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Nota: "Sturm und Drang" significa "Tempesta e assalto/impeto" e l'espressione deriva da un dramma di Klinger.
Per quanto riguarda i "I dolori del Giovane Werther" e il "Faust" saranno commentati prossimamente; qui riporto giusto qualche breve stralcio e senza commento critico.
Per le Elegie Romane, vedi: http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/09/goethe-commento-alle-elegie-romane.html
Vasta, al punto di abbracciare due secoli, e profondamente radicata nel suo tempo, sul quale incise a sua volta il segno potente del proprio passaggio, l'opera di Johann Wolfgang von Goethe sfugge a qualsiasi tentativo di imprigionarla in definizioni o schemi tradizionali. In essa si rispecchiò intera, e ritmata dalle fasi salienti che la caratterizzarono (Illuminismo, Sturm und Drang, Classicismo, Romanticismo), la lunga vicenda culturale europea tra Settecento e Ottocento, ultima gloriosa stagione di quell'Umanesimo Ideale, da cui Goethe ereditò e portò a risultati veramente geniali lo slancio vitale dell'arte, multiforme e ricchissimo.
Il modo migliore per affrontare la lettura della produzione goethiana è forse quello di capire innanzitutto il significato peculiare dell'intreccio composito di elementi che la presuppongono idealmente; una fusione di componenti letterarie, autobiografiche e storiche si illuminano l'una con l'altra e sono intimamente connesse. Così che la lettura dovrebbe avvenire in sincronia su diversi livelli e avere sempre presente il quadro di riferimento globale, culturale e politico.
La seconda metà del Settecento tedesco è infatti marcata da un momento importante: la storia segna il passo, ma, in questo favorevole periodo di stasi riflessiva, maturano un po' dappertutto i grandi avvenimenti che prepararono la nascita di una coscienza nazionale. Stremata dalla Guerra dei Trent'anni e fortemente arretrata rispetto alle altre nazioni, la Germania delle classi dominanti, delle varie dinastie nobili, è impegnata a ricostruire e tenere insieme il mosaico degli infiniti staterelli sanciti dalla pace di Westfalia. Verso la metà del secolo, Federico il Grande, sovrano di Prussia, sale all'apice della gloria dopo la fortunata Guerra dei Sette Anni. Assicuratosi un posto di rilievo tra le potenze europee, si dedica ad una illuminata opera riformatrice interna. Intanto, preceduta da primi albori indipendentistici in America (1776) e nella Francia rivoluzionaria, l'ascesa della borghesia scuote l'orizzonte.
Ostacolata e divisa economicamente da una fitta rete di barriere doganali, e tormentata dal contradditorio conflitto tra ragione e sentimento (tipico del passaggio dall'Illuminismo al Romanticismo, attraverso la fase rivoluzionaria dello Sturm und Drang e del Classicismo) la classe borghese si fa portatrice di un ideale spirito tedesco, attraverso la consapevolezza di una propria unitaria tradizione culturale, nutrita dai giganti della filosofia (Kant e l'Idealismo tedesco, Hegel e lo stato di diritto assoluto) e della letteratura (Lessing, Klopstock, Goethe, Herder, Schiller). In questo panorama la figura di Goethe opera da protagonista non solo per la sua partecipazione politica ma anche e soprattutto in quanto genio dalle attitudini più varie (artista, disegnatore, pittore, scienziato, naturalista, letterato, poeta, narratore, commediografo e tragico).
Gli studi a cui si applica con ferrea autodisciplina, cooperano in lui alla definizione di una conoscenza e osservazione della realtà cosmica e umana: "La mia vita non fu che lavoro e fatica [...] il continuo rotolare di una pietra, che doveva essere sempre risollevata".
Il cammino di Goethe è quello di una conquista progressiva della verità delle cose e del tutto, che sia sintesi analitica e speculativa di uno scienziato della realtà e insieme rivelazione mistica e lirica dell'Io: "Io non ho mai contemplato la natura per scopi poetici. Ma siccome il disegno di paesaggio prima, e la mia attività di naturalista poi, mi hanno indotto a osservare continuamente e minuziosamente gli oggetti naturali, a poco a poco ho imparato a conoscere a menadito la natura fin nei minimi particolari, di modo che, se come poeta ho bisogno di qualche cosa, la trovo a portata di mano, e non è facile che pecchi contro la verità."
Goethe, che esordì da giovane con delle poesie in stile rococò ("Annette" e "Nuovi canti con melodie") e due commedie ("Capriccio d'innamorati" e "I complici") deve la sua immortale fama ad opere come "Canto del Viandante nella Tempesta", "Canto di Maometto" e "Götz von Berlichingen", che divenne il manifesto letterario dello Sturm und Drang. La tematica medievale-cavalleresca, ambientata nel Cinquecento, come storia di un cavaliere in lotta per i diritti del popolo, sarà ripresa, con esiti teatrali e romanzeschi, da von Kleist e Walter Scott.
Nel 1774 Goethe pubblicò il romanzo epistolare "I dolori del Giovane Werther":
la vicenda affondava in parte le radici nel vissuto goethiano, ma la narrazione, in una prosa nuova, vibrante, densissima, superava quel poco o tanto di autobiografismo diaristico, nel rendere così efficacemente viva, drammatica ed immediata la cronaca dell'amore infelice del protagonista, sino al suicidio inevitabile, al punto che l'opera anticipa il romanzo moderno. Il suo successo fa talmente clamoroso da scatenare una vera malattia, il "wertherismo", che scosse per mezzo secolo l'Europa intera. (Nota di Lunaria: noi, che non abbiamo più nessun Goethe, invece, quando qualcuno si suicida, diamo la colpa a "social network-blue whale" e/o la musica metal...)
Intanto, la corte di Weimar diveniva il nuovo punto della cultura tedesca, con artisti e scrittori quali Herder, Wieland, Schiller.
Nota di Lunaria: Schiller l'ho trattato qui http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/06/commento-al-visionario-di-schiller.html
anche se onestamente prima o poi spero anche di poter commentare "I Masnadieri", che lessi nel 2004 (e all'epoca ero sprovvista di un pc, che fosse "mio e personale", quindi non potevo "fotografare e trascrivere nulla"...)
Al primo decennio weimariano appartengono i due grandi drammi "Ifigenia in Tauride" e "Torquato Tasso" che, entrambi composti in prosa, furono successivamente ripresi e trascritti poeticamente. Alcune delle più belle poesie di Goethe sono "Il Canto Notturno di un Viandante", le ballate "Il Pescatore", "Il Re degli Elfi". Inoltre Goethe riprese l'abbozzo del Faust tracciato a Francoforte ("Urfaust") e vi aggiunse nuove scene.
Fu soprattutto il soggiorno a Roma il periodo più felice per Goethe; vicino all'antichità classica, osservata con quel gusto estetico mutuato dal Winckelmann. Creazioni letterarie nuove, e riflessi dell'ambiente italiano, furono le "Elegie Romane" (1789) e gli "Epigrammi Veneziani" (1790) mentre il "Viaggio in Italia", redatto a circa 30 anni di distanza, è un'importante raccolta di esperienze e scoperte.
Nel 1794 ebbe inizio l'amicizia con Schiller, il quale esercitò grande influenza su Goethe, favorita dall'affinità estetico-culturale che legava i due. Insieme a Schiller, Goethe condusse una battaglia accanita contro la mediocrità letteraria del tempo, contribuendo alla diffusione capillare del Classicismo.
(se Goethe giudicava parte del suo secolo, così ricco di cose stupende, "mediocre", cosa direbbe oggi della pattumiera cartacea - scritta anche e soprattutto dalle donnicciole svampite - che vende milioni di trilioni di copie? Vedessero, i Goethe, gli Alfieri, gli Shelley, vedessero la fogna totale del nostro secolo, con gente analfabeta, logorroica ed incolta che pure sparge letame di post&scrittarelli ovunque... vedessero questa cloaca chiamata 2017... Esternazione di Misantropia di Lunaria - sì, concedetemela, visto che mi sento soffocare ogni volta che vedo in giro certe "mode letterarie" e best seller orridi, veri e propri escrementi libreschi e ancora di più il volgo cretino ed ebete che 'ste ciofeche le acquista e la spamma ovunque...)
Con la morte di Schiller avvenuta nel 1805 (Goethe dichiarò allora di aver perduto, insieme all'amico, metà della sua esistenza) lo scrittore ricadde in un ulteriore isolamento, nonostante la sua fama avesse ormai popolato l'Europa.
Nel 1808 Goethe incontrò Napoleone, suo ammiratore tenace, accettando da lui alcuni suggerimenti critici sul "Werther". Un anno dopo comparve "Le Affinità Elettive", un romanzo che per la sua novità, in anticipo sui tempi, di profonda indagine psicologica sui sentimenti umani, non fu compreso e apprezzato dal pubblico tedesco.
Gli ultimi anni della vita di Goethe sono caratterizzati da un'intensa vita intellettuale; si spense a Weimar ad 83 anni, il 22 marzo 1832.
Tutto ciò che sono riuscito a sapere della storia del povero Werther, l'ho raccolto con cura e ora ve lo presento, sicuro che me ne sarete grati. Non potrete rifiutare la vostra ammirazione e il vostro amore al suo spirito e al suo carattere, né le vostre lacrime alla sua sorte.
E tu, anima tormentata, che soffri le sue stesse pene, trova conforto nella sua sofferenza e fa di questo libretto un amico, se per destino o per tua colpa non ne trovi altri.
***
4 maggio 1771
Sono proprio contento di essere partito! Mio carissimo amico, che cosa è mai il cuore dell'uomo? Eravamo inseparabili, eppure ti ho abbandonato e sono contento! So che mi perdonerai. Non pareva che il destino avesse scelto di proposito tutti gli altri miei legami, per angosciare un cuore come il mio? Povera Eleonora! Eppure io ero innocente. Che colpa potevo averne se mentre le eccezionali grazie di sua sorella mi procuravano una piacevole distrazione, una passione andava sorgendo nel suo povero cuore? Sono proprio veramente innocente? Non ho forse alimentato io stesso i suoi sentimenti? Non mi deliziavo io stesso delle spontanee espressioni della sua natura che sovente ci facevano ridere, anche se erano tutt'altro che ridicole? No ho io forse... Oh, che cosa è mai l'uomo che può lagnarsi di tutto! Cercherò di correggermi, amico caro, te lo prometto, non voglio più stare a rimuginare quel tanto di male che il destino ci manda, come ho sempre fatto; voglio godere del presente e tralasciare il passato. Certo, tu hai ragione, mio caro, i dolori tra gli uomini sarebbero minori se essi non lavorassero tanto di fantasia - e Dio solo sa perché sono fatti così - nel richiamare alla memoria i mali passati, piuttosto che accettare un noioso presente. [...] Per il resto qui mi trovo benissimo, la solitudine di questo paesaggio paradisiaco è un balsamo prezioso per la mia anima e la stagione della giovinezza scalda il mio cuore che troppo spesso trema di freddo. Ogni albero, ogni siepe è per me un mazzo di fiori, vorrei diventare un maggiolino per tuffarmi in questo mare di profumi e assorbire ogni nutrimento. [...]
10 maggio
Una meravigliosa serenità ha pervaso la mia anima, come questo dolce mattino primaverile che assaporo con tutto il cuore. Sono solo, felice della mia vita in questo panorama creato apposta per anime come la mia. Sono così lieto, mio caro, così totalmente assorbito da questo sentimento di esistenza tranquilla, che la mia arte ne patisce. Ora non vorrei disegnare nulla, neppure una linea, eppure in simili momenti mi sento un pittore grande come non mai. Quando gli effluvi della bella valle si diffondono intorno a me e il sole alto penetra e fuga la tenebra di questo bosco penetrando solo qua e là all'interno del sacrario, allora mi stendo nell'erba alta vicino il ruscello scrosciante e, stando così presso la terra, osservo più da vicino nella loro realtà mille strane erbe, che mi empiono di meraviglia; quando sento vicino al mio cuore il brusio in mezzo agli steli di questo piccolo mondo, quando vedo le numerose, incomprensibili forme di bruchi, dei moscerini e avverto la presenza dell'Onnipotente, che ci fece a Sua immagine, e insieme l'alito del Supremo Amore che ci porta e ci sostiene in una perenne delizia e... oh, amico mio caro! quando il mondo che mi sta intorno con l'intero cielo riposano nella mia anima, quando l'ombra scende sui miei occhi, come la figura dell'amata... allora spesso mi coglie una nostalgia e penso: "Oh se tu potessi esprimere tutto questo, se tu potessi trasferire sulla carta quello che vive in te con tanta pienezza, con tanto ardore, così da farne lo specchio della tua anima, come la tua anima è lo specchio dell'infinità di Dio!" Amico mio, io non resisto, sono travolto e vinto dalla meravigliosa potenza di questo piccolo mondo.
DEDICA
Mi tornate vicine, voi figure mutevoli
che siete apparse, un tempo, all'occhio incerto.
E io mi proverò, ora, a fissarvi?
A quelle fantasie l'animo inclina ancora?
Voi vi premete in folla! E sia come volete,
se a me d'intorno vi levate tra le nebbie.
Sento giovane il cuore in me, lo agitano
strane le aure che andando vi avvolgono.
ZUEIGNUNG
Ihr aht euch wieder, schwankende Gestalten,
die früh sich einst dem trüben Blick gezeigt.
Versuch ich wohl, euch diesmal festzuhalten?
Fühl ich mein Herz noch jenem Wahn geneigt?
Ihr drängt euch zu! nun gut, so mögt ihr walten,
wie ihr aus Dunst und Nöbel um mich steigt;
mein Busen fühlt sich jugendlich erschüttert
vom Zauberhauch, der euren Zug umwittert.
***
Il mio compianto suona a ignota moltitudine,
anche il suo plauso mi pesa sul cuore
e quanti un giorno furono felici dei miei versi,
se pure vivi, errano per il mondo dispersi.
Mein Leid ertönt der unbekannten Menge,
Ihr Beifall selbst macht meinem Herzen bang,
und was sich sonst an meinem Lied erfreuet,
wenn es noch lebt, irrt in der Welt zerstreuet.
***
Esita ora in indecise note
il mio canto e sussurra, simile ad arpa eolia.
Un tremito mi stringe, lacrima segue a lacrima,
sento che il cuore chiuso mi si fa dolce e mite.
Qel che ora è mio lo vedo come in una distanza
e quel che era scomparso, mi diventa realtà.
Es schwebet nun in unbestimmten Tönen
Mein lispelnd Lied, der äolsharfe gleich,
ein Schauer faßt mich, Träne folgt den Tränen,
das strenge Herz, es fühlt sich mild und weich;
was ich besitze, seh ich wie im Weiten,
und was verschwand, wird mir zu Wirklich-keiten.
***
PROLOGO IN TEATRO
Quello che brilla è nato per un attimo.
Quello che è autentico resta; né i posteri lo perdono.
VORSPIEL AUF DEM THEATER
Was gläntz, ist für den Augenblick geboren;
Das Echte bleibt der Nachwelt unverloren.
Per approfondire il Romanticismo Tedesco, vedi: http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/08/introduzione-al-romanticismo-tedesco.html