Dalla Poesia Sepolcrale al Sublime dell'Orrido

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La rinascita del Gotico negli interessi dell'arte espressiva, grafica e architettonica fu un momento molto significativo nel panorama del Settecento.

Alle visioni di torri merlate, di barbacani e ponti levatoi, di archi a volta e lunghe finestre lanceolate, di lotte all'ultimo sangue che troveranno in Walter Scotti il più geniale e vigoroso rievocatore, di nere foreste e castelli dagli echi ferrigni, si accompagnerà l'esangue languida e impressionante "maniera" della poesia sepolcrale: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/08/la-poesia-sepolcrale.html http://poesiamondiale.blogspot.com/2015/08/poesia-inglese.html tutta gotiche penombre e diafani chiarori lunari sul bianco dei cimiteri, quella elegiaca inglese di Young ("Night Thoughts" http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2013/06/blog-post_7.html) di Blair ("The Grave") di Gray ("Elegy written in a Country Churchyard" http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2013/06/thomas-gray-elegia-scritta-in-un.html) di Collins ("Ode to Evening"); ieratica e turgida di classiche rimembranze, quella del Foscolo;  http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2013/05/dei-sepolcri-i.html https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/06/elementi-gotici-nella-letteratura-del.html fedele ai motivi popolari del patrio retaggio quella delle ballate di Bürger che, soprattutto in "Lenore" diede esempio di quel particolare clima preromantico tedesco che fu lo Sturm und Drang. http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/08/introduzione-al-romanticismo-tedesco.html

Nota di Lunaria: al solito, i commenti introduttivi non tengono conto della "Storia\Letteratura delle Donne", quindi devo essere io ad aggiungere nomi come le romanziere e poetesse Sorelle Brontë, in particolar modo Emily, https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/06/le-poesie-piu-belle-delle-sorelle_8.html le cui poesie echeggiano di lande e desolate brughiere, sofferenza, malinconia, sepolcri, o di una Charlotte Dacre, autrice del romanzo gotico "Zofloya" e anche poetessa, inedita qui in Italia ma tradotta da Andrea, che leggendola nell'inglese originario, ha pensato di tradurla in italiano e poi di darmi l'autorizzazione per pubblicare le sue traduzioni sul mio profilo. https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/10/zofloya-di-charlotte-dacre.html

Ad oggi, che io sappia, neppure Young e Parnell sono tradotti in italiano; anni fa tentai di tradurli io, ma poi abbandonai l'impresa perché "mi affaccendai in tutt'altre faccende", tipo parlare dei crimini del cristianesimo, argomento che il 99% delle persone ignora. Solo che parlare di roba come Pinochet\Ante Pavelic https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/i-crimini-del-dittatore-cattolico.html https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/la-dittatura-cattolica-di-ante-pavelic.html mi toglie il tempo che dovrei impiegare per parlare di cose "più di mio gradimento" come Young e Parnell... Ad ogni modo, qualche striminzita citazione dei loro versi più celebri è possibile trovarla su certe antologie di Storia della Letteratura Inglese o qui https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2013/06/blog-post_7.html

In realtà, già nella poesia italiana del '500 si possono segnalare poeti che anticipano certe elegie cimiteriali, per esempio Luigi Tansillo 

Strane rupi, aspri monti, alte tremanti

ruine, e sassi al ciel nudi e scoperti (1),

ove a gran pena pòn (2) salir tant'erti

nuvoli in questo fosco aere fumanti;

superbo orror, tacite selve, e tanti

negri antri erbosi in rotte pietre aperti (3);

abbandonati a sterili deserti,

ov'han paura andar le belve erranti;

a guisa d'uom, che per soverchia pena

il cor triste ange (4) fuor di senno uscito,

sen va piangendo, ove il furor lo mena (5),

vo piangendo io tra voi; e se partito (6)

non cangia il ciel, con voce assai più piena

sarò di là tra le meste ombre udito (7)


(1) Senza vegetazione

(2) Possono

(3) Scavati

(4) Angoscia

(5) Lo porta

(6) E se non muta la sua decisione

(7) Defunti


"Che i campi il giorno d'ombra e d'orror cinga..."

Valli nemiche al Sol, superbe rupi che minacciate il ciel, profonde grotte, d'onde non parton mai silenzio e notte, 

sepolcri aperti, pozzi orrendi e cupi,

precipitati sassi, alti dirupi,

ossa insepolte,

erbose mura e rotte d'uomini albrgo ed ora a tal condotte

che temon d'ir fra voi serpenti e lupi

erme campagne, abbandonati lidi,

ove mai voce d'uom l'aria non freme, 

Ombra son io dannata a pianto eterno,

ch'a piagner vengo la mia morte

fede e spero al suon de' disperati stridi,

se non si piega il ciel, muovere l'Inferno.


Angelo di Costanzo

Desiai morte, e con pietosi accenti

gran tempo la chiamai crudele e parca (1),

perché la vita mia d'affanni carca

non fu presta a tra d'ira e di tormenti.

[...] Godete, amanti, negli avversi amori:

che spesso uno stato (2) assai caro e gentile

nasce da gravi ed inauditi ardori (3).


(1) Avara

(2) Una situazione

(3) Passioni


Ben assomiglia al tuo, Notte, il mio stato, 

tu ten vai senza Sol,

mesta ed oscura, io d'ogni intorno il cor fosco 

e turbato tengo,

mentre il mio Sole altri mi fura.


Celio Magno

Ecco di rose a questa tomba intorno aprir,

quasi in su' onor, pomposa schiera ch'l seno

aprendo sembran dire:

<< Tal era di colei che qui giace il volto adorno >>

E tal ne sentian l'altre l'invidia e scorno

qual di noi gli altri fiori a primavera.

Me stesso io piango e de la propria morte

apparecchio l'esequie,

anzi ch'io pera (1)

ch'ognor in vista fera (2)

m'apparir davanti e'l cor di tema agghiaccia:

chiaro indicio che già

l'ultima sera s'appressi e'l finne di mie giornate apporte.


(1) muoia

(2) in aspetto feroce


Matteo Bandello

Aspere rupi, incolti sassi e aperte dal terremoto e profondate grotte, d'orror di fredda tema e d'atra notte piene, e caverne inospiti e deserte; strade mai sempre periglio ed erte, d'altre roine attraversate e rotte, acque schiumanti con furor condotte, per valli ognor di nuvole coperte, di famelici lupi e crude e fiere d'orsi, di serpi e di null'altre belve, covi, spelonche, buconi, antri e tane, e voi sì spaventose e oscure selve, com'è che mi facciate qui vedere chi m'arde e fa le mie speranza vane?  Alpi nevose, che le corna al cielo e quindi oltre misura alzate, e nell'algente verno e alda estate orride séte di perpetuo gelo.


Giovanni Guidiccioni

Qui vedrai campi solitari nudi, e sterpi e spine invece d'erbe e fiori e nel più verde april canuto verno. Qui i vomeri e le felci in via più crudi ferri coverse, e pien d'ombre e d'orrori questo di vivi doloroso inferno mirando aride stoppie e tronchi e sterpi le piagge ove l'altrieri splendeano i fiori e ondeggiavan l'erbe; e l'odorate siepi, nude spine, che le strade spargean dianzi di rose; andan sotterra le sdegnose serpi.


Giovan Battista Strozzi

Ombra io seguo che piage e monti copre per l'oscurissima foresta del mondo a fin discuopre aguati con sua face atra funesta... Quante e che spaventose ombre e larve atre, e scuri mi spaventan fantasmi: e tristi auguri e voci dolorose? Né più (miseri) or l'una or l'altro, ma solo Notte, pur sempre, e stigia (1) Notte?"

(1) infernale

O sera cupissima infelice, che svelta da radice tutta la mia purpurea primavera, di sì fosc'ombra nera non pur l'anima imbruni ma tanti in sen m'adui, in sen mi chiudi abissi e inferni dispietati e crudi.

Purtroppo, sono tutti nomi di nicchia (nel Rinascimento a farla da padroni sono Ariosto e Tasso, decisamente pro-cristianesimo, non a caso) e conosciuti solo da chi, come la sottoscritta, è Bibliomane Integralista.

Aggiungo anche una riflessione sulla Poesia Barocca Italiana del Seicento.   

Il tema della Procella, ovvero la Tempesta, è tipico del Pre-Romanticismo e del Romanticismo, ma venne descritto, con versi di sublime bellezza, anche dalla poesia barocca del Seicento, che apprezzo molto...  http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/09/atre-nubi-atra-tempesta-la-tempesta-in.html

E CERTO CHE Sì, tutti questi poeti si struggono d'amore per Me, rimpiangendo di non averMi potuto celebrare come Musa unicamente perché sono nata nel 1986 e non nel Cinquecento o Seicento.


Dalla poesia cimiteriale alla narrativa del terrore il passo è breve.

In quell'aurora preromantica, pervasa dai suoi ritorni alla natura, dalla spontaneità dell'aspirazione, dalla suggestione per i dissepolti documenti di un glorioso passato, dal gusto neogotico, da livide visioni notturne, bastava trovare una piattaforma filosofica, per così dire, agli slanci irrazionalistici del sentimentalismo e dell'immaginazione, e uno sbocco alle forze prorompenti che scaturivano dalla rivoluzione della sensibilità.

Se questo venne trovato nel romanzo che, meno suscettibile della poesia a subire trasformazioni formali ancora immature, apparve lo strumento principale e di più vasta accessione popolare dell'espressione artistica, quella venne enunciata da Burke nel suo studio sul Sublime: il potere di suscitare forti emozioni che, secondo il lontano filosofo greco Longino, era inteso come forma retorica e di persuasione oratoria, per Burke diventò una fonte di piacere estetico.

L'orrido, il macabro, l'orripilante, il soprannaturale non sono infatti che manifestazioni di un Bello negativo, capovolto che, come il Bello, hanno un loro fascino capace di raggiungere le punte più elevate del Sublime.

Nota di Lunaria: e infatti de Sade nei suoi libri celebra in particolar modo "le donne brutte", anziane, puzzolenti, con difetti fisici ma estremamente lussuriose e in grado di attizzare le fantasie dei libertini che le considerano loro pari in fatto di voluttà e scelleratezza, mentre le "delicate fanciulle", svenevoli, buone, passive, timorate di dio, vengono regolarmente sottoposte a torture e alla morte. Vedi il romanzo "Justine", in particolar modo o "La Filosofia nel Boudoir" (https://studifilosofia.blogspot.com/2015/03/donatien-alphonse-francois-de-sade_10.html)

Vedi anche: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/10/dallilluminismo-al-preromanticismo.html http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/06/i-canti-di-ossian-di-james-macpherson.html https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/la-bellezza-dellorrido-nel-romanticismo.html https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/la-bellezza-la-malattia-e-la-morte-in.html