Nota di Lunaria: per una lettura integrale, vedi:
Il Lewis si compiace d'evocare i più schifosi orrori cimiteriali, con la figura di Agnes (*), incinta, condannata a una lenta e spaventosa morte insieme alla sua creatura:
"Talvolta io sentivo il gonfio rospo, orrido e pingue dei velenosi vapori della segreta, trarre il suo schifoso corpo lungo il mio seno: talvolta il freddo ramarro guizzante mi risvegliava, lasciando la sua viscosa traccia sul mio volto e impigliandosi nelle ciocche dei miei arruffati capelli. Spesso al mio risveglio mi son trovata le dita inanellate dei lunghi vermi che si generavano nelle carni corrotte del mio bambino...."
Particolari che il Romanticismo frenetico ricorderà e svilupperà con insistenza. Hoffmann si ispirò al "Monaco" di Lewis nel suo "Gli Elisir del Diavolo".
Anche Victor Hugo e Walter Scott si ispirarono a Lewis. Ann Radcliffe http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2018/01/il-romanzo-nero-2-ann-radcliffe.html
che con Lewis e Maturin divide l'onore dell'invenzione di quel genere letterario che fu il "romanzo nero", fa della fanciulla perseguita (ispirata alla Clarissa di Richardson, prototipo - anche se non a sfondo horror - della fanciulla perseguitata, sedotta e infine morta) un tipo fisso dei suoi romanzi: ora è la marchesa di Mazzini protagonista del "Sicilian Romance", imprigionata dal crudele marito in un orribile sotterraneo; ora è Emily de Saint-Aubert, giovane orfana bella e virtuosa incarcerata dal crudele Montoni nel sinistro castello di Udolfo (1794); https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2019/03/ann-radcliffe-i-misteri-di-udolpho-gli.html
ora è Adeline, nel "Romance of the Forest" (1791) perseguitata in un altro lugubre castello; ora è Elena, la protagonista del capolavoro "L'Italiano o il Confessionale dei Penitenti Neri" (1797), dove è vittima delle macchinazioni del turpe Schedoni.
Come la Radcliffe, altre narratrici adottarono la figura della perseguitata; (**) in "The Priory of St. Clair" di Miss Wilkinson (1881), Julietta è chiusa in convento contro sua voglia, addormentata con un narcotico e trasportata nel castello del conte di Valvé; riprende i sensi, viene uccisa all'altare e si vendica da morta perseguitando il conte.
Anche in "Frankenstein" e "Valperga", Justine e Beatrice vengono incarcerate.
(*) Da ricordare che Lewis stesso fu influenzato dalla lettura di romanzi come "Intrigues monastiques ou l'Amour encapuchonné", 1739, ove un confessore assassina la giovinetta che ha disonorato e "Les victimes cloitrées", dramma di Monvel (1791) dove un malvagio prete fa chiudere in convento una fanciulla di cui vuole abusare.
Connessa con la storia di Agnes è quella della Monaca Insanguinata, che doveva aver tanta fortuna presso i Romantici. La Monaca Insanguinata è lo spettro di una che, forzata a diventar monaca dei genitori, non resistendo agli stimoli del proprio temperamento "caldo e voluttuoso", si abbandona ad ogni sorta di eccessi, uccide ed è uccisa. è un tipo che si ritroverà nella Monaca di Monza del Manzoni. C'è da far notare che in gioventù Manzoni era stato assiduo lettore dei romanzi neri da progettare di scrivere un romanzo fantastico, idea che poi venne abbandonata. Altri autori italiani in parte influenzati da Ann Radcliffe e dai romanzi neri sono Guerrazzi, Giulio Carcano e Antonio Ranieri. Per approfondimenti vedi: http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/06/introduzione-al-racconto-fantastico.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/06/elementi-gotici-nella-letteratura-del_9.html
http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/06/la-scapigliatura.html
Vedi anche: http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2018/01/il-romanzo-nero-1-horace-walpole-e.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/10/zofloya-di-charlotte-dacre.html
(**) Anche in Goethe c'è il tema della fanciulla perseguitata: il dramma di Margherita segna il più alto vertice artistico toccato da un motivo caro agli Stürmer und Dränger, il motivo della fanciulla sedotta resa madre e abbandonata al suo tragico destino. Potremmo citare anche Jakob Lenz nel racconto "Zerbin": la vittima, l'infanticida Marie, "stava eretta sul patibolo simile a una di quelle prime martiri del cristianesimo che per amor della fede guardavano serenamente la vergogna e la morte". Il motivo della donna perseguitata persiste per tutto l'Ottocento: da Hawthorne della "Lettera Scarlatta" a Wilkie Collins e ad Hardy. Un'analisi a parte merita de Sade, che "gode" nel sottoporre a torture di ogni tipo l'innocente Justine - o altre vittime sacrificali - e che è caratterizzato da un ferocissimo umorismo nero; nei suoi romanzi abbondano intenti parodistici e anticlericali
http://studifilosofia.blogspot.it/2015/03/donatien-alphonse-francois-de-sade_10.html
Ancor prima, certi elementi macabri sono riscontrabili anche in Shakespeare ("Oh! piuttosto che sposare il conte Paride... dimmi ch'io m'appiatti dove han nido le serpi; incatenami insieme con orsi che ruggiscano o chiudimi di notte in un ossario pieno zeppo di scricchiolanti ossi di morti, di putridi stinchi e di gialli crani scarniti; dimmi di entrare in una fossa recente, e di nascondermi insieme col morto nel suo stesso lenzuolo...", Romeo e Giulietta, Atto IV, sc. I ) Tali spunti shakespeariani erano già stati sviluppati dall'Otway, nell'"Orphan", atto IV: "Quando tu mi vedrai giacere forsennata in qualche cella, queste chiome neglette arruffate come trecce di Furie, le mie povere membra incatenate al suolo"
Vedi anche: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2019/05/lincipit-di-romanzo-siciliano-di-ann.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2019/03/ann-radcliffe-i-misteri-di-udolpho-gli.html
(**) Anche in Goethe c'è il tema della fanciulla perseguitata: il dramma di Margherita segna il più alto vertice artistico toccato da un motivo caro agli Stürmer und Dränger, il motivo della fanciulla sedotta resa madre e abbandonata al suo tragico destino. Potremmo citare anche Jakob Lenz nel racconto "Zerbin": la vittima, l'infanticida Marie, "stava eretta sul patibolo simile a una di quelle prime martiri del cristianesimo che per amor della fede guardavano serenamente la vergogna e la morte". Il motivo della donna perseguitata persiste per tutto l'Ottocento: da Hawthorne della "Lettera Scarlatta" a Wilkie Collins e ad Hardy. Un'analisi a parte merita de Sade, che "gode" nel sottoporre a torture di ogni tipo l'innocente Justine - o altre vittime sacrificali - e che è caratterizzato da un ferocissimo umorismo nero; nei suoi romanzi abbondano intenti parodistici e anticlericali
http://studifilosofia.blogspot.it/2015/03/donatien-alphonse-francois-de-sade_10.html
Ancor prima, certi elementi macabri sono riscontrabili anche in Shakespeare ("Oh! piuttosto che sposare il conte Paride... dimmi ch'io m'appiatti dove han nido le serpi; incatenami insieme con orsi che ruggiscano o chiudimi di notte in un ossario pieno zeppo di scricchiolanti ossi di morti, di putridi stinchi e di gialli crani scarniti; dimmi di entrare in una fossa recente, e di nascondermi insieme col morto nel suo stesso lenzuolo...", Romeo e Giulietta, Atto IV, sc. I ) Tali spunti shakespeariani erano già stati sviluppati dall'Otway, nell'"Orphan", atto IV: "Quando tu mi vedrai giacere forsennata in qualche cella, queste chiome neglette arruffate come trecce di Furie, le mie povere membra incatenate al suolo"
Vedi anche: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2019/05/lincipit-di-romanzo-siciliano-di-ann.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2019/03/ann-radcliffe-i-misteri-di-udolpho-gli.html