"Il sogno della moglie di Pilato"
[...] Andarsene ho visto la luce
al mio risveglio, proprio su quel muro.
Contro il mio letto, splendeva un alone
fatuo, debole, anch'esso come in sogno.
Ora è calato, e mi lascia nel buio.
Quanto è avanti la notte, e quando il giorno
l'aria livida e cupa schiarirà
riempiendo questo giorno di raggi caldi e vivi?
Vorrei poter dormire finché, limpido e rosso,
s'affaccerà il mattino sulle cime dei monti!
[...]
"Ricordi"
[...] Regna sovrano in questa casa il muschio;
pallidezza, umidore, opaca inerzia:
le stanze senza luce né calore
da quanti anni non hanno fuoco o lampada?
[...]
E tutto intorno l'edera tenace
s'abbraccia a grigie mura, archi e comignoli;
e minuscola, a stento, si fa strada
fra il muschio verde quella rossa rosa.
[...]
Anch'essa amava il bosco sul tramonto:
come sua madre, spesso alla collina
s'affrettava per osservare il sole
che declinava, o le dorate stelle
che s'aprivano in cielo ad una ad una
fitte occhieggiando nell'aria più bruna.
E sarebbe rimasta fino a quando
la notte palpitasse d'altra luce;
ed anche allora, a casa ritornando,
indugiava vagando ad esplorare
la foresta adombrata di mistero
che costellava il bianco suo sentiero.
[...]
Dorati campi, dorsi di collina,
angoli quieti di boschetti ombrosi
di una gioia selvaggia la stordivano.
Ma i sentimenti naturali ardevano
in quell'essere giovane e dotato:
nascosti al giorno come un inviolato
scrigno in silente fiamma palpitavano;
nelle sue prime ricerche di luce
viveva per riflettere e imparare,
ma presto la virtù della sua mente
per mete più elevate si struggeva;
ed elevate mete il fato impose
a lei, che solo toccano a giganti:
soffrire a lungo e non versare pianti,
placar l'angoscia e irridere alla pena.
Quella segreta guerra con coraggio
sostenne muta, in fiero eremitaggio;
le ferite svelate a quando a quando
da qualche ombra nel viso o nello sguardo
In silenzio subiva - ma ben presto
si scatenò in tempesta la passione;
finché al colmo della desolazione
la sua casa decise di lasciare.
[..]
Conosci il punto in cui tre piante nere
sollevano i funesti rami in aria
e un lamento incessante come il mare
ad ogni brezza sembra raccontare questa storia di sangue straordinaria.
Lo dissero demente, e le sue ossa
giacciono accanto a ceneri più sacre;
ma il suo spirito si tormenterà
giù nell'inferno per l'eternità.
[...]
"Volontà di sposa"
Taci - un respiro, una parola infrangere,
come brezza leggera su un lago addormentato,
potrebbero la calma adamantina
che placa il male, e il mio dolce riposo.
Oh non lasciarmi! Sii per sempre tu
ciò che conta per me più della vita!
[...]
"Frances"
Non dorme per paura di sognare,
ma levatasi lascia il letto insonne
e cammina fin dove oscuri raggi
di Luna nella sala si riversano.
[...]
Torcendosi le mani ad intervalli
- tacita come un pallido fantasma -
s'aggira lungo le pareti oscure
sotto le nere travi come un ladro.
L'aria stagnante dell'antica torre
soffoca il cuore che a fatica batte,
ma nonostante l'ora tarda e sola
il piede vacillante avanza ancora.
Sull'impiantito che costeggia l'ampia
facciata della livida dimora,
il suo passo s'imprime sulla brina
che occhieggia scialba fra il granito e l'erba.
Non indugiò dove la vaga Luna
e chiare stelle ardevano allo sguardo,
ma varcato il cancello del giardino
scese per il sentiero ombroso ed irto.
Neri rami frusciavano d'abeti,
vecchi quanto la torre sul suo capo,
invisibili, oscuro pergolato,
la veste carezzavano e stormivano.
[...]
A quella solitudine e alla notte
poche parole disse mormorando
e tra le bianche dita sospirando
poche misere lacrime versava.
"Aurora"
Guarda l'argenteo raggio della luce
che sul grigio del cielo si distende
irrompendo nel regno della notte
col nuovo giorno che in vita conduce.
[...]
"Frammento"
Rimareggia l'oceano fragoroso
nelle ali tenebrose della notte:
movimento perenne, impetuoso,
cupo, incessante in sempre nuove rotte
d'onde e flutti in un urlo disperato
sotto un cielo di nubi ottenebrato;
vola la spuma in alto, e giù discende
senza freno la ripida corrente;
[...]
"Salotto"
è calda l'atmosfera della sala,
dolce e tenue la luce della lampada,
vivide, rosse, splendenti le braci
messaggere del gelo della notte.
[...]
Un'angoscia sottile, indefinita
i suoi futili sforzi rende vani:
lo attraversa il fervore di una vita
che non conosce, ignota sensazione.
Vede, ma la parola non può esprimere
l'ordito della sua immaginazione.
è la parola un'eco evanescente
dei pensieri che genera la mente.
Stridori occulti e opaco tenebrore
cancellano la luce con la quiete:
nessuna forma fra quelle ombre tetre,
nessuna voce in quel selvaggio ardore
[...]
gelido spira un vento alto e sovrano
solo su di lui, fredda morte imminente.
E quel cupo ondeggiare vacillante
lo sguardo inganna col suo moto informe:
tale smacco provò Giona inghiottito
negli abissi del mare illividito?
[...]
Più lenta ora s'avanza, la sua corsa
si smorza in un solenne scivolare:
il rombo sordo, l'ansito del vento
si placa in un silenzio sonnolento.
Dal caos informe balza una figura
e si staglia implacabile allo sguardo
di lui soltanto: una larva, o chimera
sospesa nell'orribile bufera.
è una donna, annegata nella scia
d'un'onda lunga: giace reclinata,
e l'acqua che la cinge delicata
come vetro la chiude in una teca.
[...]
Da quell'aria stregata nulla vale
a dissolvere l'incubo spettrale.
L'onda immobile, gravida, sospesa
rotolava, pulsava, senza posa.
[...]
Davanti a lui la salma che giaceva
pallida, tesa in aria dai marosi;
l'onda lo corteggiava da vicino,
e l'acqua già lambiva il suo cuscino.
L'angoscia vuota, immobile del volto
anche un nemico a piangere induceva,
l'atonia della Morte non poteva
cancellare la traccia del dolore.
[...]
"Conforto della Sera"
[...] Ma giungono momenti di solitario incanto
nei silenzi improvvisi di una qualunque sera
che il cuore acquista un nuovo, più trepido sentire,
leggero come uccello nel ripiegar le ali.
è allora che nell'anima ci sembra di languire
d'una tenera pena che non è più dolore
e i pensieri che in grumi d'angoscia si torcevano
ora in lacrime blande pacati si disciolgono.
E i sentimenti, torbidi come passioni un tempo,
come in un sogno antico impalliditi ondeggiano,
i mali che ci afflissero di violente emozioni
ci sembran sofferenze di storie altrui remote.
Oh quando il cuore sanguina, da poco lancinato,
come gli gioverebbe quell'ora anticipare
in cui vedrà sfumare nei vecchi anni brumosi
la scia del suo dolore come fantasma alato!
Potrà accadere al tremulo bagliore della luna
nell'ombra solitaria di una qualunque sera,
mentre il cielo incupito più pallido scolora.
[...]
(non ho il titolo di questa poesia)
[...] E i sentimenti torbidi come passione un tempo,
come in un sogno antico impalliditi ondeggiano,
i mali che ci afflissero di violente emozioni
ci sembran sofferenze di storie altrui remote.
Oh, quando il cuore sanguina, da poco lancinato,
come gli gioverebbe quell'ora anticipare
in cui vedrà sfumare nei vecchi anni brumosi
la scia del suo dolore come fantasma alato!
Potrà accadere al tremulo bagliore della luna
nell'ombra solitaria di una qualunque sera,
mentre il cielo incupito più pallido scolora.
Non è un disagio strano, che non si può ridire:
è l'intima tensione che può donarti solo
l'oscura stanza e l'ora deserta che t'invita
a pensieri sublimi - così ti levi in volo
cercando un altro mondo, cercando un'altra vita.
"Stanze"
[...] Fermati sul sentiero, nel ritornare a casa;
nell'ora del crepuscolo, così calma e sospesa:
fermati accanto all'olmo, e i rami suoi silenti
su te faran calare una sacra oscurità;
solleva allora gli occhi a quella luce d'oro
nel cielo che più nuvole non ha;
osserva dell'uccello l'ultimissimo volo
quando vicino ti scivolerà.
[...]
Se amassi come me, quanta magia
ti darebbe il crepuscolo raccolto
in questa trasognata nostalgia
e il sogno del Passato dissepolto!
(Senza titolo)
Il silenzio regnava imperturbato
la notte che sentii quei dolci canti
come da un'arpa in armoniosi accenti
diffondersi dal cielo alto e stellato.
Quando l'eco argentina fu svanita,
il tuo spirito se ne volò via
e mi lasciò più sola e più smarrita
su questa buia terra in prigionia.
[...]
"Inverno"
L'autunno se n'è andato col suo treno
di frutti maturi, di dorato grano:
ora la brina candida s'è sparsa per i prati:
brandisce già lo scettro il grigio inverno!
Le nubi basse sfigurano il cielo
velando in alto i mondi prodigiosi,
le raffiche foriere di tempeste
stormiscono in sussurri lamentosi
e il viaggiatore solitario vede
da lungi progredire l'urano;
sorpreso dalla notte sull'arida brughiera
ode un lugubre mormorio lontano;
con le foglie fragranti aperte al sole,
purpuree, rosso cremisi e dorate
ghirlande a prati e lande desolate
ricca e dolce, armoniosa tessitura!
"Ebbrezza"
[...] Dove i bei boschi dormono bagnati
dalla pallida luce della luna,
dove fra i rami scorrono incantati
suoni segreti nella notte bruna.
[...]
Sali su un arduo picco di montagna
e osserva attento che cos'hai di fronte:
valli, colli, distese di campagna
in un abbraccio cinge l'orizzonte.
"La Visione"
Passata era la dolce, la fresca Primavera,
né più si respirava l'aria di giugno trepida;
ogni colle e pianura l'estate aveva ornato;
la luna di settembre sull'ondeggiante grano
brullava - o bruna grazia dell'Autunno dorato!
Nell'ora deliziosa che sinuoso avanza
sulla terra il crepuscolo, io da sola vagavo
a un luogo quieto immerso in un profondo sonno -
dove nessuna traccia di fastidio o frastuono
turbava il silenzioso volto della Natura.
Una valle selvaggia; e vicino alte rocce,
cupe ombre sospese sopra un letto di pietra
nei fianchi cavernosi un'eco mi ingannava
quando con cupo tonfo un sasso rotolava
in orrido clamore dalla montuosa cima.
Ma ora silenziosa era la valle: calma
come di mezzanotte intorno a me, seduta
sotto un arco di foglie fragranti di rugiada
stillata dalla brezza gentile della sera
a rinfrescare l'aria di umidità leggera.
Fra le piante assiepate in quell'immensa aiola,
io vidi il cielo e molte stelle brillare accese,
tra cui saliva, lenta gemma gloriosa e sola,
la luna che spargeva la sua luce tremante
come quando all'unisono cantavano le sfere.
La luce ad intervalli fra gli alberi filtrava,
di così mite gloria, la valle inargentava,
tra i rami non spirava un alito di vento né la minima raffica sibilava un lamento -
passeggiava il silenzio solenne al chiar di luna.
Nere e spettrali le rocce lo sguardo mi offuscarono,
i loro cupi anfratti il cuore mi angustiarono
contro i lontani cieli stagliandosi possenti;
l'arcato padiglione su quelle vette ombrose
rabbrivida inciso da stelle luminose.
[...]
"Memoria"
Giacciono i morti nelle fredde bare
addormentati, e non si sveglieranno;
di sorrisi e sospiri nulla appare
e le loro memorie resteranno?
Il sole a primavera ha illuminato
i fiori che accarezzano le tombe,
l'estate quei sepolcri ha riscaldato,
l'autunno li ha di foglie arabescati;
l'inverno con i suoi venti li ha sferzati
selvaggiamente con funebri cori
e un sudario di neve li ha abbracciati -
pure, dormono in fondo ai nostri cuori!
Svanisce l'ombra e il sole scintillante,
nuvole e luci scivolano via,
ma dal suo cuore vivo, palpitante
non scaccia l'uomo l'aspra nostalgia.
[...]
"Versi scritti vicino ad una fontana"
[...] La fronte ardente sull'erba riposa,
la rinfrescano gocce dal pozzo mormorante
che strane fantasie nella mia mente
si susseguono fitte senza posa.
Si libra la mia anima dal freddo letto erboso
dolcemente i cancelli del cielo si dischiudono
intorno a me dei morti lo stuolo silenzioso:
i grandi del passato mi circondano!
Ma le ombre luminose ecco di già svaniscono,
l'aria del fitto bosco si fa più densa e bruna,
la fonte canta al raggio della pallida luna
di nuovo, ed alle brezze che stormiscono.
[...]
Fonte deserta, notte silenziosa,
nell'intatto silenzio la morte assaporare
e dalla fitta tenebra al cielo riaffiorare:
azzurra melodia, luce radiosa!
"I miei sogni"
[...] Cambiano gli scenari tuttavia
e un vortice mi spinge ad una landa
popolata di spettri: amara gioia
per ciascuno levar la grigia mano
a disvelare il lugubre sembiante,
troppo orrendo per uno sguardo umano.
Io cerco disperata altri sentieri,
più dolci scene - ma s'offusca l'aria;
s'aprirà questa landa solitaria
alla vista d'una fiorita valle
di rose ed olmi, e la caduta lenta
di foglie morte all'ombra sonnolenta.
[...]
soffocati da singhiozzi e da tremuli sospiri.
Il mare li imprigiona, o una scogliera
dormono al bordo d'un marmoreo fonte
[...] benché la prima stella
abbia acceso il suo pallido lumino
nel sepolcro celeste [...]
Li ha abbandonati il sole, disperato
nell'algida, serena immensità:
come i picchi d'Islanda silenziosi,
spiaggia e bosco deserti, in ansietà
per rapire un sorriso della luna
all'infinito abisso oscuro e ingrato.
Sembra ingrato anche lui, non lo commuove
l'alito della brezza all'imbrunire
che diffonde il suo balsamo nei baci
profumati di fiori e di rugiada
fresco come lo spruzzo della fonte
sul liscio lastricato scintillante.
Che cos'è il Nord! Brughiera solitaria
silente e oscura, che piatta si stende,
l'onda di un ruscelletto che discende
fra vallette di felci ricoperte...
Nel crepuscolo stagna inerte l'aria,
senza cita il paesaggio che non varia...
Chi sarà quello scettro evanescente?
è un cervo, chino a bere alla corrente.
Di lontano un profilo di montagna,
fredde raffiche e un bianco che ristagna
ed una stella chiara, grande, sola,
che il cielo senza nuvole illumina e consola.
Senza titolo
Ha compiuto il suo corso il breve giorno
d'autunno, e cala l'ombra scura;
è già sorta la luna, e l'autunnale
quieto chiarore effonde sulle mura.
Ed alla mia dimora solitaria
l'ospite silenziosa è già venuta:
maschera tenebrosa in forme d'aria
passa di stanza in stanza, grave e muta.
L'anima della sera: la sua essenza
dalla scala alla vuota stanza vedo
scivolare, ne sento la presenza
accanto al mio deserto focolare.
"Siedi con me, monaca silenziosa:
confidati con me, siedi e riposa"
***
Testi originali:
"Pilate's wife's dream"
[...] I saw depart its light, even as I woke, on yonder wall;
over against my bed, there shone a gleam
strange, faint, and mingling also with my dream.
It sunk, and I am wrapt in utter gloom;
how far is night advanced, and when will day
re-tinge the dusk and livid air with bloom
and fill this void with warm, creative ray?
Would I could sleep again till, clear and red,
Morning shall on the mountain-tops be spread!
"Mementos"
[...] All in this house is mossing over;
all is unused, and dim, and damp;
nor light, nor warmth, the rooms discover
bereft for years of fire and lamp.
[...]
And outside all is ivy, clinging
to chimney, lattice, gable grey;
scarcely one little red rose springing
through the green moss can force its way.
[...]
And she too loved the twilight wood,
and often, in her mother's mood,
away to yonder hill would hie,
like her, to watch the setting sun,
or see the stars born, one by one,
out of the darkening sky.
Nor would she leave that hill till night
trembled from pole to pole with light;
even then, upon her homeward way,
long, long her wandering steps delayed
to quit the sombre forest shade,
through which her eerie pathway lay.
[...]
On free hill-side, in sunny field,
in quiet spots by woods concealed,
grew wild and fresh her chosen joys
Yet Nature's feelings deeply lay
in that endowed and youthful frame;
shrined in her heart and hid from day.
They burned unseen with silent flame.
In youth's first search for mental light,
she lived but to reflect and learn,
but soon her mind's maturer might
for stronger task did pant and yearn;
and stronger task did fate assign,
task that a giant's strenght might strain;
to suffer long and ne'er repine,
be calm in frenzy, smile at pain.
Pale with the secret war of feeling,
sustained with courage, mute yet high,
the wounds at which she bled revealing
only by altered cheek and eye;
She bore in silence - but when passion
surged in her soul with ceaseless foam,
the storm at last brought desolation,
and drove her exiled from her home.
[...]
You know the spot, where three black trees,
lift up thei branches fell,
and moaning, ceaseless as the seas,
still seem, in every passing breeze,
the deed of blood to tell.
They named him mad, and laid his bones
where holier ashes lie;
yet doubt not that his spirit groans
in hell's eternity.
[...]
"The wife's Will"
Sit still - a word - a breath may break
(as light airs stir a sleeping lake)
the glassy calm that soothes my woes
the sweet, the deep, the full repose.
Oh, leave me not! for ever be
thus, more than life itself to me!
[...]
"Frances"
She will not sleep, for fear of dreams,
but, rising, quits her restless bed,
and walks where some beclouded beams
of moonlight through the hall are shed.
[...]
Wringing her hands, at intervals
- but long as mute as phantom dim -
she glides along the dusky walls,
under the black oak rafters grim.
The close air of the grated tower
stifles a heart that scarce can beat,
and, though so late and lone the hour,
forth-pass her wandering, faltering feet;
and on the pavement spread before
the long front of the mansion grey,
her steps imprint the night-frost hoar,
which pale on grass and granite lay.
Not long she stayed where misty moon
and shimmering stars could on her look,
but through the garden archway soon
her strange and gloomy path she took.
Some firs, coëval with the tower,
their straight black boughs stretched o'er her head; unseen, beneath this sable bower,
rustled her dress and rapid tread.
[...]
To solitude and to the night
some words she now, in murmurs, said;
and trickling through her fingers white,
some tears of misery she shed.
"Sunrise"
Behold that silvery streak of light
circling the heavens gray,
encroaching on the reign night
and heralding the day.
[...]
"Fragment"
Now rolls the sounding ocean
'Neath night's tenebrous wing:
how wild is that eternal motion,
tha sullen, slow, unceasing swing
Of waves and billows loudly roaring
under cload-becurtained skies;
up the scattered foam-ball flies,
while down the dashing torrents pouring
[...]
"The Parlour"
Warm is the parlour atmosphere,
serene the lamp's soft light;
the vivid embers, red and clear,
proclaim a frosty night.
[...]
A tumult vague - a viewless strife
his futile struggles crush;
twixt him and his, an unknown life
and unknown feelings rush.
He sees - but scarce can language paint
the tissue Fancy weaves;
for words oft give but echo faint
of thoughts the mind conceives.
Noise, tumult strange, and darkness dim
efface both light and quiet;
no shape is in those shadows grim,
no voice in that wild riot.
[...]
The high, impetuous, ceaseless breeze
blows on him, cold as death.
And still the undulating gloom
mocks sight with formless motion:
was such sensation Jonah's doom,
gulfed in the dephts of ocean?
[...]
More slow it rolls; its furious race
sinks to a solemn gliding;
the stunning roar, the wind's wild chase,
to stillness are subsiding;
and, slowly borne along, a form
the shapeless chaos varies;
poised in the eddy of the storm,
before the eye it tarries;
A woman drowned - sunk in the deep,
on a long wave reclining;
the circling waters's crystal sweep,
like glass, her shape enshrining.
[...]
No effort from the haunted air
the ghastly scene could banish;
that hovering wave, arrested there,
rolled - throbbed - but did not vanish.
[...]
And straight before, the pale corpse lay,
upborne by air or billow,
so near, he could have touched the spray
that churned around its pillow.
The hollow anguish of the face
had moved a fiend to sorrow;
not death's fixed calm could rase the trace
of suffering's deep-worn furrow.
[...]
"Evening Solace"
[...] But there are hours of lonely musing,
such as in evening silence come,
when, soft as birds their pinions closing,
the heart's best feelings gather home.
Then in our souls there seems to languish
a tender grief that is not woe;
and thoughts that once wrung groans of anguish,
now cause but some mild tears to flow.
And feelings, once as strong as passions,
float softly back - a faded dream;
our own sharp griefs and wild sensations,
the tale of others' suffering seem.
Oh! When the heart is freshly bleeding,
how longs it for that time to be,
when, through the mist of years receding,
its woes but live in reverie!
And it can dwell on moonlight glimmer,
on evening shade and loneliness;
and, while the sky grows dim and dimmer
[...]
"Stanzas"
[...] Pause, in the lane, returning home;
'tis dusk, it will be still:
pause near the elm, a sacred gloom
its breezeless boughs will fill.
Look at that soft and golden light,
high in the unclouded sky;
watch the last bird's belated flight,
as it flits silent by.
[...]
If thy love were like mine, how blest
that twilight hour would seem,
when, back from the regretted Past,
returned our early dream!
"..."
One night, when silence reigned around,
I heard sweet music rise,
whose harp-like and harmonious sound
came from the star-decked skies.
And when had died eache silver tone,
thy spirit passed away,
and left me a sad mourner lone,
on this dark earth to stay.
[...]
"Winter"
Autumn has vanished with his train
of ripened fruits and golden grain,
now the white hoar-frost spreads the fields:
grim winter now the sceptre wields!
Lowering clouds deface the sky,
veil the solemn worlds on high;
many a storm-portending blast
sweeps with mournful cadence past;
and the lonely traveller
now sees the tempest from afar;
benighted on some desert moor,
he hears the distant, sullen roar
[...] crimson, and bright gold,
a wreath from meadow, waste, and wold
their rich, united sweets harmoniously weaves!
"Pleasure"
[...] Go where the woods in beauty sleep
bathed in pale Luna's light,
or where among their branches sweep
the hollow winds of night.
[...]
Go, sit upon a mountain steep,
and view the prospect round;
and hills and vales, the valleys sweep,
the gar horizon's bound.
"The Vision"
The gentle showery Spring had passed away,
and no more breathed the fragrant air of June;
summer had clad in glorious array
each hill and plain; and now the harvest-moon
shone on the waving corn, brown Autumn's golden boon!
In that glad time, as twilight softly crept
over the earth, I wandered to a place
where stillness reigned as if the whole world slept
for there of noise remained no wearying trace:
but deepest silence sat on Nature's face.
It was a wild glen; near it frowned huge rocks
which hung their dark beams o'er its stony bed;
and, in their caverned sides, faint echo mocks
when rolls some fragment down, with rumbling dread
and horrid noise, launched from the mountain's head.
The valley now was still; a midnight calm
fell on it as I sat beneath a tree
whose leaflets glistened with the dew's mild balm
wept by the evening gale so freshly free,
and filling all the air with soft humidity.
'Mong the huge trees which canopied that glen
I saw the sky with many a bright star hung,
and through the midst alone sailed (glorious gem)
the moon, who still her trembling lustre flung
unchanged, as when the spheres together tuneful rung.
At intervals her light feel through the trees
and with mild glory silvered all the vale,
while through those branches whispered not a breeze:
no hollow blast did sad and mournful wail,
but solemn silence walked beneath the moonbeams pale.
Yet black the gaunt rocks rose before my eyes,
and their black caverns filled my heart with dread;
they stood in grand relief from out the skies
whose clear vaults archèd o'er each shaggy head,
and from whose quivering stars a radiant light was shed.
[...]
"Memory"
When the dead in their cold graves are lying
asleep, to wake never again;
when past are their smiles and their sighing,
Oh! why should their memories remain?
Though sunshine and spring may have lightened
the wild flowers that blow on their graves;
though summer their tombstones have brightenedm
and autumn have pall'd them with leaves;
though winter have wildly bewailed them
with her dirge-wind as sad as a knell;
though the shroud of her snow-wreath have veiled them,
still how deep in our bosoms they dwell!
The shadow and sun-sparkle vanish,
the cloud and the light flee away,
but man from his heart may not banish
the thoughts that are torment to stay.
[...]
"Lines written beside a fountain"
My burning brow, pressed to the cool green grass,
freshened with spray-drops from the murmuring well,
what strange wild musings through my spirit pass
what transient fancies swell.
High soars my soul from its chilled earthy bed
I hear the harmonious gates of heaven unfold
I see arounf me all the silent dead:
great ones who lived of old!
But these bright shadows fade full soon away:
the wood, with all its twilight shade, returns;
again the fount springs in the moon's dim ray
again the night-breeze mourns.
[...]
Aye! by this lonely fount on this hushed night
I would amid untroubled silence die,
expire in stilly darkness-wake to light
and heavenly melody!
"My Dreams"
[...] Fast change the scenes upon me all the same,
in hue and drift the regions of a land
peopled with phantoms, and how dark their aim
as each dim guest lifts up its shadowy hand
and parts its veil to shew one withering look,
that mortal eye may scarce unblighted brook.
I try to find a pleasant path to guide
to fairer scenes - but still they end in gloom;
the wilderness will open dark and wide
as th sole vista to a vale of bloom,
of rose and elm and verdure - as these fade
their sere leaves fall on yonder sandy shade.
[...] sometimes dying
like an uncertain sob, or smothered sighing.
Sea-locked, a cliff surrounded, or afar
asleep upon a fountain's marble brim [...]
though yonder early star,
the first that lit its taper soft and dim
by the great shrine of heaven [...]
Left by the sun, as he is left by hope:
bowed in dark, placid cloudlessness above,
as silent as the Island's palmy slope,
all beach untrodden, all unpeopled grove,
a spot to catch each moonbeam as it smiled
towards that thankless deep so wide and wild.
Thankless he too looks up, no grateful bliss
stirs him to feel the twilight-breeze diffuse
its balm that bears in every spicy kiss
the mingled breath of southern flowers and dews,
cool and delicious as the fountain's spray.
Showered on the shining pavement where he lay.
Speak of the North! A lonely moor
silent and dark and trackless swells;
the waves of some wild streamlet pour
hurriedly through its ferny dells.
Profoundly still the twilight air,
lifeless the landscape; so we deem,
till like a phantom gliding near
a stag bends down to drink the stream.
And far away a mountain zone,
a cold white waste of snow-drifts lies,
and one star, large and soft and lone,
silently lights the unclouded skies.
[...]
The Autumn day its course has run,
the Autumn evening falls,
already rise the Autumn moon
gleams quiet on these walls;
and twilight to my lonely house
a silent guest is come:
in mask of gloom, through every room
she passes dusk and dumb.
Her veil is spread, her shadows shed
O'er stair and chamber void,
and now I feel her presence steal
even to my lone fireside.
Sit, silent Nun- sit here and be
comrade and confidante to me
APPROFONDIMENTO: "CIME TEMPESTOSE" E LE ALTRE SCRITTRICI DELL'OTTOCENTO
Nota di Lunaria: un breve riassunto della trama di "Cime Tempestose".
Ambientato nello splendido paesaggio del North Yorkshire, una contea dell'Inghilterra, "Cime Tempestose" è l'unico romanzo scritto da Emily Brontë. Pubblicato per la prima volta nel 1847, il volume ebbe una seconda edizione postuma curata dalla sorella di Emily, Charlotte.
Vi si narra la storia dell'amore passionale e contorto che lega i due protagonisti: Catherine Earnshaw e il trovatello Heathcliff, suo fratello adottivo. Cresciuti insieme nella tenuta di famiglia degli Earnshaw, finiscono per condividere esperienze drammatiche che ne formeranno il carattere: la ragazza è figlia di un uomo distrutto dalla morte della moglie e dedito all'alcool mentre il giovane, umiliato e maltrattato, è costretto a lavorare nei campi come un servo. Catherine, attratta dalla vita aristocratica, ben presto si fidanzerà con Edgar Linton, figlio dei vicini, Heathcliff, invece, parte per cercare fortuna altrove. Tuttavia, il suo ritorno nei luoghi dove è cresciuto, dopo tre anni, rappresenta al tempo stesso la sua rivincita e vendetta. Non potendo avere Catherine, sposa la sorella di Edgar, senza amarla davvero, con il solo scopo di rovinare la vita al cognato. E mette in atto il suo folle proposito quando l'amata Catherine muore di parto non senza avergli rivelato tutto il suo amore.
Qualche curiosità sull'Autrice...
Fu un amore segreto, che certo non avrebbe potuto essere raccontato nei suoi romanzi dove l'adulterio è bandito. Charlotte Brontë, mentre si trovava a Bruxelles nel 1844 per frequentare una scuola, inviò lettere appassionate ad un suo insegnante molto più anziano, sposato e con figli. Il breve epistolario, scoperto di recente negli archivi della British Library, è ora incluso nella raccolta "Love Letters: 2000 years of romance" appena uscito a Londra. Il docente belga si chiamava Constantin Heger e resistette alla corte insistente della futura scrittrice, che all'epoca aveva 28 anni. Afferma: "Se il mio maestro dovesse negarmi affetto e amicizia resterò senza speranza alcuna di sopravvivere alla delusione". Dopo aver compreso che Heger non l'avrebbe in alcun modo incoraggiata, gli confessò: "Sono disperata, traggo conforto solo dalla lettura della Bibbia e mi auguro che lei possa continuare a rivolgermi la parola". Dalla vicenda Charlotte trasse ispirazione per "Villette", un romanzo nel quale narra la passione infelice di una ragazza per un maturo professore.
Altre scrittrici dell'Ottocento (metto solo qualche romanziera e poetessa, e non le tante donne che scrissero manifesti politici, come Flora Tristan o Anna Maria Mozzoni https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/alle-origini-dellanticristianesimo.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/sindacaliste-e-attiviste-nellottocento.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/le-prime-attiviste-nel-settecento-le.html)
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2019/03/ann-radcliffe-i-misteri-di-udolpho-gli.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2019/07/introduzione-e-commento-il-vecchio.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2018/01/il-romanzo-nero-5-mary-shelley.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/06/le-poesie-di-vittoria-aganoor-pompilij.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/08/introduzione-al-romanticismo-tedesco.html
Studiando un commento critico al "Pamela" di Richardson, ho trovato questa nota, molto importante, perché serve ad inquadrare meglio come nacquero i primi romanzi ottocenteschi scritti da donne. Tenete presente che "Pamela" (un gran successo all'epoca, 1741) oggigiorno a noi sembra deprimente (trattasi della storia di una cameriera che riesce a sposare un uomo altolocato solo perché "si è mantenuta integra di imene") ma può servire come "documento storico" per dimostrare come a quel tempo una donna effettivamente valesse semplicemente "per l'imene intatto". Scontato ribadire che questa porcheria misogina, che era presente anche in diversi contesti pagani, è stata ulteriormente potenziata dall'ideologia monoteista (che ci ha costruito persino "la sua donna perfetta: la madonna").
Nella cerchia di amicizie femminili che Richardson raccoglieva intorno a sé (l'autore di "Pamela" era infatti ricercatissimo dalle signore e del resto lui ne preferiva la compagnia) molte divennero scrittrici. In particolare va ricordato che tra il 1760 e il 1800 compaiono ben 200 romanzi scritti, in grande maggioranza, da donne: il mercato, secondo la Monthly Review del dicembre 1790 è quasi interamente monopolizzato dalle signore e questo è un fenomeno così massiccio che parecchi autori maschi non ci pensano su due volte ad assumere nomi d'arte femminili.
Il successo e lo sviluppo del genere sono da mettere in relazione con la stima della quale si usa alla fine del secolo circondare le donne che hanno conquistato il diritto di parlare e di mettersi in mostra e, naturalmente, quello di scrivere.
Il "Gentlemen' Magazine" nel marzo del 1791 affermava: "Oggi il sesso gentile ha ottenuto il suo posto al sole e ha decisamente richiesto il riconoscimento di quella naturale eguaglianza di intelligenza che è sempre stata una realtà di tutta evidenza e che solo il peso delle istituzioni umane aveva potuto offuscare."
Ce ne sono molte altre, non tradotte in italiano e che io ho trovato su un'antologia dedicata a E.A.Poe
Ricordiamo tre romanziere che già nella loro epoca riuscirono ad avere un enorme successo e poterono vivere dei proventi della vendita dei loro libri: Ann Radcliffe, Jane Austen e Fanny Burney. Ann Radcliffe per il suo capolavoro "L'Italiano o il confessionale dei penitenti neri", che anticipa il romanzo horror, ricevette ben 800 sterline, una cifra incredibile per quell'epoca. Altri due romanzi (pietre miliari del genere) sono il colossale "I misteri di Udolpho" e "Romanzo Siciliano"
Vedi anche: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/06/le-scrittrici-della-narrativa-horror-la.html