccato che la razionalità, a fine romanzo, stemperi la suspense e il terrore che "L'Italiano" aveva pienamente raggiunto.

Il sottofondo musicale ideale per i romanzi di Ann Radcliffe...